PENSIERO NAZIONALE

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              IL TEMPO RITROVATO     TARQUINIA RIEMERGE DAL NOSTRO INCONSCIO COLLETTIVO.
.La campagna di scavi avviata dall'Università degli Studi di Torino nell'area della Doganaccia, situata nel cuore della necropoli etrusca di Tarquinia, (dove furono probabilmente deposti re e principi del VII secolo a.C.)  ha portato alla luce un imponente accesso con larga gradinata a cielo aperto relativo al più grande tumulo funerario di Tarquinia di ogni tempo, detto 'della Regina' (dei decenni centrali del VII sec. a.C.), che, con quello 'del Re', costituisce una maestosa coppia di sepolcri.Attraverso questo ingresso gli archeologi sono arrivati alla tomba di un personaggio di spicco della comunità etrusca, di rango probabilmente reale. Il locale è in gran parte rivestito di un consistente intonaco bianco in gesso alabastrino.Se il prosieguo degli scavi confermerà la datazione dei decori, si tratterebbe della più antica manifestazione di pittura funeraria tarquiniese, realizzata peraltro in un ambiente aperto che precede la camera funeraria, e quindi accessibile e destinato alle cerimonie sacre.La nuova testimonianza rialzerebbe così di qualche decennio nel settimo secolo avanti Cristo le prime esperienze pittoriche della storia d'Italia (fino ad oggi rappresentate dalle raffigurazioni della Tomba delle Pantere semprea a Tarquinia).