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Post n°244 pubblicato il 26 Aprile 2009 da giovanedestra_lecco
DESTRA, EUROPA, MODERNITA' ERNST NOLTE, PADRE DELL "HISTORIKERSTREIT" . . Nei giorni scorsi il grande storico tedesco è stato al centro di una polemica qui in Italia per la sua partecipazione a un convegno all'università di Treviso. Reo per la sinistra che lo contestava di essere oltre che padre dello "Historikerstreit" ( ovvero del primo tentativo di revisionismo storico tedesco iniziato dalle pagine destrorse della "Suddeutsche Zeitung" nel mezzo degli '80), anche di essere un critico acceso di Israele, da lui definito uno stato "ideocratico". Allievo di Martin Heidegger ed Eugen Fink ha addirittura criticato il processo di unificazione europea perché vi rintraccia una tendenza a considerare la ricchezza culturale come un problema e un tentativo di superare le differenze espellendo le proprie radici e accogliendo un’immigrazione di vaste dimensioni. Ricordando la visione spengleriana del Tramonto dell’Occidente, Nolte ha via via ribadito nei suoi scritti l’importanza vitale della partita a scacchi che nella “società dei supermercati” si gioca tra universalismo e identità particolari, assumendo sempre un pensiero anticonformista sulla religione e sulla religiosità, sul liberalismo e sulla globalizzazione, sulla laicità e sull’etica, sulla guerra e sul pacifismo. Nolte afferma di respingere il pernsiero tale per cui “per fare storia bisogna credere per forza nel male assoluto”. Egli stesso dice “Questa è una interpretazione ancora molto diffusa perché con intenzione chiaramente dogmatica si afferma che il nazionalsocialismo è il male assoluto. Ma non è in alcun modo lecito credere nel male assoluto per ciò che concerne le cose umane: si può dire che il diavolo è il male assoluto, che Dio è il bene assoluto, ma nessun uomo, nessuna istituzione umana può essere definita assoluta, vista tutta la complessità e le relazioni che compongono la realtà umana. Questa contrapposizione manicheistica era (ed è) il contenuto principale di quella ideologia che chiamiamo politically correct". Quanto al progresso e al cosmopolitismo, per il grande storico tedesco sono aspetti molto pericolosi. Un esempio? “Se le frontiere sono aperte è utile per gli uomini onesti che vogliono visitare altri paesi, ma è un vantaggio anche per i criminali perché possono arrivare in questi nuovi posti senza essere nemmeno identificati. Il progresso contiene la possibilità del meglio e del peggio. Credo però che chi voglia identificarlo con le possibilità migliori sia sulla strada sbagliata”. Come dire: il progresso può rendere felici, ma non soddisfa appieno l’umanità. |
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