S. Giovanni Battista

Considerazioni sul comparatico di San Giovanni


Considerazioni sul comparatico di San GiovanniVittorio Lanternari analizza i riti descritti dal Lamarmora ed osserva che la bambolina femminile o la figurina muliebre fatta con farina impastata veniva adoperata come elemento significativo nel grande complesso festivo di San Giovanni, ed era collocata precisamente sopra l'erma, un vasetto di terra entro cui si facevano crescere per l'occasione piantine di frumento seminato pochi giorni avanti alla festa.Una ragazza allestiva e alimentava il vasetto e lo custodiva insieme con la pupattola. La ragazza attendeva in questo modo di celebrare, nella festa imminente, il suo "comparatico" ossia quella particolare forma di unione sacra e solenne fra un giovine e una giovinetta, che resta come una delle vestigia arcaiche e pagane sia pure cristianamente riplasmate della tradizione così clamorosamente pagana, di san Giovanni.Il comparatico di San Giovanni attraverso le trasformazioni subite per opera del cristianesimo, appare originariamente un simbolico sacro rito nuziale, una ierogamia simbolica consumata sui campi. Ora, il destino delle piante (il grano) e della donna sono identificati in modo simbolico e significante, in virtù del rito dell'erma di Ozieri. La pupattola è il probabile resto di un'antica divinità pronuba e tellurica, protettrice del destino muliebre e dei campi. Il Lamarmora afferma che l'autorità ecclesiastica proibì l'uso del simulacro muliebre e della pupattola di farina.Lanternari precisa che tra comare e compare c'era il divieto assoluto di sposarsi e di intrattenere rapporti meno che casti. Giuseppe Pitré nel suo libro "Usi e costumi" riferisce che la Costit. Sinod.(sic) di Monreale sanzionava con quattro anni di carcere chi trasgrediva tale regola. Pare infatti che il vincolo sacro del comparatico fosse frequentemente violato. Secondo Lanternari la festa di San Giovanni incarna due temi fondamentali: morte-rinascita e fecondità-fertilità.La presenza di idoletti femminili nelle tombe richiama il tema della morte-rinascita.Il sughero ricavato da un albero assai diffuso in Sardegna richiama l'idea della rinascita in quanto periodicamente viene tagliato e ricresce.In conclusione si comprende da questi riti che la sessualità umana era vista come compenetrata con la fertilità delle piante e degli animali, elementi fondamentali per popoli di agricoltori e allevatori. Quindi il lasciarsi andare a pratiche sessuali orgiastiche non era un fatto di immoralità, ma era finalizzato al benessere della comunità. La chiesa chiaramente non ne condivideva le finalità e le riprovava ma era molto difficile sradicare le convinzioni delle popolazioni rurali. Dall'abbondanza del prodotto dipendeva l'esistenza stessa della comunità e le cerimonie erano fondamentali. Non si potevano assolutamente abbandonare, pena la carestia e la fame.Giuseppe Pitré (n. 1841- m. 1916) studiò a lungo le tradizioni popolari siciliane.Nel suo libro "Storia della mia vita" Giacomo Casanova fa un accenno al comparatico. Nel III capitolo del II volume a pag. 84-85 si legge:"... nonostante uno dei congiurati fosse mio compare di San Giovanni e questa parentela spirituale gli desse su di me un titolo inviolabile e più sacro che se fosse stato mio fratello, decisi che dovevo fare andare in fumo quell'infame piano."Poi continua:"Dopo pranzo, il mio compare di battesimo mi mandò a chiamare ...."Siamo a metà del 1700 a Venezia e il dialogo si svolge nella prigione dei Piombi. Con mia sorpresa ho notato che il comparatico di cui si parla è quello del battesimo e questo particolare mi fa capire che il nesso tra il comparatico del fuoco e quello del battesimo è proprio San Giovanni che battezzò Gesù. Lo stesso vincolo che si stabilisce tra il padrino e i genitori del battezzato si può ottenere saltando il fuoco di San Giovanni in coppia. Questo si deduce dal fatto che il comparatico di battesimo viene definito Comparatico di San Giovanni.Giuseppe Pitré  riferisce un'altra forma di comparatico che si otteneva in Sicilia con piantine di basilico. Se una ragazza nel giorno di San Giovanni Battista manda ad un'amica una piantina di basilico le due ragazze diventano "comari di basilico". Di quest'usanza parla anche Giovanni Verga che scrive: "La Barbara aveva perciò mandato in regalo alla Mena il vaso del basilico, tutto ornato di garofani, e con un bel nastro rosso, che era l'invito a farsi comare."I Malavoglia, Giovanni Verga, Mondadori, BMM, 1961, pag.108