Il Gioco del Mondo

Il senso della neve


Inutilmente ti direi -Neve- partendo dalla fisica dell'atomodegli elettroni ti direi i corridoi di volo,quota e direzione,che libertà non hanno intorno al nucleo.InutilmenteAncor più dell'ossigeno che sta all'ottavo posto del sistema periodico e di un nucleo composto da 8 protoni ed 8 neutroni ,solo perchè mi piace l'8Quarantanove e millemila come dell'amore i modi della neve,non solo Qanik“C’è un freddo straordinario, 18 gradi Celsius sotto zero, e nevica, e nella lingua che non è più la mia la neve è qanik, grossi cristalli quasi senza peso che cadono in grande quantità e coprono la terra con uno strato di bianco gelo polverizzato” : inizia così Smilla e il senso della neveL'occhio è pronto a inghiottire permanenti ghiacci di solitudinecome l'acqua,cieca,materna, l'hiku,ha appreso i dettagli,i loro morti scrivono il paesaggioqanik lingua di neve non miabianchi cristalli cadono a terrabianco gelo polverizza alchimia49 modi di neve,uno solo per guerraschivi anche i trichechi nel ghiaccio ipersensibili se c'è un inverno di poco pescepossono essere imprevedibiliassassini rapidi che il mare cresceSmilla lo sa del tricheco e di sua madrefaceva l'amore e puliva le pelli sparava in kayak come suo padrefinì nel killaq,una buca di ghiaccio e coltelliè idrofoba Smilla ma adora quel ghiaccioche l'acqua nasconde, la fa solida e percorribilecome tenere il ragazzo Esajas sotto braccio,a legger di Euclide il punto indivisibiledel punto Smilla lo sa,del tratto ogni distanzache sinik è quel sonno che il viaggio misura              spazio tempo e movimento in tutta la stanza    nella nebbia raddoppia,nel nero di pioggia si fa fessurala distanza europea è qualcos'altroè un concetto per riformatoriche trasforma il mondo in un metroSmilla è una Inuk,possiede altri valori L’anima ha un suo luogo là sotto, piccoladi sassi e sonagli, approda al cantodelle balene all’antro caldo, ai fiati di molte creature  Gli occhi hanno imparato della neve il bianco dove il buio cresce,dove i ghiacci tagliano ombre,gli eschimesi pellicce,la bestia che noi lasciamo avvolgere dai gorghiAscolta...C'è una membrana lucente di breve durata che il vento e le onde infrangono presto,è il ghiaccio Frazil,un raffreddore,un piccolo taglio,un troppolieve amore ,un divenire inconsistente,come un fuoco che estingue le realtà improvvise ..un attimo di felicità-E il grease ice ?- saponosa poltiglia  di ricordi, come spugna s'imbeve e si dilata che se non presti attenzione svirgoli,grumo di saliva nella schiumaI ghiacci assumono  una spietata mimetica,banchi blu e neri,gli hikuaq e i puktaaq,i più pericolosi,pura acqua di fusione, pesante e profonda,galleggiano così trasparenti da prendere il colore dell'acqua che li circonda,specchio che più non contiene,sembra invitarti all'essenza,la riconosci per il segno ma cela l'inganno,prende dal desiderio la sua forma e forma gli dà del desiderio,e quando credi di bere  hai ghiacci duri come sassi a chiuderti le vene come dell'ibisco il fiore la fine dell'invernoVorrai anche sapere della corrente gli urti..sugli  ivuniq,ci vuole equilibrio,la sua corda è legata al paese dal clima più duro del mondo,il funambolismo della sua razza ai pregiudizi,è la neve che il vento trasforma in barricate a proteggere il puro dalla profanazione,dal loro ricco delirioRicorda allora che nella nebbia,gli agiuppiniq, i cumuli di neve si faranno metodo e vedetta per la sua slitta,infallibili come il tocco di un cieco...l'invisibile è quello che non appare a prima vista-così "interpreti" la neve nella nebbia?dai cumuli??-Così..risalendoli e poi di nuovo giù,come grani in braille sotto pelle,come dei sentimenti l'odore e la forma che a suo modo li mostraDel killaq non vorrei dire..  ogni orlo,ogni perdita,le buche nel ghiaccio assassine..ferite aperte,la foca morirà ballerina,la sua idrofobia,una vertigine tridimensionale,una realtà anatomica che la rende statua ,il trauma che accadde con la madre che ancor la tira e la attira nel gesto,fatti rumori eventi in cui era chiamata a quel   kayak,malgrado sè ...così della neve ha tratto la sua psicologia,il suo fenomeno,la trasformazione di qualcosa che già conosceva..a ripararsi dalla catastrofeGli eschimesi le cacciano nell’oceanole lance, l’isteria delle reti – le chiamano streghe.Sanno cosa vedono, occhi notturni, nudi –nodo vischioso di mari, un sale amaro attorno –il nervo, la fune tesa al fondoAl bianco incendiario del ghiacciaio perenne si apre,si dona,senza riserve,libera nel restituire libertàè il sorriso Inuit,luce che dilaga dalla sua mente bianca, di chi sa vedere una persona com'è************************************Scende neve nuova....andiamo a lasciar traccia?a saltare il nostro gioco migliore?Guarda!La neve turbina quei grossi cristalli d'argento a coprire la terra di bianco polverizzato..-Andiamo,sì,ma come si fa?--si salta così,sulla superficie di neve pulita,Tu aspetti, girato dall’altra parte, e dopo ricostruisci  i salti dalle orme lasciate sulla neve nuova-Lo so,salterai come un sacco di pulci,come delle oche mai estinte avrai l'arguzia!Mi pare di vederti, un giro e mezzo in aria,atteraggio su un piede solo,poi torni indietro sulle sue orme,eh?Ma ogni volta, ogni volta lo sai che t'indovino!!! si  saltaall'Indovino