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Post n°283 pubblicato il 22 Ottobre 2009 da giovanedestra_lecco
ENI, IL CAPITALE NAZIONALE L'IMPRESA SIMBOLO DELLA NOSTRA ESPANSIONE . . Già il logo futurista del cane a sei zampe, era presagio di successo e simbolo indiscutibile di Italianità. Ed eccola qui a quasi 60 anni dalla sua fondazione la prima azienda italiana per dimensioni, fatturato, profitti: ENI alias ENTE NAZIONALE IDROCARBURI, simbolo di quanto gli Italiani siano maestri anche nell'arte della Grande Impresa. E non è un caso che dentro Eni pubblico e privato coesistano perfettamente, stato e cittadino uniti in una sintesi perfetta di interessi: laddove più si espande l'influenza di Eni, più aumenteno i profitti destinati a coprire il bilancio statale (azionista al 30%), più aumentano i posti di lavoro per i nostri giovani, più aumentano gli utili ripartiti tra le miriadi di piccoli azionisti. E più s'accresce il peso commerciale di Eni nel mondo, più aumenta l'influenza politica del nostro paese, di cui l'azienda di Metanopoli è un braccio fondamentale: dai nuovi gasdotti in Russia, ai giacimentidi Nassirya, alle nuove scoperte al largo del Venezuela, ai nuovi accordi in Libia e in Angola. E così, più cresce l'influenza del nostro paese, maggiori diventano le opportunità di affermazione delle tantissime piccole e medie imprese artefici del "Made in Italy". . . Eni rappresenta di fatto la sconfessione del modello liberista anglo americano che fa delle multinazionali private il centro del suo sistema economico, perchè senza la presenza dello Stato, Eni sarebbe un' impresa meno influente e autonoma, facile preda delle lobby di potere americane, contraria agli interessi dei numerosissimi piccoli azionisti dispersi nella Nazione. Senza la presenza dello stato in Eni, verrebbe meno una chiara strategia di proiezione sullo scenario internazionale. E di contro, senza ENI lo stato perderebbe una fonte importantissima di entrate, così come un baluardo della difesa dell'indipendenza energetica per la nostra comunità nazionale. Se l'Italia può quindi ambire a recitare ancora una sua azione nel mondo questo lo deve al prestigio di ENI, e indirettamente a quello del suo fondatore Enrico Mattei, che attraverso il gruppo di Metanopoli ebbe il coraggio di pensare a un'impresa in grande per un'Italia in grande. Nata il 20 febbraio del 1953 sulle ceneri di AGIP, l'impresa gestiva inizialmente solo i pozzi petroliferi e di metano nella valle del Po, ma poi grazie alla volontà di Mattei Eni e quindi l'Italia venne ben presto a sanare l'umiliazione post-bellica subita da parte delle Sette Sorelle anglo-americane. Successo che però gli costò la vita nell'attentato di Nascapè. Quando venne nominato commissario liquidatore dell'Agip, Mattei si rivolse all'allora banchiere Mattioli dicendogli "io non sono daccordo a liquidare questo enorme patrimonio italiano, anzi vorrei potenziarlo cominciando a sfruttare il metano, ma per farlo ho bisogno di soldi"... Ecco allora che incaricato di smantellare un relitto dell' epoca fascista, l'agip, si ostinò invece a costruire le fondamenta di una grandissima impresa: l'Ente Nazionale Idrocarburi, che pompò energia nel motore della ripresa e accese i sogni dell'italia del dopoguerra facendo da volano all'Italia migliore. Indifferente al denaro, Mattei sognava un Paese ricco e moderno capace di valorizzare la qualità del prodotto nazionale, sino a prescrivere per tutti i dipendenti dislocati in Africa l'uso di auto Fiat, allora simbolo di una patria innovativa e produttiva E proprio grazie all' intuizione, allo spirito imprenditoriale, alla fede patriottica di questo grande uomo di stato, l' Eni è venuta a essere quello che è adesso: una delle più grandi aziende al mondo; simbolo sullo scenario mondiale del riscatto della nostra Nazione dalla mediocrità e dall'emarginazione. E proprio nelle stazioni Agip, così come sui cartelloni pubblicitari continua a meravigliarci l'inquietante simbolo futurista del cane a sei zampe; moderna chimera che assomma tutti i sogni di un'Italia rampante e tonica lanciata alla conquista del mondo. . . |
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