Giovani In Lotta

Guadalupa. Barricate, scontri con la polizia e arresti, nella colonia francese è rivolta


All’inizio della quinta settimana di sciopero, la Guadalupa fa un passo avanti verso la rivolta contro la "metropoli coloniale" francese: barricate sulle strade, scontri con la polizia, decine di fermi, un sindacalista ferito e un inizio di battaglia nelle strade. Nove le strade bloccate attorno al capoluogo Pointe-a-Pitre. Da Parigi arriva l'avvertimento: "state usando strumenti illegali". Ma nonostante le minacce e gli appelli alla calma delle autorità locali, nella notte alcuni gruppi di giovani hanno incendiato bidoni della spazzatura innalzando alcune barricate per la città e rimosso una serie di barriere di sicurezza dalla strada che porta al palazzo della Mutualité, dove si trova la sede del collettivo sindacale che guida la protesta.Cinque giorni di prognosi e un collarino di gesso: questo è quanto rimediato ieri da Alex Lollia, uno dei responsabili del coordinamento sindacale LKP colpito durante una carica della polizia contro una barricata sulle strade attorno a Pointe-a-Pitre. Lollia, che ha riportato contusioni, si è rivolto alla folla ormai inferocita gridando "La libertà comincia oggi", "Domani, tutti di nuovo in piazza". E dalla folla della Guadalupa, che protesta da un mese contro un carovita acuito dalla crisi economica, che sta mettendo a dura prova la resistenza della popolazione, sono emersi slogan che lasciano intravedere una rivendicazione di autonomia e identità che va al di là di quella di natura economica: "La Guadalupa è nostra, la Guadalupa non è loro". Una sessantina finora i fermi operati dalla polizia, ma la giornata è ancora lunga. Da Parigi si continua a rispondere in modo estremamente secco alle richieste degli antillani. Anche ieri, con i dati che arrivavano da Bruxelles sul reddito procapite da serie B di questi cittadini francesi, e quindi europei, il primo ministro Francois Fillon ha fustigato le barricate, definite "mezzi illegali" di esprimere disagio. Ai cittadini dell'isola che chiedono aumenti di salario da gennaio, Fillon ha spiegato che Parigi è preoccupata "di garantire le condizioni di libera circolazione nell'isola", chiedendo ai locali di "lasciare il più possibile accessibili le pompe di benzina". Ma il dibattito, sulla stampa e in tv, si fa intanto acceso anche in Francia, dove la battaglia del "Collettivo contro lo sfruttamento" - questo il nome del movimento unitario dei manifestanti in Guadalupa - fa riflettere o preoccupare, a seconda dei punti di vista. Molti parlano di un rapporto storico viziato prima dalla schiavitù e poi dal colonialismo, altri evocano una sorta di "crisi di identità" delle Antille francesi. La realtà concreta di questi giorni parla di un sindacato finora preponderante, l'LKP, che chiede un aumento di salari e un calmiere sui prezzi nell'isola. Per ottenerlo, ha invocato invano il governo di Parigi di farsi garante nei negoziati con gli imprenditori. "Dobbiamo fare come i corsi, cominciare con le bombe", gridava oggi una ragazza in t-shirt bianca sulle barricate. Era inquadrata dagli obiettivi e dalle telecamere delle tv per una volta accorse in massa a immortalare le palme tagliate e ammucchiate sulle strade di accesso a Pointe-a-Pitre.