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AL COSPETTO DI ELEONORA VACILLA IL POTERE DEL COMANDANTE


Lungo il corridoio, gli impiegati, indovinando la meta della giovane signora, dopo averla sezionata da lontano, mostravano una generica deferenza, cercando di contenere reazioni sconvenienti. Lei ricambiava altera, tenendo lo sguardo diritto, mentre   appariva  altissima e irreale. Giunsero presso l’attendente. Il militare che la accompagnava, dopo averla presentata, velocemente, tornò sui suoi passi. Con neutra gentilezza fu invitata ad accomodarsi su un divano: “Solo qualche momento, per vedere se il Comandante può riceverla”. Mentre l’attendente portava  l’annuncio tanto atteso,  Eleonora si predispose all’incontro, tenendo le lunghe gambe affusolate, strette diritte unite. Per superare la tensione del primo impatto, l’ufficiale trasse un respiro profondo e quasi immediatamente uscì, pensando che in fondo ella era solo una donna e che davanti a lui, ad esclusione del prefetto, tremava la città intera.  Aveva programmato un benvenuto di rito,  seguito da un colloquio  aspro,  irto di difficoltà. Ma quando la vide seduta immobile, quando  gli occhi di lei si aprirono improvvisamente grandi e dolci, sentì  la terra vacillare sotto i piedi e tutti i suoi piani svanirono.  Nell’anticamera si era fatto il vuoto. “Orsù mia cara coraggio!” Ella allungò quasi sdegnosamente la mano. Lui la baciò con calore. “Prego accomodati”. Eleonora,  pigramente ondeggiò, quasi ostruendo il passaggio. Ebbe modo di ammirare il lusso ostentato ed immediatamente fece la sua scelta. L’uomo,  goffo, stava per andare a sbattere contro di lei. Quando si mise al passo, ella all’improvviso allungò il suo, lasciandolo decisamente indietro.  A  fatica il gerarca riprese il suo posto di comando. “Mia cara Eleonora il caso è difficile”. Ella negligentemente accavallò le  gambe eleganti e  rispose “Ma per te..” L’uomo, anche se lo aveva richiesto, ricevette quel tu come uno schiaffo. Quasi  avesse avvertito tale sensazione,  Eleonora rimarcò il tono: “Per te,  caro, nulla è impossibile.” Si rincorrevano come il gatto ed il topo, scambiandosi continuamente i ruoli. Egli avrebbe raggiunto il suo scopo, ma il percorso si sarebbe presentato più complicato del previsto. Quasi a stabilire chi fosse a comandare ella provò a troncare la discussione: “Tornerò, domani tornerò”. “Ascolta Eleonora; è molto facile che qui si possa spettegolare, perché saresti l’unica donna. E le udienze dedicate a te non passerebbero inosservate. Per questo d’ora in poi ti riceverò con discrezione a casa mia.” Bellissima, annuì, concedendogli l’ultima parola. Almeno per stavolta.