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Post n°375 pubblicato il 11 Aprile 2011 da giovanedestra_lecco
I SIMBOLI DELLA NAZIONE EUR - PALAZZO DELLA CIVILTA' ITALIANA . . Tra tutti i monumenti, gli edifici, le sculture disseminate nelle strade e nelle piazze nuove e antiche delle città d'Italia, il Colosseo quadrato è quello che più meterializza lo spirito, lo stile e il costume Nazionale, ovvero la nostra identità storica. Situato a Roma sulla antica via Laurentina, è il punto di arrivo in termini iconici e spirituali di un percorso che inizia col Foro Italico, scorre lungo il corso del Tevere, passa in Via della Conciliazione, la Casa del Mutilato, Piazza Augusto Imperatore, attraversa via dei Fori Imperiali e l'area archeologica fra Piazza Venezia e il Colosseo, si dirama nella città universitaria e nel quartiere della Garbatella, per sfociare nella glaciale, metafisica architettura della Nuova Italia dell' Eur. Il Palazzo della Civiltà Italiana, edificato proprio in vista dell’Esposizione Universale di Roma del 1942, è considerato tuttora a livello mondiale icona architettonica del Novecento Italiano e modello esemplare della monumentalità del Belpaese. Su progetto degli architetti Guerrini, La Padula e Romano, i lavori vennero iniziati nel 1938 ed il Palazzo fu inaugurato il 30 novembre 1940, nonostante i lavori fossero ancora in corso. Il colosseo quadrato s'inspira concettualmente all'idea della “città stratificata italiana”, capace di resistere ai processi alienanti del tempo, continuando a rappresentare un’entità dello spazio civile ben definito e ancora percepibile spiritualmente anche alle menti degli uomini post-moderni. Le radici dell'architettura italiana affondano nella storia dell'arco come elemento fondativo architrettonico, sia in termini di struttura che di decorazione. La stratificazione del tessuto urbano nazionale così come sì è realizzata nel tempo, di casa in casa, di generazione in generazione, ruota proprio intorno a questo elemento architettonico facendo si che il fluire della storia nazionale sia simbolicamente rappresentata da una stratiticazione di file di archi. L'arco, che è il centro di questa rappresentazione , funge quindi da elemento generativo insostituibile. Quale cardine architettonico ripetuto ossessivamente nella struttura del colosseo quadrato esso si impone come forza motrice capace di creare il luogo dello stare insieme, dell’esperienza comunitaria, dell’evento dell’arte. “circostanza storico-spaziale”, che nei vari ordini in cui si sussegue esprime la “stratificazione” dello spirito nazionale italiano e riconduce all’idea di continuità storica ed economica della penisola. Sotto gli archi ove si aprono i portici del pian terreno sono collocate 28 statue, una per arco, che illustrano le arti e i mestieri propri della cultura italiana. Gli spazi di esposizione interni ed esterni risentono di questa scansione e si organizzano tra le statue come percorsi tematici su più livelli in cui si percepisce lo sviluppo di una civiltà millenaria. L’edificio si sviluppa dunque attorno ad un portico-piazza che si disvela al visitatore man mano che si addentra per passaggi ricavati dallo spazio distorto tra gli archi e le statue, come le vie di un centro storico di una qualsiasi città italiana da Bolzano a Brindisi, che portano al cuore protetto del colosseo, vero fulcro e centro gravitazionale dove fluisce lo Spirito della Nazione. Quest'ultimo trova la sua definitiva consacrazione nelle parole scolpite sui frontespizi delle quattro facciate. In questo atto scenico definitivo di quella che si configura come una vera e propria rappresentazione architettonica, la Nazione dopo essersi definita simbolicamente per mezzo della materia, giunge ad autodefinirsi per mezzo della parola. In quest'ultimo atto verbale la comunità nazionale raggiunge il suo più alto grado di consapevolezza: nelle coordinate spazio temporali che definiscono la intera vicenda della razza umana la storia d'Italia si inserisce come più alto e meglio riuscito esempio di civilizzazione e di tensione verso la bellezza dell'essere. Bellezza dell'essere che trova ancora una volta manifestazione materica nella rifrazione della luce sul marmo travertino della facciata, a simboleggiare una luminosità propia, intrinseca, connaturata alla Gente d'Italia. La luce rifranta si diffonde tutt' intorno sull' alto basamento (stilobate) incorniciato da quattro gruppi scultorei ad opera degli scultori P. Morbiducci e A. Felci e poi plana dolcemente sulle due gradinate monumentali, una delle quali prosegue verso la valle del Tevere assicurandone l’effetto scenografico e un ponte simbolico tra l'Italia di Ieri e l'Italia di Domani. . |
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