PENSIERO NAZIONALE

_____UNA NAZIONE FIGLIA DELLA POESIA


         VENTI SECOLI DI CIVILTA' LETTERARIA E LINGUISTICA.    
     (Nella foto il "Decamerone" di John Willam Watherhouse, Londra National Gallery).In un bel saggio di alcuni anni fa uno studioso francese, Etienne Fournol, contrapponeva all'interno dell'Europa le nazioni classiche alle nazioni romantiche. Le prime nate dall'azione politica e militare  della grandi monarchie condotta  in un periodo di tempo piuttosto lungo, erano  figlie della realtà mentre le seconde, nate grazie al ruolo decisivo del dato culturale e più specificamente letterario gli apparivano figlie della poesia.Amesso che vi potesse essere qualche dubbio sulla nostra appartenenza al secondo gruppo, il culto che negli anni del Risorgimento circondò i grandi padri della lingua italiana, Dante e Petrarca ne è la piena conferma.Lo stesso Carducci in una lettera al De Sanctis scriveva: "Spettacolo codesto di un popolo di filosofi, di poeti, di artisti che in mezzo ai soldati stranieri d'ogni parte irrompenti, seguita  comunque accorato e sicuro l'opera sua di civiltà. E il canto dei poeti  supera il triste squillo delle trombe straniere  e i torchi di Firenza e di Roma stridono all'opera di illuminare il mondo. Cara e santa Patria che aprì alle menti un mondo superiore di libertà e ragione; e di tutto fe' dono all'Europa".Ecco allora perchè noi Italiani più di ogni altro popolo ci sentiamo così stretti eredi di Dante, Petrarca e Boccaccio, pur vivendo in questo XXI secolo dominato dalla tecnica e dalla velocità. Non a caso la recitazione in pubblico della Divina Commedia ha visto recentemente gremirsi ogni piazza d'Italia, così come i vari festival letterari e poetici sparsi per la penisola registrano sempre il tutto esaurito.Lo spiegò bene il Presidente Ciampi davanti agli studenti di lingua italiana di Fiume dopo aver letto una strofa dell'Inno all'Italia di Petrarca e una di "All'Italia" di Leopardi dimostrando come non vi fosse alcuna differenza tra le due nonostante i quattro secoli di distanza.Le lettere, la poesia, sono il senso della nostrà identità sempre più minacciata dal pensiero unico, dall'americanizzazione, dalla costruzione di un mondo piatto e indifferenzato nemico dei nostri XX secoli di civiltà.