PENSIERO NAZIONALE

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         PIU' ITALIA NEL MONDO  SENZA PESO GEOPOLITICO UN FUTURO DI POVERTA' E DECLINO.
.E' notizia di pochi giorni fa che nel 2040 l'economia cinese raggiungerà un giro d'affari di 123 miliardi di dollari, più o meno il triplo della produzione dell'intero pianeta nell'anno 2000. Il reddito pro-capite in Cina toccherà gli 85.000 dollari, ovvero il doppio che si prevede per le nazioni Europee. In altre parole un cinese medio vivrà due volte meglio di un francese o di un Italiano, e cosi facendo la Cina dovrebbe diventare padrona del mondo nel 2040.Ciò significa che senza un repentino cambio di rotta a tutti i livelli, politico, culturale, economico,  il paese rischia di avviarsi nei prossimi 20 anni in un declino verso il terzo mondo dell'area mediterranea.In più L'Italia risulta affliitta da una fertilità in calo proprio nel momento stesso in cui l'epoca di influenza dell'europa sull'economia globale rischia pericolosamente di avviarsi alla fine.Mentre avviene questo nostro degrado, nel frattempo l'India (che ha chiuso il 2009 con un Pil al + 10% cento) si appresta a varare il primo di una flotta di 10 nuovi sommergibil nucleari. Saranno pure politiche antiquate (direbbero i nostri connazionali progressisti) ma per l'India il confronto economico non può prescidere anche dal confronto degli apparati militari.La via d'uscita dell'Italia sta quindi in un doppio passaggio. In primo, in una nuova politica di sostegno alla natalità, e alla famiglia al fine d'invertire il trend demografico; in secondo nella ripresa dell'espansione commerciale entro il contesto ormai globale, in particolare proprio verso India e Cina. Questo compito spetta in primis alle nostre grandi imprese un tempo privatizzate, che fungano da testa d'ariete poi per la media impresa dei nostri distretti industrali.Per rendersene conto è sufficente analizzare la classifica 2009 della rivista "Fortune" delle più grandi imprese al mondo per fatturato che vede 11 gruppi italiani tra i primi in assoluto: Eni, Generali, Unicredit, Enel. Fiat, Intesa San Paolo, Telecom(subito a ridosso abbiamo anche Finmeccanica, Ansaldo STS, Impregilo e Astaldi).L'Italia dispone quindi di un manipolo di grandi imprese in grado di poter fare ingresso in qualsiasi mercato del pianeta in qualsiasi momento. In questo senso le dismissioni delle proprietà statali hanno paradossalmente innescato un fenomeno di multinazionalizzazione del nostro sistema economico, che adesso sta alle classi dirigenti della Nazione saper  rafforzare e indirizzare entro un progetto di rinascita e di riposizionamento dell'Italia nel mondo..