PENSIERO NAZIONALE

FIUME MCMXX: NATALE DI SANGUE


                  SPECIALE TRIBUTO AI LEGIONARI DI RONCHI.
.Il 2 Gennaio 1921, dopo dieci giorni di aspri combattimenti tra le forze regolari del governo liberale di Giolitti e le truppe ammutinate della Reggenza Italiana del Carnaro, irriducibile enclave  nazionalista al comando di Gabriele D’Annunzio, tutta la popolazione della città fiumana si recò coi militari supersiti al camposanto per rendere, nonostante la sconfitta,  l'ultimo saluto ai legionari di Ronchi. Il comandante D'Annunzio visibilmente commosso recitò questa splendida orazione funebre in loro onore:."Ieri nel camposanto di Fiume, la volontà di ascendere, che travaglia ogni gesta di uomini, toccò l'ultima altezza. Parve la nostra vita più alta ora nel cielo dell'anima. Sapevano che io li conducevo verso la sommità di una bellezza a me stesso ignota? Quante volte nelle piazze, nelle corti, nei crocicchi, nei prati, su per le colline, lungo le rive, dalla ringhiera, quante volte avevo detto a questi poeti inconsapevoli le parole della più ebbra poesia? «Chi mai potrà imitare l'accento delle nostre canzoni e la cadenza dei nostri passi? Quali combattenti marciano come noi verso l'avvenire? Non eravamo una moltitudine grigia; eravamo un giovine dio che ha rotto la catena foggiata col ferro delle cose avverse e cammina incontro a se stesso avendo l'erba e la mota appicicate alle calcagna nude». Comprendevano. Dischiudevano le labbra perché si gonfiava il cuore. Bevevano la melodia. Credevano ch'io dessi loro da mangiare il miele del mattino: «il miele senza sostanza». Non eravamo legioni armate; eravamo un'armonia ascendente. Nessuno rimase in piedi: nessuno delle milizie, nessuno del popolo. E colui che versò più lacrime si sentì più beato. E qualcosa di noi trasumanava; e qualcosa di grande nasceva, di là dal presente. E ogni lacrima era Italia; e ogni stilla di sangue era Italia; e ogni foglia di lauro era Italia. E nessuno di noi sapeva che fosse e di dove scendesse quella grazia. Tale fu ieri il commiato che i Legionarii diedero alla terra di Fiume. E domani a un tratto la città sarà vuota di forza come un cuore che si schianta. Questi italiani hanno dato il loro sangue per l'opera misteriosa del fato latino, con terribile ebrezza d'amore i nostri, e gli altri con inconsapevole tremito scrivono nella muraglia funebre «Credo nella Patria futura, e mi prometto alla Patria futura». Inginocchiamoci e segniamoci, armati e non armati, davanti a questi morti"..
. Tenente Asso Mario, Battaglione Ufficiali Tenente Caviglia Carlo Arturo, R. Genio Tenente Conci Italo, Legione Fiumana S. Magg. Crosara Giovanni, I Squadr. Autoblinde Sergente Pomarici Aldo, Comp. d'Annunzio Sergente Troia Gaetano, I Squadr. Autoblinde Sergente Delli Carri Nicola, I Squadr. Autoblinde Sergente Gottardo Antonio, Granatieri sergente Cattaneo G. Giovanni, Bers. Ciclisti Sergente Del Baldo Arturo, Autoparco Sergente Spaccapeli Santo, Comp. d'Annunzio Caporale Macchi Lorenzo, Comp. d'Annunzio Soldato Annibali Luigi, Bers. Ciclisti Soldato Spessa Benvenuto, Comp. d'Annunzio Soldato Baleani Lanfranco, 8. Reparto d'assalto Soldato Francucci Federico, I Squadr. Autoblinde Soldato Braga Giuseppe, Piemonte Reale Soldato Groppi Primo, 8. Reparto d'Assalto Soldato De Mei Mario, 8. Rep. d'Assalto Soldato Pileggi Arturo, Brigata Regina Soldato Colombo Giovanni, Bers. Ciclisti Marinaio Rolfini Desiderato, Cacc. Espero