PENSIERO NAZIONALE

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    VITE DA PATRIOTI: ENRICO TOTI           ITALIA, CAUSA DELL'ANIMA.    
 .Nato a Roma, nell'agosto del 1882, giovanissimo (1897) si imbarcò come mozzo sulla nave Ettore Fieramosca, poi sulla corazzata Emanuele Filiberto ed in seguito sull’incrociatore Coatit (navi classificate come esploratori).Nel 1905 venne assunto come fuochista nelle Ferrovie dello Stato e nel 1908 mentre stava lubrificando una locomotiva a Colleferro, che doveva anche agganciarsi ad una doppia locomotiva, proprio a causa dello spostamento delle locomotive stesse, Toti perse l’equilibrio e la sua gamba sinistra venne incastrata e stritolata dagli ingranaggi in movimento. L’arto purtroppo dovette essere amputato fino al bacino. Sorretto da una grande forza di volontà nel 1911, pedalando in bicicletta con una gamba sola, raggiunse varie località: Parigi, il Belgio, l’Olanda, la Danimarca, fino a raggiungere la lontana Finlandia e la Lapponia e proseguì ancora verso la Russia e la Polonia, il suo rientro in Italia avvenne nel giugno del 1912. Ma la sua impresa non era terminata l’anno successivo partì nuovamente in bicicletta: da Alessandria d’Egitto raggiunse il confine con il Sudan, ma le autorità inglesi, giudicando pericoloso il percorso, lo obbligarono a porre termine al viaggio e lo rimandarono al Cairo da dove fece ritorno in Italia.Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale l’Italia, che precedentemente si era dichiarata neutrale, dichiarò guerra all’Austria-Ungheria il 24 maggio del 1915 e alla Germania quindici mesi più tardi; Enrico Toti volle arruolarsi, ma tutte le sue domande furono respinte, decise quindi di raggiungere ugualmente il fronte in bicicletta arrivando nella località di Cervignano del Friuli, dove venne accettato come volontario civile e destinato ai “servizi non attivi”: ma fermato dai carabinieri di Monfalcone fu costretto da questi a tornare alla vita usuale. Solo nel 1916, in seguito all’interessamento del Duca d’Aosta, venne destinato al Comando Tappa di Cervignano del Friuli come volontario civile nella brigata “Acqui”, riuscì ad ottenere il trasferimento nei bersaglieri ciclisti dove ottenne l’elmetto da bersagliere e le stellette. Giunto al Fronte, nella battaglia dell’Isonzo che decise la presa di Gorizia, mentre stava svolgendo un attacco ad est di Monfalcone con il suo reparto, venne colpito dal nemico ed egli eroicamente scagliò la propria gruccia verso l’avversario. Venne poi decorato alla memoria con la Medaglia d’Oro al Valor Militare il 4 dicembre del 1916 con la seguente motivazione: “Volontario, quantunque privo della gamba sinistra, dopo aver reso importanti servizi nei fatti d’arme dell’aprile a quota 70 (est di Selz), il 6 agosto, nel combattimento che condusse all’occupazione di quota 85 (est di Monfalcone). Lanciavasi arditamente sulla trincea nemica, continuando a combattere con ardore, quantunque già due volte ferito. Colpito a morte da un terzo proiettile, con esaltazione eroica lanciava al nemico la gruccia e spirava baciando il piumetto, con stoicismo degno di quell’anima altamente italiana. Monfalcone,6 agosto 1916.”