PENSIERO NAZIONALE

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 NUOVA SINISTRA  E ABISSO MORALE  LA LIBERTA' COME NEGAZIONE DI TUTTO.
. Pochi uomini  attenti si sono chiesti dove abbia portato l'umanità l'affermazione del pensiero della nuova sinistra e i conseguenti misfatti compiuti in nome dell'uomo democratico.  In altre parole dove ci abbia portato la sinistra postmarxista  e post sessantottina,  una volta che conscia del fallimento del comunismo, ha diretto se stessa e tutti noi verso l'abisso del relativismo culturale, del pensiero debole, del politicamente corretto.La cosa non è di poco conto visto che la supponenza del catechismo progressista non ha mai lasciato spazio a questa domanda, e tantomeno a qualsiasi critica, pena l'isolamento e la quarentena, o peggio la bollatura come prezzolato neofascista.  Eppure a ben vedere la retorica egualitaria e multiculturalista che ammorba le università di mezzo mondo, già di per sè dovrebbe far nascere il dubbio che anch'essa si tratti di un sistema di pensiero relativo, fallace, di parte.La finta apertura della mente progressita è invece la più impermeabile chiusura nei confronti della ragione, perchè in quelle menti, annebbiate dalla moda culturale del momento, "la relatività della verità" non è una percezione teorica ma un postulato morale.Nella retorica relativista, il desiderio razionale di essere comunque nel giusto, pur in assenza  di verità assolute, la porta a negare di stabilire che qualcosa sia migliore o peggiore di un altra.  E se qualcosa alla fine ci deve essere di migliore, questo non può che avere le forme della massima libertà possibile, ciòè la libertà di negare tutto.Ecco allora che di fronte a una domanda fatta apposta per confutare l'uomo della nuova sinistra e farlo pensare, del tipo se tu fossi stato un amministratore inglese in India avresti permesso agli indigeni sotto la tua giurisdizione di bruciare la vedova al funerale di un uomo che era morto? Ecco che il progressista tace oppure risponde che in primo luogo gli inglesi non avrebbero dovuto trovarsi lì. Sarà il massimo dell'apertura relativista nei confronti dell'Altro ma il nuovo conformista non sa rispondere alle domandi fondamentali. La sua è una nuova religiosità superstiziosa, apparentemente aperta a tutte le specie di uomini e a tutte le specie di stili di vita, a tutte le ideologie. Che non ha nemici se non l'uomo che non è aperto tutto: ma in questo modo il massimo dell'apertura , il massimo del relativismo si stravolge nel suo contrario: nel massimo della chiusura, nel massimo dell'intolleranza per chi non si inchina ai dogmi del relativsimo.E proprio nel sistema universitario, che in una società governata dall'opinione pubblica avrebbe dovuto essere un'oasi di libertà intelletuale, si evince questa chiusura mentale del progressismo: gli atenei sono fulcro dell'asservimento delle giovani generazioni all'opinione dominante. O meglio l'opinione della non opinione.