Il Gioco del Mondo

Ieri l'ho riconosciuta


"Ieri soffiava un vento conosciuto. Un vento che avevo già incontrato." Ieri tutto attorno fu dritto,senza montagne,a patto dei Monchi..Era vicino alla falegnameria che abitavo,una casa tinta di verde nascosta nel pioppeto chiaro e una pianura dritta come binari senza scambiOgni giorno arrivavano alberi di ieri,nella mente erano semplicemente "tronchi" giovani o vecchi, ma tronchi.Facevo questa  distinzione fra vita e morte,albero e tronco,Ieri e oggi.Il rumore delle motoseghe rimbalzava sui i muri le sue ghigliottine, nuova segatura nasceva.. polvere d'oro nei giorni di vento, la pioggia  sapeva di legno,odore lieve ma pieno e le pozzanghere vivevano attimi a-pena , i capelli inzuppavano il secco come chi sa di fumo.. "Camminavo nel vento del giorno a passi decisi, rapidi, come tutte le notti. Eppure avevo voglia di ritrovare il mio letto e distendermi, immobile, senza pensieri, senza desideri, sdraiato fino al momento in cui avrei sentito avvicinarsi quella cosa che non è voce né gusto né odore, solo un ricordo vaghissimo, venuto da oltre i limiti della memoria.""Sgadezza" si chiama quì la segatura.Sgadezza è roba da niente...per dire di una cosa senza valore, si sente dire così:"l'è totta sgadezza",di poco conto ,cianfrusaglie,da lasciar perdere.La sgadezza impressiona i tuoi passi,i segni di ieri, fedeli fino a un colpo di ventoChiaro come un urlo pulito il divieto di avvicinarsi: su quel tappeto giallo alle grandi seghe  dei tronchi è pericolo..."per tutto il resto c'è" Mario, un guardiano  zoppo e severo,detto "bretella"in segreto.Nell'Ieri di Mario un albero mai addomesticato aveva vinto la forza della sue braccia e un peso sgarbato gli spezzò una gamba,indossava bianchissime camicie vecchie, un elastico ai gomiti come un emostatico,vietava anche alle maniche di raggiungere i truccioli a terra poi ,poi c'erano le bretelle,larghe, nere,una disciplina apparente...un movimento beffardo,sincronizzato..mai indeciso,se alzava il braccio destro scendeva la bretella sinistra e via così per sempre..Aspettavo come di quella strana danza l'inizio e la fine,la bici puntata contro il divieto,i pedali fermi nell'aria..i piedi avanti nel tempo dei  giovani toreri,e Mario con la lunga saggina curvo,proteso verso di noi come un vecchio toro bianco...quando il braccio vibrava in aria la scopa , la bretella scendeva...morbida,larga...disumanamente lenta, fino a formare un' anella perfetta ai pantaloni...ormai lo sapevo,si mostrava la mossa-Mario_scopa_braccio_bretella_anella_Mario-era lì che avveniva lo scambio ..l'anella si faceva varco e mantella...di achille il tallone.. l'anella debole nostro canestro d'oro...lui si stupiva ogni volta come non fosse accaduto mai ,non poteva avanzare,quasi a vergogna, un vezzo da femmina..una spallina discesa,una malizia..una ferita di ieriquello era l'attimo esatto,del vello rosso lo scarto,il tempo,lo spunto che solo un ribelle conosce,l'unico consentito a puntare le bici al tappeto.Eravamo noi i tori ora,minuscoli tori gialli..puntavi e incornavi un otto preciso fino a metà...il resto del "numero"diveniva immaginazione ..occhi chiusi,oro in bocca fino alla fine dell'otto..solo il tempo a girarti  sul sellino nel sorriso del nuovo capolavoro.."la nuvola"..la copertura...poi si volava ai tronchi...i miei monti...(I Monchi) “Ieri ho vissuto un istante di felicità inattesa, immotivata. E' venuta verso di me attraverso la pioggia e la nebbia, sorrideva, fluttuava al di sopra degli alberi, mi danzava davanti, mi circondava."Io l'ho riconosciuta. La Rayuela saràRiconosciuta