PENSIERO NAZIONALE

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   LA NOSTRA LINGUA IN PERICOLO     L'IDIOMA DI DANTE CANCELLATO DALL'UNIONE EUROPEA.       
. Con un vero e proprio colpo di mano i burocrati di Bruxelles hanno inferto una ferita profonda al prestigio della nostra lingua: è stata ufficialmente sancita la discriminazione dell'italiano nei concorsi pubblici a livello europeo. Quest'ultimi si terrano solo in Inglese, Francese, tedesco.Il dibattito sulla decadenza in termini di prestigio e diffusione dell'italiano era già in corso da anni, ma gli eventi Comunitari sono stati la goccia che ha fatti traboccare il vaso. "Lingua italiana, scuola, sviluppo" è il titolo del documento con cui l'Accademia della  crusca e dei Lincei avevano appena denunciato la crisi dell'insegnamento scolastico dell'idioma nazionale, e il dibattito aveva preso piede in particolare sulle pagine del Corriere.Ma la desicione della UE non era nemmeno minimamente concepibile..
.Poco tempo fa il rettore del Politecnico di Torino, Francesco Profumo ha cancellato due corsi di laurea in lingua italiana (ingegneria tessile e poi elettronica) e li ha riaperti in inglese. Il corso di Automobilistica è già a doppia lingua. Non solo per obbligare gli studenti a convertirsi all'idioma d'oltreoceano il Profumo ha promesso vergognosamente uno sconto di 1500 euro di tasse scolastiche per gli anglofili.Tutto questo mentre il rettore della Luiss di Roma massimo Egidi era partito per un viaggio in India a caccia di studenti anglofoni, e contemporaneamente la Sapienza di Roma eleggeva a lingua esclusiva l'inglese per la laurea in ingegneria informatica. Non solo, altre sette atenei italiani hanno recentemente confermato la loro offerta di lauree triennali nella lingua d'oltremanica.Intanto in Alto Adige i genitori si autotassano perchè la provincia autonoma non passa lezioni di italiano, anzi qualora venisse a scoprirlo c'è il rischio che blocchi tutto. Così accade in tre scuole di Sarentino, Ora e Corniano dove di nascosto e fuori orario scolastico i genitori pagano 70 euro a figlio per avere un'ora di italiano alla settimana. In più molti bambini di lingua tedesca non conoscono l'Italiano e spesso giungono alla maggiore età senza conoscerlo, anche a causa dell'abloizione del servizio di leva che in passato permetteva ai due gruppi linguistici di entrare in contatto. . 
.Negli ultimi anni gli interventi sia da parte di organi statali, sia da parte di singoli esponenti o gruppi della società civile sono stati pressochè ininfluenti.Anche l'attività svolta dall'Accademia della Crusca, che per sua stessa missione dovrebbe essere il centro propulsore della rinascita e della diffusione del nostro idioma sono stati tutt'altro che degne di nota, lasciando trasparire semmai l'immagine di una deriva culturale spintasi anche ai vertici della nostra massima istituzione linguistica.Basti pensare che tra le principali azioni della Crusca negli ultimi anni va registrata la modifica della denominazione della piazza antistante Villa Medicea. Infatti, con il beneplacito del Sindaco di Firenze durante una manifestazione inter-europea sulle lingue d 'Europa, si è scelto di dare il nome "piazza delle lingue d'Europa" allo spiazzo; neanche lo sforzo di chiamarlo "Piazza della lingua Italiana". Il tutto a simboleggiare l'avvenuto cedimento a favore del dogma multiculturale, anche in quella che avrebbe dovuto essere l'ultima nostra roccaforte identitaria.A rincarare la dose sono state le sempre più agghiaccianti dichiarazioni dell'accademico presidente rilasciate qua e là sui giornali, per Sabatini l'Italiano e il mistilinguismo vanno di pari passo: "il multilinguismo è un bene comune dei cittadini è la lingua antica potrà svolgere solo un ruolo di servizio" . Bello vedere come la denazionalizzazione sia propugnata proprio dal presidente della prima accademia linguistica del mondo fondata oltre 400 anni fa, precisamente nel 1583 con lo scopo di ripulire la lingua (verso del Petrarca), e prima tra le nazioni europee a pubblicare un vocabolario (1612), e a sostenere l'attività scientifica di ricerca e studio nella linguistica e nella filologia della lingua madre.