Creato da giovanedestra_lecco il 06/10/2007

PENSIERO NAZIONALE

IDENTITA', DIFFERENZA, DISTINZIONE

 

 

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Post n°258 pubblicato il 09 Luglio 2009 da giovanedestra_lecco

     IDEA DELLA DONNA IN NIETZSCHE

             TRATTO DA COSI' PARLO' ZARATUSTRA

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"Nella donna tutto è un enigma, e tutto nella donna ha una soluzione: questa si chiama gravidanza.
L'uomo è per la donna un mezzo: lo scopo è sempre il figlio. Ma che cosa è la donna per l'uomo?
L'uomo vero vuole due cose: il pericolo e il gioco.
Perciò egli vuole la donna, che è il giocattolo più pericoloso.
L'uomo deve essere addestrato alla guerra, e la donna al conforto del guerriero: tutto il resto è follia.
Il guerriero non tollera frutti troppo dolci.Perciò egli vuole la donna; è sempre amara anche la donna più dolce.
La donna comprende i bambini meglio dell' uomo, ma l'uomo è più infantile della donna.
Nel vero uomo è nascosto un bimbo: e vuole giocare. Su, donne, scopritemi dunque il bambino nell'uomo!
La donna sia un giocattolo, puro e delicato, simile al diamante, raggiante delle virtù di un mondo che ancora non esiste.
Il riflesso di una stella brilli nel vostro amore! Sia la vostra speranza:ìPossa io partorire il Superuomo!'
Il vostro amore sia coraggioso! Con il vostro amore dovete scagliarvi su colui che vi incute paura.
Nel vostro amore sia il vostro onore. La donna poco s' intende d'onore. Ma sia questo il vostro onore: amare più di quanto siete amate, e non essere mai seconde.
L'uomo tema la donna, quando essa ama: essa fa ogni sacrificio, e ogni altra cosa è per lei senza valore.
L'uomo tema la donna, quando essa odia: perché l'uomo nel profondo dell'anima non è cattivo, ma la donna è invece perversa.
La donna chi odia più di tutto? Così disse il ferro alla calamita: 'Io odio te più di tutto, perché tu trai a te, ma non sei abbastanza forte per trattenere.
La felicità dell'uomo si chiama: ' io voglio '. La felicità della donna si chiama:' egli vuole '.
'Vedi, solo ora il mondo è divenuto perfetto!'. Così pensa ogni donna quando obbedisce alla pienezza dell' amore."

 
 
 

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Post n°257 pubblicato il 05 Luglio 2009 da giovanedestra_lecco

         NULLA E' TRAMONTATO

            PALIO DI SIENA 2009: VINCE LA TARTUCA

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Se la vittoria era di quelle scontate, tutto il resto non lo era affatto in quest'Italia del 2009: un presidente nero a Washington, la finanza angloamericana in crisi, il PIL nazionale sotto del 5%. Eppure incurante di tutto l'Italia della tradizione ha vissuto ancora una volta la liturgia del palio: minacciato fino all’ultimo dalla pioggia, turbato dalla forzata uscita di scena della contrada della Civetta che ha visto svanire ogni sogno alla vigilia, con l’infortunio del suo cavallo Iesael.

Tre mosse false, di cui la seconda ritenuta buona da tutti. Una terza invalidata dall’Onda visibilmente rigirata e col nerbo alzato. La tensione ha raggiunto livelli altissimi, con contestazioni verso il mossiere e verso una rincorsa, Drago, che non solo non si decideva ad entrare ma non lasciava neanche capire perchè.

Poi via, al primo Casato Tartuca, Lupa e Istrice che incalza da dietro, il cavallino dell'Onda, Insomma montato dall'esordiente Voglia si ferma. Il Bruschelli per i colori dell'Istrice tenta il sorpasso, ma il giovane Fais è bravo a tappare, impedendo alla rivale di riuscire nello scopo. Volano alcune nerbate tra i due, come nei Palii dei vecchi tempi.

Ma La Tartuca vola e niente e nessuno ormai può togliergli quel drappellone dalle mani. L’emozione si taglia a fette. Il popolo tartuchino si aggrappa al cencio, i baci per Gingillo e Già del Menhir si sprecano: un altro palio s'inscrive nella storia d'Italia.

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Nell'immagine dipinto futurista di Corrado Forlin "splendore simultaneo del palio di Siena"

 
 
 

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Post n°256 pubblicato il 01 Luglio 2009 da giovanedestra_lecco

             MAI PIU' UMILIATI

     NAPOLI: IMMIGRATO VIOLA LA STATUA DI GARIBALDI

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Ci sarebbe piaciuto che le autorità cittadine, i partiti politici, tutti gli organi di stampa avessero stigmatizzato nettamente l'oltraggio subito due settimane fa dalla statua dell'eroe dei due mondi.

In nessun paese civile chicchessia avrebbe osato arrampicarsi sulla statua dedicata all'eroe nazionale per farne un palcoscenico delle prorpie miserevolezze. Tanto meno l'ultimo dei "migranti" appena sbarcato in clandestinità.

Eppure a Napoli tutto questo è successo nel silenzio di tutti.

 
 
 

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Post n°255 pubblicato il 29 Giugno 2009 da giovanedestra_lecco

              IL PRIMATO E' NOSTRO

      LA PELLEGRINI DONA AL PAESE UN ALTRO RECORD

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Quattro minuti primi e quarantuno centesimi nei 400 stile libero.

Peri nostri colori è di nuovo record mondiale.

 

 
 
 

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Post n°254 pubblicato il 28 Giugno 2009 da giovanedestra_lecco

           LUCIEN FEBVRE: ONORE E PATRIA

  IL LIBRO NATO DALLE LEZIONI AL COLLEGE DE FRANCE

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Onore e patria» è il titolo dei due corsi tenuti da Lucien Febvre al Collège de France tra il 1945 e il 1947, e ripresi in vista della pubblicazione di un volume che l'autore non ebbe il tempo di portare a compimento. Questo testo incompiuto e rimasto per lunghi anni inedito, ritrovato per caso in una soffitta del castello che fu di Tocqueville, restituisce il senso di una riflessione attualissima. Mai come oggi onore e patria mostrano intatta la loro capacità di orientare, in certi momenti, le scelte decisive della nostra vita collettiva.

Il titolo, riprende il motto della Marina militare francese, richiama la vicenda di due fratelli che, nel 1942, avevano fatto discendere da quelle parole d'ordine l'adesione a schieramenti contrapposti, con esiti tragici per entrambi.  Nel novembre 1942 nei giorni dello sbarco americano nell'Africa del Nord su una nave davanti a Orano, muore un giovane ufficiale di marina: è il figlio di Henriette Psichari, che è la segretaria generale dell'"Encyclopédie française" che gli appare con il volto della "madre affranta, impietrita dal dolore" e gli svela il suo dramma: il figlio appena morto aveva seguito l'ammiraglio Darlan nella fedeltà al regime di Vichy; un altro, che era ufficiale dell'esercito, si era per tempo schierato dalla parte opposta, con la Francia libera, con De Gaulle, e le truppe comandate dal generale Leclerc. Vista con gli occhi della madre, la situazione era appunto questa: "Uno dei suoi figli era morto per difendere ciò che suo fratello si adoperava a distruggere, anch'egli al prezzo del suo sangue, se necessario".  "Onore e Patria: queste parole l'ufficiale di Leclerc le aveva lette centinaia di volte sulle pieghe della sua bandiera, l'ufficiale della marina le aveva lette tutti i giorni sulla passerella della sua nave".

Ed è proprio il possibile conflitto tra le due nozioni, per altri versi accoppiate in un lunga tradizione comune, a suscitare in Febvre una riflessione di potente portata storica, su «questo grande tema, e sentimento

Attraverso una congiunzione finissima di erudizione, intuito e passione civile, il grande storico cerca di trovare nella Chanson de Roland o in Rabelais, in Montaigne o in Corneille, in Bossuet o in Stendhal, e naturalmente entro i suoi stessi più profondi convincimenti, gli imperativi che dal sentimento dell'onore e dall'attaccamento alla patria derivano, e le modalità con cui simili parole mobilitano, di tanto in tanto, in modo così deciso e perentorio, le coscienze.

Di "onore" si considera prima, e lungamente, la definizione ultima, la gamma delle accezioni che il termine ha incorporato con i cambiamenti che via via sono sopraggiunti; sa vedere nella parola l'espressione e il riflesso di una sensibilità.
Le due parole sono il motto della Legion d'onore; e si ritrovano scritte a lettere d'oro sulle bandiere dell'esercito e della marina francesi. In tempi di quiete, esse appaiono come fuse in un solo blocco, non sono nettamente separabili. In tempi di crisi e di inquietudine, invece, il binomio tende a spezzarsi, ciascun termine acquista una sua fisionomia, trova un dinamismo suo proprio.

Febvre si pone sia nel punto di vista di Pascal ("Onore e' preferire cio' che appare a cio' che e") e di Bossuet ("l'onore e' orgoglio"); sia quello opposto ("l'orgoglio e' una deviazione dell'onore" E cerca una soluzione abbozzando una riflessione, rimasta anch'essa incompiuta sul fatto che la "Nazione" assommi in se' quell'insieme di valori e sentimenti che consente a tutti di sentirsi parte di un tale "intero": "Nazione - cosi' si legge in un appunto -, detentrice di un patrimonio spirituale di cui rende partecipi tutti i suoi membri. Contesto culturale che fornisce una certa mentalita". Quindi osserva: "La coscienza nazionale e' un fatto. Non c'e' coscienza patriottica, non c'e' coscienza statuale. C'e' una coscienza nazionale, la cui presa si concretizza con maggiore o minore forza: nell'elite o nel popolo intero".

 
 
 

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Post n°253 pubblicato il 25 Giugno 2009 da giovanedestra_lecco

                  "VOIR L'ITALIE ET MOURIR"

        VIAGGIO IN ITALIA: VEDUTE DI FRIEDRICH NERLY

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VENEZIA. PIAZZA SAN MARCO

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TERRACINA E MONTE CIRCEO

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PIAZZA SAN MARCO

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COLLI ROMANI

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Post n°252 pubblicato il 20 Giugno 2009 da giovanedestra_lecco

CONTE DI CAVOUR, LA NUOVA AMMIRAGLIA

   CONSEGNATA IERI LA BANDIERA DI COMBATTIMENTO

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La "Cavour", nuova portarei della nostra marina ha ricevuto ieri nel porto di Civitavecchia, in occasione della festa della M.M la bandiera di combattimento alla presenza del Presidente della Repubblica.

Ultimo atto di una lunga avventura iniziata nel novembre del 2000 con la firma del contratto alla Fincantieri; nel giugno del 2001 il taglio della prima lamiera e nel luglio del 2004 il varo in mare; poi gli allestimenti per i sistemi d'arma conclusi da poco.

Oggi l'Italia dispone di un portaerei tra le più moderne del mondo con un ponte di volo lungo due campi di calcio, una potenza di 120.000 cavalli, 30 nodi di velocità, con la possibilità di alloggiare fino a 1200 militari, cingolati, carri armati, 24 aerei.

Anche i sistemi d'arma sono interamente italiani: mitragliatrici Oto Breda, sistemi missilistici SAm/IT, lanciarazzi antimissile scler H, sistemi antisiluro Slat.

Una nave unica nel suo genere che la Marina mette a disposizione della Nazione per una nuova politica di influenza nel mondo. Proprio ora che si riduce il peso geopolitico degli Usa e sorgono nuove potenze come India, Cina e Russia, e anche la Francia ha ripreso ad agire in Africa e Medio-oriente (recentissima la creazione di una base militare negli Emirati).

Consapevoli che o ci sarà più "Italia" nel mondo, o altrimenti questo stesso mondo sarà destinato nel suo declino senza fine.

 
 
 

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Post n°251 pubblicato il 17 Giugno 2009 da giovanedestra_lecco

  I SIGNORI ROSSI AFFONDANO L'AMERICA

       L' ITALIA DELLA TRADIZIONE BATTE L'IMPERO DEL MALE

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Il calcio è sempre qualcosa in più di uno sport. Le rivalità, sgli scontri di civiltà oggi trovano qui, sul rettangolo di gioco, il luogo per manifestarsi.

E la partita di ieri assume i toni di qualcosa di più che una vittoria in un torneo di calcio. Perchè a confrontarsi sul campo non erano due squadre, ma due culture; non erano 22 giocatori ma erano due civiltà, due modi d'intendere il mondo.

La nuova divisa degli azzurri simbolicamente ne richiamava il nostro: l'attaccamento alla tradizione: un omaggio alla nazionale di Pozzo, campione del mondo nel 34 e 38. Azzurro tenue che ricordava le maglie dei primi nazionalisti italiani, le camice azzurre dei primi del novecento, calzettoni e pantaloncini neri a ricordare le nazionali del ventennio, quando l'inno si cantava ancora a braccio teso nel saluto di Roma. 11 giocatori tutti italiani, di nascita e ascendenze da generazioni e generazioni.

Dall'altra una pseudo-nazionale cosmopolita, di uomini di ogni razza e colore, cognomi nelle lingue più disparate, "americani" freschi di elezione solo per debuttare nella "nazionale" del dollaro.

E sempre di simboli: non è un caso che le tre reti dell'Italia portino la firma dei signori Rossi, il cognome più diffuso tra noi, spesso usato per indicare proprio l'italiano medio, il vicino della porta accanto.

E per di più uno dei due Rossi risulta nato in territorio americano. Eppure quando ha dovuto scegliere a quale Nazione appartenere non ha avuto dubbi: da una parte la stirpe imperiale dei suoi avi, dall'altra un miscuglio cosmopolita di uomini e donne senza storia e senza identità.

 

 
 
 

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Post n°250 pubblicato il 14 Giugno 2009 da giovanedestra_lecco

         DOVE L'ITALIANO E' IN MINORANZA

      AL TECNICO "POLO" DI MILANO IMMIGRATI AL 60%

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Basta leggere  il sito dell'istituto professionale Marignoni per rendersi conto del livello di degrado raggiunto dalla nostra scuola.

Il dato è ufficiale: gli Italiani in questa scuola sono meno del 40%, su 700 iscritti. Nelle scuole medie ed elementari i dati sono ancora peggiori: in alcune dell'Emilia la percentuale sfiora l'80%.

Crolla contestualmente il livello di preparazione dei pochi studenti italiani rimasti: obbligati a seguire corsi iper-semplificati, circondati da nuovi compagni senza motivazioni e prospettive.

 
 
 

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Post n°249 pubblicato il 11 Giugno 2009 da giovanedestra_lecco

           ENEL: ENTE NAZIONALE ENERGIA ELETTRICA

      1.300.000 ITALIANI IMPEGNATI NELL'AUMENTO DI CAPITALE

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Enel rappresenta la più grande azienda italiana, prima ancora di ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) ed è la seconda azienda europea nel settore energetico dopo EDF (Electricitè de France). In questi giorni ha chiamato i suoi azionisti (30% lo stato, 30% piccoli azionisti italiani, 30% fondi comuni italiani ed esteri) a sottoscrivere un aumento di capitale di 8 miliardi di Euro per ridurre l'indebitamento giunto a 60 mld di euro dopo la conquista del primo operatore elettrico spagnolo.

Non è casuale che un momento di crisi dell'economia e del modello liberista, siano le grande imprese pubbliche privatizzate e operanti nei settori strategici a tenere alta l'offensiva economica.

La crisi della globalizzazione di stampo anglo-americano, e delle grandi multinazionali private non poteva che aprire la  strada ai cosidetti campioni nazionali di cui l'Italia insieme alla francia schiera le migliori a livello europeo: Enel, Eni e Finmeccanica. In questi ultimi anni sempre distintesi per profitti eccezzionali, politiche di espansione in tutto il mondo, prodotti e servizi di avanguardia.

Si delinea così in contrasto al tramonto del modello economico anglo-americano un esempio precipuamente italiano: affianco a un pulviscolo di micro-imprese organizzate nei distretti, si muovono grandi campioni nazionali di partecipazione statale e di capitalismo diffuso capaci di competere e vincere sul mercato globale.

 

               

 
 
 

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Post n°248 pubblicato il 27 Maggio 2009 da giovanedestra_lecco

      "VINCERE" DI MARCO BELLOCCHIO

        IL FILM SUL FASCISMO BOICOTTATO A CANNES

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C'era da aspettarselo e infatti puntualmente si è verificato. Le anime belle della giuria francese non potevano accettare che un film, pur denigratorio, sulla vita di Mussolini potesse ambire alla vittoria della palma d'oro.

Eppure, il regista Marco Bellocchio, da sempre schierato a sinistra, aveva fatto di tutto per relativizzare i fatti, presentarli in ottica oscura e negativa, interpretarli secondo un giudizio di rifiuto nei confronti dei protagonisti.

Ma qui è il punto, non riuscendo nel suo intento,  dal film emergeva invece nettamente l'inverosimile bellezza dell'avventura mussoliniana, la tensione ideale, la forza del sogno, il coraggio, l'audacia, la forza di volontà, l'amor di patria

Troppo, vermanete troppo,  perchè i giudici di sinistra non lo escludessero dal palmares del 62° festival del cinema. Ne andava dell'egemonia culturale che i post-comunisti ancora detengono nella ultima ridotta francese.

Bellocchio non è riuscito a oscurare la tensione futurista dei personaggi, tanto che il film a sua volta ha dovuto assumerne i caratteri, mostrando quanto quell'avanguardia artistica ebbe peso nella storia del movimento nazionale italiano, sconfessando in più passaggi la vulgata storiogafica che lo voleva espressione dei bassi istinti di conservazione di agrari e bottegai.

E sono proprio le immagini con la loro forza, la loro nuda verità a cancellare qualsiasi tentativo di preconfezionare un giudizio sull'esperienza futurista e fascista, la scena delle figure indistinte che emergono in marcia dal buio, non è che la sintesi iconica di quella avventura: la reazione dei migliori di fronte a un epoca di decadenza e declino.

Le stesse immagini  che chiudono Vincere rendono perfetto il senso dello spirito del fascismo: una città italiana chiusa e ferita nel buio della notte, accesa e illuminata dal chiarore delle ultime bombe. E in quel chiarore resta il sogno di una vittoria che la disfatta non può cancellare.

In fin dei conti la guerra non è mai finita.

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Post n°247 pubblicato il 17 Maggio 2009 da giovanedestra_lecco

VITE DA PATRIOTI: GUGLIELMO OBERDAN

      ESSERE OLTRE; ESSERE GETTATO VERSO L'IDEA

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A lui, considerato martire del nostro irredentismo, sono dedicati la piazza davanti al palazzo del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia, dove si trovava la caserma in cui fu impiccato, e un liceo scientifico, sempre a Trieste. Ma piazze, vie e istituti scolastici sono stati a lui dedicati in quasi tutte le città italiane.

Trascorse i primi anni della sua vita in una città segnata dai contrasti fra i fedeli all'Austria e gli irredentisti. Si distinse nelle attività scolastiche e nel 1877, grazie ad una borsa di studio del comune di Trieste, poté iscriversi al Politecnico di Vienna. L'anno seguente, però, avendo l'Austria proclamato la mobilitazione per occupare militarmente la Bosnia e l'Erzegovina come deciso nel Congresso di Berlino ricevette la chiamata alle armi e dovette interrompere gli studi.

Per non combattere agli ordini dell'Austria, decise subito di disertare e, aiutato da organizzazioni patriottiche italiane, abbandonò Vienna per trasferirsi a Roma dove poté iscriversi all'università e completare gli studi in ingegneria. All'ultimo anno fu però costretto ad interromperli poiché, a causa di alcune sue opinioni, il sussidio assegnatogli dallo Stato italiano gli venne revocato.

La morte di Giuseppe Garibaldi, avvenuta nel 1882, e il conseguente scoraggiamento degli esuli che avevano riposto in lui le loro speranze, spinse Oberdan a organizzare un attentato, assieme ad altri irredentisti (tra cui l'istriano Donato Ragosa), con cui era sempre in contatto, contro l'imperatore Francesco Giuseppe in visita a Trieste in occasione dei 500 anni di dedizione della città all'Austria. Prima che l'attentato potesse compiersi, egli venne arrestato a Ronchi, in seguito alla segnalazione di un messo comunale che notò il suo ingresso clandestino in territorio austriaco nei pressi di Versa. Condannato a morte dalla giustizia austriaca, che lo considerava un disertore e un regicida, avendo tentato di uccidere l'imperatore Francesco Giuseppe, fu impiccato a Trieste il 20 dicembre 1882.

 
 
 

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Post n°246 pubblicato il 13 Maggio 2009 da giovanedestra_lecco

       VERDE, BIANCO, ROSSO:  LA BANDIERA DIPINTA

         IL TRICOLORE NELLE MODERNE ARTI FIGURATIVE

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In occasione del 210° anniversario della nascita della nostra bandiera la Galleria La Pigna ha chiesto ai più grandi artisti italiani viventi di esprimersi liberamente  sul tema del tricolore e dell'idea nazionale.

I dipinti più seducenti spaziano "dall'italiana" di Giulio Rossetti alla inquietante presenza maschile di Sergio Favotto, alle metafisiche lance tricolori di Paola Marzano al tenue paesaggio di Patrizia Moglie,  a Lucia Consoli che ha rappresentato una giovane donna di colore con l'“Italia negli occhi”.

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                                   Giulio Rossetti

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                                   Sergio Bertinotti

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                                       Liliana Consoli

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                                        Allison Brown

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                                        Franco Tarantino

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                                       Giovanna Dejua

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Post n°245 pubblicato il 10 Maggio 2009 da giovanedestra_lecco

        LA NOSTRA SFIDA ALLE STELLE

    IN RAMPA UN NUOVO SATELLITE MILITARE ITALIANO

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La corsa aereospaziale diventa ogni anno sempre più importante per non essere tagliati fuori dalle nazioni che contano e che sono in grado di proiettare influenza.

Bush a suo tempo aveva indicato il 2018 come l'anno della colonizzazione della luna, i cinesi hanno l'ambizione di fare altrettanto dopo il 2020: "Volare sulla luna è il sogno più a lungo nutrito dalla Nazione" così scrive l'agenzia spaziale cinese.

Anche Nuova Delhy e l'India hanno grande ambizioni e l'agenzia spaziale indiana sta sperimentando il prototipo di una rudimentale capsula. Bisogna poi non dimenticare che Cina, India e Giappone sono tre potenze spaziali  con vettori  capaci di contendersiil mercato del trasporto in orbita dei satelliti.

I russi stanno a loro volta costruendo la sonda Luna-Glob che lanceranno nel 2012. La presenza sul suolo lunare, ma in generale nello spazio è indispensabile per poter poi partecipare allo sfruttamento delle risore minerarie lunari.

Ecco allora che anche l'Italia partecipa alla conquista dello spazio con un lancio avvenuto il mese scorso di un satellite militare, il Sicral B realizzato fa Finmeccanica attraverso Alenia spazio e Telespazio.

Frutto dell'ingegno di oltre 250 tecnici italiani che hanno curato la progettazione e la costruzione, della fase di lancio e messa in orbita (attraverso il centro del Fucino), quartier generale di telespazio.

Costatoci 350 milioni di euro (messi dal ministero della Difesa, dello sviluppo economico, da Fimmeccanica) a breve il suo controllo verrà trasferito alla base di militare di Vigna di Valle vicino a Roma.

Quest'ultimo nato di Finmeccanica estende le funzionalità del primo Sicral già in orbita garentendo comunicazioni tattiche estrategiche tra mezzi terrestri navali e aerei.

 
 
 

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Post n°244 pubblicato il 26 Aprile 2009 da giovanedestra_lecco

        DESTRA, EUROPA, MODERNITA'

       ERNST NOLTE, PADRE DELL "HISTORIKERSTREIT"

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Nei giorni scorsi il grande storico tedesco è stato al centro di una polemica qui in Italia per la sua partecipazione a un convegno all'università di Treviso. Reo per la sinistra che lo contestava di essere oltre che padre dello "Historikerstreit" ( ovvero del primo tentativo di revisionismo storico tedesco iniziato dalle pagine destrorse della "Suddeutsche Zeitung" nel mezzo degli '80), anche di essere un critico acceso di Israele, da lui definito uno stato "ideocratico".

Allievo di Martin Heidegger ed Eugen Fink ha addirittura criticato il processo di unificazione europea perché vi rintraccia una tendenza a considerare la ricchezza culturale come un problema e un tentativo di superare le differenze espellendo le proprie radici e accogliendo un’immigrazione di vaste dimensioni.

Ricordando la visione spengleriana del Tramonto dell’Occidente, Nolte ha via via ribadito nei suoi scritti l’importanza vitale della partita a scacchi che nella “società dei supermercati” si gioca tra universalismo e identità particolari, assumendo sempre un pensiero anticonformista sulla religione e sulla religiosità, sul liberalismo e sulla globalizzazione, sulla laicità e sull’etica, sulla guerra e sul pacifismo.

Nolte afferma di respingere il pernsiero tale per cui “per fare storia  bisogna credere per forza nel male assoluto”. Egli stesso dice “Questa è una interpretazione ancora molto diffusa perché con intenzione chiaramente dogmatica si afferma che il nazionalsocialismo è il male assoluto. Ma non è in alcun modo lecito credere nel male assoluto per ciò che concerne le cose umane: si può dire che il diavolo è il male assoluto, che Dio è il bene assoluto, ma nessun uomo, nessuna istituzione umana può essere definita assoluta, vista tutta la complessità e le relazioni che compongono la realtà umana. Questa contrapposizione manicheistica era (ed è) il contenuto principale di quella ideologia che chiamiamo politically correct".

Quanto al progresso e al cosmopolitismo, per il grande storico tedesco sono aspetti molto pericolosi. Un esempio? “Se le frontiere sono aperte è utile per gli uomini onesti che vogliono visitare altri paesi, ma è un vantaggio anche per i criminali perché possono arrivare in questi nuovi posti senza essere nemmeno identificati. Il progresso contiene la possibilità del meglio e del peggio. Credo però che chi voglia identificarlo con le possibilità migliori sia sulla strada sbagliata”. Come dire: il progresso può rendere felici, ma non soddisfa appieno l’umanità.

 
 
 

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Post n°243 pubblicato il 22 Aprile 2009 da giovanedestra_lecco

               BIMILLENARIO DEI FLAVI

             LA DINASTIA E L'IMPERO IN MOSTRA A ROMA

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L'Italia ricorda con una grande mostra la nascita dell’imperatore Vespasiano avvenuta 2000 anni fa, proposta dal Comitato Nazionale per le Celebrazioni del Bimillenario, e varate dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali.
La mostra Divus Vespasianus. Il bimillenario dei Flavi, curata da Filippo Coarelli Racconta le gesta della dinastia Flavia: di Vespasiano (69-79), del primogenito Tito (79-81) e del figlio minore Domiziano (81-96). La mostra comincia al Colosseo, per proseguire lungo un percorso che tocca i monumenti flavi nell’area del Foro e del Palatino con altri due punti espositivi: la Curia (Foro romano) e il criptoportico neroniano (Palatino).
Vespasiano viene acclamato imperatore dall’esercito, ad Alessandria, e nel 70 si insediò imperatore pur, di origini sabine, priva di tradizioni aristocratiche, segnando una rottura definitiva con la gestione monopolistica del potere da parte dell’aristocrazia senatoria di Roma.
Altro grande tema della mostra è Roma, che conobbe con la dinastia flavia un’intensa stagione edilizia che ne cambiò radicalmente il volto. I monumenti di epoca Flavia sono illustrati da frammenti di una grande pianta della città, incisa su lastre di marmo e in mostra, di cui lapiù grande espressione resta il Colosseo.

 
 
 

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Post n°241 pubblicato il 16 Aprile 2009 da giovanedestra_lecco

I SIMBOLI DELLA NAZIONE: IL FORO ITALICO

      DISTESA DI MARMI E SCULTURE SENZA TEMPO

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Da sempre considerato il "mito di marmo della destra", consiste in un complesso in stile monumental-razionalista ispirato alle architetture della Roma imperiale.

Il Foro Italico fu edificato tra il 1928 e il 1938 come un'area dedicata alle discipline sportive.
Il complesso degli edifici che compongono il Foro fu coordinato architettonicamente da Enrico Del Debbio e Luigi Moretti che completò i lavori.

Il Foro Italico nacque per essere "il più grande, il più originale ed il più perfetto complesso che in fatto di educazione fisica sia stato concepito ed attuato nel mondo". Al suo ingresso si trova l'Obelisco, eretto nel 1932 e attualmente coperto dai ponteggi del restauro, con la scritta sul fusto a caratteri romani MUSSOLINI DUX costituisce il "centro ottico e ideale del complesso

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Il foro ha il suo punto di ingresso principale da sud est in asse col ponte Duca d'Aosta dove, su un ampio viale interamente mosaicato a tessere bianche e nere, sorge un enorme obelisco di marmo di Carrara, alto 17.5 metri, base esclusa.
Dall'obelisco si arriva alla fontana del Globo lungo il viale del Foro Italico un tappeto musivo su disegno dei pittori Angelo Canevari, Capizzano, Rosso e Severini, che hanno raffigurato con tessere marmoree bianche e nere le principali scene della vita italiana, "erede ed emula della gloria di Roma".
I mosaici, nonostante un recente restauro, versano in precarie condizioni dato il deterioramento causato dal continuo passaggio di tifosi per lo stadio.

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A destra dell'obelisco si trovava l'Accademia Fascista di Educazione fisica, edificio che ha subìto nel corso degli anni numerosi cambiamenti d'uso: da quartier generale delle truppe di liberazione ad albergo vaticano per i pellegrini del giubileo del 1950 per finire, dal 1951, a sede del CONI che ha sostituito i fasci con i cinque anelli intrecciati. L'edificio è decorato esternamente da nicchie che accolgono sculture di atleti realizzate da Carlo De Veroli e da Silvio Canevari.

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Post n°240 pubblicato il 12 Aprile 2009 da giovanedestra_lecco

    LE FORZE ARMATE LE PIU' AMATE DAGLI ITALIANI

ANCORA PRIME NELL'INDICE DI FIDUCIA DELLE ISTITUZIONI

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Le quattro forze armate sono le uniche a mantenere intatte il grado di fiducia nelle istituzioni secondo il sondaggio Ispo pubblicato sul Corriere della Sera la scorsa settimana. Mentre si registra una diminuzione costante di consenso per il restante tessuto istituzionale del Paese.

Oltre l'81% per cento di Italiani hanno fiducia nell'Esercito, Marina, Aereonautica, Carabinieri, mentre meno del 30% per la classe politica.

Il dato non necessita altri commenti.

 
 
 

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Post n°239 pubblicato il 05 Aprile 2009 da giovanedestra_lecco

      TANIA PORTA L'ITALIA AL TRIONFO

   DAL TRAMPOLINO L'ACQUA E' ANCORA PIU' AZZURRA

.

               

.

L'Italia stravince agli Europei di tuffi di Torino. Prima il successo di venerdi’ dal trampolino di un metro, dove ha conquistato una medaglia d’oro. Poi nella giornata di sabato il bis, questa volta dal trampolino dei tre metri, poi domenica Tania in coppia con Francesca Dallape vince pure il sincro dal trampolino tre metri.

Per la terza volta inno di Mameli e tricolore sul pennone più alto nel tripudio di un palazzeto gremito all'inverosimile.

 
 
 

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Post n°238 pubblicato il 01 Aprile 2009 da giovanedestra_lecco

             YUKIO MISHIMA, POETA

             LIRICHE TRATTE DA "ADDIO AL MONDO"

.

.

Prima brina, oggi,
per il guerriero
che tante volte
si è indurito
al suono della spada sfoderata

Non importa cadere.
Prima di tutto.
Prima di tutti.
E‘ proprio del fior di ciliegio
cadere nobilmente
in una notte di tempesta

Oggi, nel giorno atteso,
a conoscere quello
che è racchiuso nel mio cuore,
che da tempo ha giurato,
sarà la sola tempesta?

Ah, l‘amor di patria
che brucia come il fuoco!
Esso durerà fin quando
avrò la forza di non
distogliere lo sguardo
da Sua Maestà Perenne.

Tra una nuvola e l‘altra
cade bianca la neve.
E‘ il cuore della poesia
che canta il Fujiyama
la vera via del guerriero

Non fa differenza combattere
da leone o tigre.
Se è per la patria,
anche la vita del guerriero
e‘ accolta tra gli dei.



 
 
 

NELL''ATTIMO

LA NAZIONE E' LA SINTESI

LA NAZIONE SIAMO NOI

.

"La Patria è la viva

e concreta

obiettivizzazione della nostra

individualità

che si contempla

ingrandita e moltiplicata

nel passato e nell'avvenire"

.

 

 

 

AREA PERSONALE

 

DIFENDI LA LINGUA ITALIANA

CONTRO L'ANGLOFONIA, IL MISTILINGUISMO,

L'IBRIDAZIONE DEL NOSTRO LINGUAGGIO

.

.

PER LA PUREZZA DELLA LINGUA NAZIONALE

PER IL FUTURO DEL NOSTRO IDIOMA

.

 

 

LA NAZIONE PRIMA DI TUTTO

 

.

 

.

 

 

DIVINITA' DELL'ITALIA

.

 

.

" O PATRIA

OGNI TUA ETA'

S'E' DESTA

NEL MIO SANGUE"

(Ungaretti)

.

 

.

 

STRINGITI ALLA PATRIA E RESTALE FEDELE

.
.
" E' A QUESTA STIRPE
DI SANTI, DI POETI,
D'INVENTORI
DI NAVIGATORI
CHE L'UMANITA'
DEVE LE MAGGIORI
DELLE SUE CONQUISTE"
(B.M)
.
.
 
 

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CREDERE, OSARE, VINCERE

.

"NON CHIEDERTI

COSA ABBIA FATTO

PER TE LA PATRIA:

CHIEDITI INVECE

COSA HAI FATTO TU

PER LA PATRIA"

.

 

SEMPRE PIU' IN ALTO

 

.

 

"ECCO LA BANDIERA, IL TRICOLORE

SI SPIEGA AL SOFFIO DELL'ONORE

SI STENDE AL VENTO DELLA FEDE,

SI ILLUMINA NELLA PROMESSA DEL FUTURO.

CONSACRALA ANCHE TU,

ESSA TE LO DOMANDA"

(G. D'ANNUNZIO) 

.

 

GRANDITALIA

"IL BELPAESE

LA' DOVE 'L

SI' SUONA"

(Dante, Divina Commedia)

.

 

"IL BELPAESE

CH'APPENNIN PARTE

E 'L MAR CIRCONDA

ET L'ALPE"

(Petrarca, Il Canzoniere)

 

SESSANTA MILIONI MA UN CUORE SOLO

.

"LA PATRIA E' UN UNITA' TOTALE

IN CUI SI INTEGRANO TUTTI

GLI INDIVIDUI E TUTTI I GRUPPI,

UNA SINTESI TRASCENDENTE,

INDIVISIBILE, CON PROPRIE FINALITA'

DA PERSEGUIRE"

(Josè Antonio)

.

 

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IL PENSIERO LIBERATO

.

" LO STATO DA SOLO

NON E' CHE SOLTANTO IL MEZZO

PER UN FINE PIU' ALTO,

CIOE' EDUCARE NELLA NAZIONE

CIO' CHE E' PURAMENTE UMANO "

(FICHTE)

.

 

 

LA MILITANZA COME ARTE

LE MIGLIORI MOSTRE FUTURISTE DI SEMPRE

.

.

.

1) Futurismo 100- Astrazioni.

Venezia, Museo Correr dal 5 giugno al 4 ottobre 09.

.

2) Futurismo 1909-2009 Dimamismo+ Arte+ Azione

Milano, Palazzo Reale dal 5 febbraio al 7 giugno

.

3) Futurismo 100 simultaneità

Milano, palazzo Reale, dall' 15 ottobre al 25 gennaio 2010

 

.

 

 

FRECCE TRICOLORI, ESSERE E' APPARTENERE

.

..

" L'IDEA NAZIONALE

NON E' UN DATO CULTURALE,

UN SENTIMENTO SPONTANEO

DI APPARTENENZA,

E' CIO' CHE UNO SA

 DI DOVER ESSERE.

ITALIANI SI NASCE,

NON SI DIVENTA"

.

 

SPRAZZI DI LUCE

.
"CREDO
NELLA PATRIA FUTURA
E MI PROMETTO
ALLA PATRIA FUTURA"
.
(G. D'ANNUNZIO)
.
 

NEL RICORDO

.

"L'UNICO CONFINE

CHE CONOSCE LA NAZIONE

E' LA FORZA

DEI SUOI UOMINI"

(V. SALOMON)

.

 

.

" OVUNQUE SIA

UN TRICOLORE,

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I CONFINI

DELLA PATRIA.

DA LA' EDUCHEREMO

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CON LA LINGUA,

CON LE LEGGI,

CON LE ARTI"

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