Gnu Romantic

LUCE DEI MIEI OCCHI


Morgan conosceva quasi a memoria quella rotta, riconosceva la vegetazione e il suo colore rossastro; gli era sempre piaciuto quel colore, ma sempre più spesso gli appariva monòtono. Come poteva essere paragonato ai colori caldi della Terra? La Terra.. - “Sono contento di tornare presto sulla Terra” - pensò. Vide in lontanza un’astronave in procinto di decollare epensò alle mattinate di sole nel giardino di casa sua. Morgan era uno straniero in un paese che assomigliava a tanti altri.  Aveva già dimenticato il nome che aveva preso prima di Morgan. Morgan gli era piaciuto subito; ci si era affezionato.Gli sembrava che con quel nome gli altri fossero disposti a volergli più bene;ad essere meno diffidenti nei suoi confronti.Guardò la pianura che si stendeva davanti ai suoi occhi; era tutta punteggiata di fuochi. Cercò d’immaginare l’abitudine degli abitanti di quel pianeta. In quel momento erano solo punti luminosi,lontani. Si chiese se quegli esseri arrivati dai luoghi più lontani della galassia avessero dei ricordi. Si chiese anche se i loro ricordi somigliassero ai suoi: un padre e una madre, il pranzo alla domenica, le partite di calcio, le feste di Natale. Tutti loro da qualsiasi pianeta provenissero,tutti loro avevano uma direzione,tutti volevano arrivare da qualche parte. Lentamente andò alla deriva verso sud-est. Era senza una guida, senza un equipaggio, era solo. Quando gli avevano proposto di partire per quella missione non aveva esitato. Avrebbe potuto rifiutare, ma non l’aveva fatto. Adesso non era come le altre volte; aveva un motivo in più.E non era soltanto la salvezza del suo pianeta, si trattava della sua salvezza… qualcosa che riguardava solo lui e nessun altro. Una volta nel corso di una delle prime missioni, Morgan guardava le stelle come se fossere presenze a lui familiari; si sentiva a suo agio lassù, così lontano da casa. Adesso invece si sentiva un intruso. Fino a quel momento Morgan pensava di essere solo nell’universo; aveva l’impressione che nessuno fosse più solo di lui. Si sentiva come una specie di superstite; ma ora sicuro che quei piccoli segnali provenissero da un mondo conosciuto…Era una speranza..Era tutto quello che aveva..Non aveva avuto più notizie dalla Terra,non sapeva più niente..Morgan camminava per le strade senza capire nulla, non sapeva cosa sarebbe accaduto.Ma soprattutto non sapeva cosa avrebbe detto o fatto.Non appena aveva potuto si era tolto uno strato di pelle e l’aveva nascosto sotto il letto..Aveva cambiato nome ancora una volta.Morgan e la missione senza fine - Collana Urania