PENSIERO NAZIONALE

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  I SIGNORI ROSSI AFFONDANO L'AMERICA       L' ITALIA DELLA TRADIZIONE BATTE L'IMPERO DEL MALE.         
.Il calcio è sempre qualcosa in più di uno sport. Le rivalità, sgli scontri di civiltà oggi trovano qui, sul rettangolo di gioco, il luogo per manifestarsi.E la partita di ieri assume i toni di qualcosa di più che una vittoria in un torneo di calcio. Perchè a confrontarsi sul campo non erano due squadre, ma due culture; non erano 22 giocatori ma erano due civiltà, due modi d'intendere il mondo.La nuova divisa degli azzurri simbolicamente ne richiamava il nostro: l'attaccamento alla tradizione: un omaggio alla nazionale di Pozzo, campione del mondo nel 34 e 38. Azzurro tenue che ricordava le maglie dei primi nazionalisti italiani, le camice azzurre dei primi del novecento, calzettoni e pantaloncini neri a ricordare le nazionali del ventennio, quando l'inno si cantava ancora a braccio teso nel saluto di Roma. 11 giocatori tutti italiani, di nascita e ascendenze da generazioni e generazioni.Dall'altra una pseudo-nazionale cosmopolita, di uomini di ogni razza e colore, cognomi nelle lingue più disparate, "americani" freschi di elezione solo per debuttare nella "nazionale" del dollaro.E sempre di simboli: non è un caso che le tre reti dell'Italia portino la firma dei signori Rossi, il cognome più diffuso tra noi, spesso usato per indicare proprio l'italiano medio, il vicino della porta accanto.E per di più uno dei due Rossi risulta nato in territorio americano. Eppure quando ha dovuto scegliere a quale Nazione appartenere non ha avuto dubbi: da una parte la stirpe imperiale dei suoi avi, dall'altra un miscuglio cosmopolita di uomini e donne senza storia e senza identità.