PENSIERO NAZIONALE

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    UN SECOLO D'IDEA NAZIONALE100 ANNI FA A FIRENZE NAQUE L'ASSOCIAZIONE NAZIONALISTA ITALIANA.
.A essere precisi la nascita del nazionalismo italiano potrebbe essere retrodatata alla prima diffusione delle riviste Marzocco, Leonardo, Il Regno, La Voce, e all'attività culturale di intellettuali come Enrico Corradini, Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini.Tuttavia a livello politico-organizzato il nazionalismo naque con la costituzione dell'ANI, l'Associazione Nazionalista Italiana, nel suo primo congresso, tenuto a Firenze dal 3 al 5 dicembre 1910.Principale artefice della svolta politico movimentista fu appunto Corradini, ma accanto a lui si costituì una classe dirigente, di cui fecero parte - fra altri - Alfredo Rocco, e Luigi Federzoni deputato nazionalista già nel 1913. Si distaccano invece dall'ANI Papini e Prezzolini per incomprensioni personali.In questa ottica di "destra", i nazionalisti parteciparono alle elezioni politiche del 1913, alleandosi in un Blocco con moderati e cattolici e riuscendo a far eleggere cinque deputati. Più tardi, L'ANI, tenne il suo terzo congresso a Milano dal 16 al 18 maggio 1914, ancora paradossalmente dedicato a problemi di politica interna, schierandosi poi per l'intervento a favore delle democrazie occidentali, Francia e Gran Bretagna, nonostante le simpatie verso la Triplice Alleanza. Nell'ottobre del 1914 il settimanale nazionalista "l'Idea Nazionale" divenne quotidiano grazie alla creazione di una società anonima, presieduta dal vicepresidente della FIAT, Dante Ferraris (1868-1931)Dopo la guerra, i nazionalisti furono tra i principali sostenitori della tesi della "vittoria mutilata", secondo cui l'accordo di pace fra gli Stati vincitori, stipulato a Versailles nel 1919, avrebbe perpetrato un'ingiustizia ai danni dell'Italia. Sulla base di questa tesi accusarono la classe politica italiana d'incapacità nella difesa degli interessi nazionali. Dopo aver presentato un'alternativa ideologica con il Manifesto nazionalista, redatto da Rocco e da Francesco Coppola (1878-1957) nel dicembre del 1918, ne proposero una politica con il Programma nazionalista dell'aprile del 1919.Dopo un infruttuoso tentativo di cavalcare l'impresa realizzata a Fiume, nel 1919-1920, da Gabriele D'Annunzio (1863-1938), avvenne l'incontro con il fascismo, prima con l'elezione di una decina di deputati nazionalisti nella lista fascista alle elezioni del 1921, poi con la partecipazione alla Marcia su Roma, l'anno successivo.Nel primo governo guidato da Benito Mussolini (1883-1945) il movimento nazionalista fu rappresentato, oltre che dal ministro delle Colonie Federzoni, dal generale Armando Diaz (1861-1928), ministro della Guerra, e dall'ammiraglio Paolo Thaon de Revel (1859-1948), ministro della Marina. Quindi, nel 1923, l'ANI confluì nel PNF, il Partito Nazionale Fascista, senza ottenere, come avrebbero desiderato i dirigenti nazionalisti, il riconoscimento di una specifica identità all'interno del partito stesso.