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I COMPITI OSCURI E TERRIBILI DEL COMANDANTE A DANNO DELLA LIBERTA'


Roma aveva dissipato le angosce del gerarca. Partito con qualche ombra nell’animo, invece, aveva ricevuto da parte del comando supremo ordini per lui gratificanti. Avrebbe dovuto dirigere attività oscure e terribili, certamente  a danno della libertà e degli uomini che per tale libertà  lottavano. Passarono alcuni mesi e questi nuovi compiti spesso lo avevano trattenuto fuori città. Così, tra un’assenza e l’altra, sgravati  dal carattere ossessivo dell’uomo, Arturo ed Eleonora passavano giorni sereni. L’unico gravemente preoccupato era lo Zio Piero. Accanto all’oppressione, prima solo avvertita e che poi il regime gli aveva fatto sperimentare personalmente, viveva una profonda inquietudine per la sorte di Eleonora. Le ricerche erano state difficoltose. Non aveva potuto formulare domande esplicite sul comandante e sulle sue abitudini di vita. In tal caso, avrebbe offerto una buona occasione in più agli sbirri per tenerlo dentro e chissà per quanti anni. Tuttavia, malgrado gli ostacoli, ugualmente era riuscito a risalire all’indirizzo giusto. E periodicamente si  appostava in zona in attesa del momento più opportuno per incontrare la nipote. Arrivò la macchina. Scese l’autista che cominciò a passeggiare su e giù dinanzi al portone.