Il blog di Giovanni

L'Oratorio di Villa Giglioli a Serravalle (Ferrara)


Incastonato tra l'argine destro del Po di Goro e il margine nord del parco di ciò che resta di Villa Giglioli (semidistrutta da un incendio nella notte tra il 31 dicembre 2008 e il 1° gennaio 2009) si erge un Oratorio supremamente bisognoso di interventi di messa in sicurezza e restauro prima che crolli anch'esso come circa tre quarti della Villa. Il fabbricato si erge sul lato nord, con il portale ad ovest, e pare esistesse già alla metà del Settecento. Prova ne sia il fatto che esso compare citato nel libro Adriensium Episcoporum series historico-chronologica monumenis illustrata (Padova, 1788) del Vescovo di Adria Mons. Arnaldo Speroni degli Alvarotti (epoca nella quale era in vigore la giurisdizione ecclesiastica della diocesi adriese). La più antica pietra tombale posta nel pavimento dell’oratorio, dedicato alla Madonna assunta in cielo, risale alla metà del secolo XVIII.Nel 1833 si ebbe un radicale restauro (come ricorda una scritta dipinta sopra la porta d’ingresso). Nell’oratorio riposano i resti mortali di Ermanno Maffei-Giglioli, morto ventenne ed intimo di Lodovico Ticchioni (partigiano, medaglia d’oro della Resistenza). Ermanno era nipote del conte Arturo il quale, nel 1947 a ricordo del giovane, fece accomodare nell’oratorio una balaustra e un altare cinquecentesco, ottimamente intarsiato di marmi, proveniente da una villa veneta dei Grimaldi del Terraglio. Sopra l’altare vi sono tre statue: una Madonna con Bambino, san Lorenzo, ed altro santo con armatura (forse san Martino). Dietro l’altare non è purtroppo più presente la mensola decorata con due putti marmorei. Per quanto riguarda le sepolture vale la pena ricordare che nell’oratorio sono conservati i resti di Luigi Giglioli, figlio del conte Gaetano, morto il 12 febbraio 1861, di anni, 52. Gaetano, marito della contessa Carolina Cicognara, morì il 5 ottobre 1826 a soli 38 anni lasciando sette figli e la moglie incinta. Come ebbe ad ordinare nel testamento, il suo cadavere venne trasportato a Serravalle per essere tumulato nell’oratorio.L’11 ottobre 1927 il pittore ferrarese Augusto Pagliarini venne saldato della spettanza di lire 1.000 dal conte Roberto per i lavori di restauro decorativo effettuati all’interno dell’oratorio. Per la qualità delle decorazioni si dirà che il Prof. Pagliarini era artista di chiara fama avendo lavorato al restauro dei dipinti di Palazzo Bonacossi a Ferrara. Di lui si ricorda anche la decorazione della chiesa arcipretale di San Martino a Conselice (diocesi di Imola). Il 29 ottobre 1932 il conte Arturo concesse che la chiesetta potesse essere officiata tutte le settimane, nella mattinata del sabato, con la santa Messa celebrata dal Parroco-abate di Serravalle o da un suo cappellano. Altre celebrazioni seguirono, talora nei giorni festivi, negli anni ‘40, ‘50 e ‘60 del Novecento, fino al completo abbandono dell’officiatura per il consistente calo demografico degli abitanti nella zona di Ponte Giglioli. Non essendovi i segni esteriori (12 piccole croci distribuite sui muri portanti della chiesetta) va precisato che il luogo non è consacrato ma solo benedetto.Giovanni RaminelliCopyright 2016