L'aquilone

mestieri di sacrificio


ciao Amici.l'altro giorno passeggiavo sotto i portici di un paese qui vicino e sono passato davanti a un forno di pane...il profumo mi ha rievocato tempi lontani, di quando, verso i 16 anni, lavoravo in un panificio...mi alzavo la mattina verso le tre e percorrevo circa 2 chilometri al buio per arrivare lì...rimboccate le maniche, impastavo e davo forma alla pasta, in pani lunghi, cornetti, mantovane, rosette, montasù e trecce...le forme di pane tipico di queste mie parti...a una certa ora, verso le otto del mattino,quando il pane era cotto, caricavo le due ceste, una davanti e una dietro, della mia superbici...e andavo alla consegna per le case...con pioggia, vento, neve, grandine....e sole cocente...niente mi fermava...qualche persona anziana alla quale portavo il pane,si chiedeva come facevo a stare in equilibrio e a mandarla avanti quella bici...scusatemi se ho voluto, a voce alta, rievocare questo bel ricordo...ho fatto un paragone e lo faccio spesso...oggi i nostri giovani non sono più abituati a certi lavori...sì, ce ne sono che veramente fanno sacrifici, ma la maggior parte evita le superfatiche.ma, oggi, non è più concesso neanche di fare tante cose..di alzare oltre i 25 chili....e non è più concesso di fare tante ore...e non è più concesso niente di quello che era concesso allora...forse a ragione, non dico di no, la salute va tutelata, ma mi chiedevo...se non ci fossero tutte queste regole da seguire, giuste o no, i nostri giovani farebbero certi sacrifici?alzarsi presto, come me, alla mattina, significa andare a letto presto la sera e, soprattutto significa non uscire...ripeto che, di giovani così ce ne sono...ma sto parlando in generale...era comunque solo una riflessione a voce alta...un caro saluto a tutti