S. Giovanni Battista

L'acqua muta


L'ACQUA MUTAAd Orune, Oniferi, Orotelli, ecc. le ragazze vanno di notte in assoluto silenzio e in tutta solennità a raccogliere l'acqua dai pozzi.Sempre in silenzio tornano in paese e spruzzano l'acqua su tutte le case. È questa "l'acqua muta" che purifica le abitazioni dagli spiriti malefici e mette in fuga gli animali nocivi.Lavando il viso e il corpo con l'acqua così raccolta ci si libera da spiriti ossessivi e da malanni.Vittorio Lanternari - Preistoria e folklore - Tradizioni etnografiche e religiose della Sardegna - L'Asfodelo Editore - 1984Dal sito dell'associazione "L'Elicriso" di Palau"C'era chi dopo aver saltato a croce il fuoco per la purificazione e pa lu dolori di la mazza (contro il mal di pancia) si recava in silenzio presso una fonte dove si bagnava e beveva l'acqua ritenuta magica; quindi, tenendo l'acqua in bocca, doveva tornare al luogo dal quale era partito: era questo il rito detto di l'ea muta (l'acqua muta). Coloro che compivano insieme tutto il rito dell'acqua oltre a quello del fuoco diventavano compari e commari per la vita.Tra le tradizioni più diffuse in tutta l'isola quella di accendere dei falò, è probabilmente di origini falliche e per questo associata al comparatico (compare di fuoco).I galluresi di li marini (che abitavano sulla costa), usavano lavare i loro corpi nell'acqua marina prima del nascere del sole. La sera i giovani di entrambi i sessi, baciandosi, abbracciandosi, tenendosi per mano e saltando su grandi fuochi instauravano una parentela di tipo simbolico.Secondo quanto dice F. De Rosa la mattina di San Giovanni, prima del levarsi del sole, i Terranovesi (gli abitanti di Olbia) andavano a bagnarsi in mare, credendo che il bagno avrebbe reso belli e perfetti i loro corpi e inoltre li avrebbe preservati per tutto l'anno dai dolori addominali (li dolori di la mazza). Dal sito "L'Elicriso"di PalauFrancesco De Rosa (1854-1938) - Tradizioni popolari di Gallura (Tempio 1900)