Gnu Romantic

RICORDI X DIMENTICARE..SE MI LASCI TI CANCELLO


 PRIMO INCONTRO ALLA FELTRINELLI La prima immagine che ho di lei di quel primo incontro alla Feltrinelli è il suo sorriso misto a stupore e imbarazzo.Non riesco a ricordare ormai più il timbro della sua voce, si è dilatato nel tempo l’eco della sua risata ma in un ricordo liquido e afono riesco a sentire l’eco ovattato della sua allegria rimbalzare dentro la mia testa…ricordo che indossava dei jeans e un giubbino nero..poco trucco, un brillantino sulla narice… sembra leggermente rotondetta: dalla fotografia me la immaginavo più magra ma mi piace di più…dopo 2 anni di telefonate, mail, messaggi lei aveva deciso di volermi incontrare…a malincuore decisi di abbandonare lo schermo protettivo del mio pc e varcare la soglia del world wide web…il suo modo un po’ impacciato di avvicinarsi mi suscitò subito una grande tenerezza…ecco ora ci aggiriamo tra i libri…mi parla di Coelho, della Allende, 2 tra i suoi autori preferiti e di un best seller il cui nome ora mi sfugge…credo fosse Le cronache di Narnia...forse…le piacciono i libri…forse perché ha un buono da spendere…le consiglio alcuni romanzi ma lei fa di testa sua…quando usciamo mi accorgo che ha appena piovuto…mentre attraversiamo la strada le cingo le spalle perché mi accorgo che un’auto non sembra propensa a rallentare…c’è già un latente istinto di protezione nei suoi confronti che urla le sue ragioni per manifestarsi…Ti salverò da ogni malinconia, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te... io sì, che avrò cura di te…mentre le cingo le spalle per attraversare la strada le dico se si è ricordata di prendere l’ombrello che aveva in libreria…lei mi risponde che le ricordo suo padre quando le parlo così…ci fermiamo in un bar- yogurteria…siamo seduti ad un tavolino…lei ordina un latte caldo, io non ricordo cosa…finalmente abbiamo la possibilità di guardarci negli occhi, di parlare con più calma…non c’è molta gente nel bar…scherziamo ma non ancora sciolti del tutto...comincio a parlare di me e mi annoio da solo sentendomi….come al solito mi gioco la carta dell’ironia  dell’auto- ironia…lei mi parla della scuola, degli esami di maturità…ha un modo veloce di parlare...nonostante una certa sicurezza ostentata mi sembra una persona in cerca di rassicurazioni sul suo modo di essere…usciamo dal bar…ora siamo nella mia macchina…tra peluche e gadget il mondo della mia lumaca di latta già le appartiene…sembra a suo agio nella mia macchina -giocattolo…abita in periferia...anch’io d’altronde,  ma dall’altra parte della città…mi indica la strada, sicura…siamo sotto casa sua… vedo la sua finestra, la sua casa e ora mi dispiace un po’ lasciarla…ci salutiamo ancora un po’ imbarazzati...mi dice di mandarle un messaggio quando sarò arrivato a casa…ha già capito tutto sul mio scarso senso dell’orientamento…è già buio da un pezzo, la mia Renee sbuffa sulle buche della tangenziale che mi riporta a casa...è inverno, credo sia Ottobre o Novembre...il riscaldamento non funziona.