Giovani In Lotta

IL VERO VOLTO REAZIONARIO DI ALEMANNO SI E’ VISTO A REBIBBIA PROPRIO IL 25 APRILE


Ieri, 25 aprile 2009, 64° Anniversario della Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazista e dal regime fascista, mentre Alemanno cercava d’infiltrarsi all’interno della manifestazione-commemorazione di Porta San Paolo e veniva prontamente dissuaso dalla massiccia presenza dei vecchi e nuovi partigiani della lotta antifascista, nel quartiere di Rebibbia un manipolo di circa una ventina di razzisti e fascisti capeggiati da un caporione, consigliere del PdL, si scagliavano contro circa 200 persone che nella mattinata avevano occupato lo stabile abbandonato e degradato adiacente a un asilo d’infanzia, proprietà del Comune di Roma, in via Rivisoldoli. I lugubri ed inquietanti figuri di fronte all’indifferenza dei funzionari della DIGOS e delle pattuglie di Polizia, Carabinieri e Vigili Urbani scagliavano provocatoriamente all’indirizzo degli occupanti italiani, arabi, europei dell’Est e latinoamericani tutto il loro odio razziale alimentato dalla loro cultura e livore fascisti con minacce del tipo… “negri, zingari, beduini se non ve ne andate subito vi bruceremo vivi” e rivolti agli italiani “a voi, italiani infami, che ve li siete portati dietro vi spareremo in faccia!” Non contenti delle loro spregevoli minacce ed insulti, sotto lo sguardo impassibile delle cosiddette forze dell’ordine accatastavano davanti le entrate dello stabile occupato delle fascine di rami, fogliame e cartacce che tentavano d’incendiare gridando “oggi ve la facciamo noi la festa!” riferendosi alla giornata della Festa della Liberazione. Solo la loro feroce ignoranza e la casualità che quei rami fossero ancora troppo freschi hanno impedito che il fuoco prendesse forza. Sollecitati dagli occupanti ad intervenire per evitare nuovi tentativi di incendio alcuni carabinieri di una pattuglia che erano in quel momento sopraggiunta si limitavano a consigliare agli occupanti di allontanarsi all’interno dell’edificio!Nel mentre che la tensione cresceva sopraggiungevano i reparti della Polizia e dei Carabinieri schierandosi in assetto antisommossa non contro coloro che ripetutamente incitavano all’odio razziale e fascista e che tentavano ripetutamente di dare fuoco all’entrata dell’edificio, ma contro gli occupanti, in maggioranza donne e bambini, di cui almeno 10 nei loro carrozzini. Non è difficile immaginare il perché di questo rapidissimo intervento dei reparti antisommossa: Alemanno cacciato da Porta San Paolo, per conservare il suo consenso fascista nel territorio appoggiava pienamente le richieste pressanti del consigliere del PdL del V Municipio, Roberto Santoro ex di AN, che si era messo a capo della protesta dei provocatori della zona.E’ a quel punto che constatato il pericolo che la crescente pressione poliziesca e la violenza fascista potevano rappresentare per la maggior parte degli occupanti, il Comitato Popolare di Lotta per la Casa decideva, dopo una trattativa con i funzionari della Polizia e della DIGOS, di “restituire” al degrado e all’incuria lo stabile precedentemente occupato.Tutto quello che è accaduto la mattina del 25 aprile 2009 ci spinge a considerare quanto segue:·       Il movimento popolare di lotta per la casa non può sottrarsi dalla responsabilità di caratterizzare la propria prospettiva e la propria azione in termini anticapitalisti e conseguentemente antifascisti. E’ la crisi del sistema capitalista che genera privazioni, necessità e ogni sorta di problematiche.·       Solo la lotta per una maggiore giustizia sociale può fare fronte alla costruzione di un progetto complessivo basato sulla soddisfazione di due principali e fondamentali Diritti Umani, quali : il salario legato ad un lavoro non precario; la casa che vincola stabilmente gli abitanti ad una coerente cultura per la difesa del territorio in termini ambientali, sanitari ed educativi.Solo il rispetto di questi fondamentali Diritti Umani può rappresentare una garanzia stabile per tutti gli abitanti siano essi italiani che non e ciò contribuisce formidabilmente a radicare una nuova coscienza di lotta partecipata, democratica e solidale contro l’abbrutimento culturale, il degrado sociale fisico, psichico. Questi valori radicati attraverso le continue battaglie di resistenza agli effetti di una crisi economico, sociale, politica ed ideologica rappresentano la vera diga contro il dilagare del pensiero unico e del regime “della libertà di sfruttamento dei lavoratori e della libertà di oppressione dei popoli”  Roma, 26 aprile 2009 COMITATO POPOLARE DI LOTTA PER LA CASA