L'aquilone

PAZIENTI


ciao Amici. Mi permetto di pubblicare qui una mia poesia che fa parte dell'ultima raccolta intitolata " alla luce del sole".Questa poesia ha destato il malumore di qualche addetto ai lavori, dei quali si fa riferimento nella poesia stessa, ma vorrei precisare che so bene quanto sia importante essere chiari...confermo quindi che la poesia e il suo contenuto è riferito esclusivamente a chi tratta i pazienti come numeri..è chiaro che tutto il resto ha la mia piena ammirazione e stima per il lavoro svolto e per il senso di umanità elargito a favore degli stessi pazienti..un caro saluto quindi e....pace e serenità a tutti.PAZIENTISono sfibrantile lunghe attese dei pazienti,incolonnati per ore e oredavanti agli sportellial di là dei quali, spesso,sostano operatoridalla consapevole ariadi esseri superiori.Poi, negli ambulatori, certi dottorifanno letteralmente sentirechi è in attesa da ore,come una cosa materiale,qualcosa che intralcia il loro stare,che disturba la quiete dei loro cervelliche, puntualmente, ogni voltali senti elaborare a gran voceuna gita ai monti o al mareo qualcosa che vorrebbero farema che non possono perchè,per quanto si sforzinoa uscire da questo loro andazzoc'è sempre un paziente di mezzo. Un vecchietto chiamato per numeros'alza piano e s'avvia a entrarema l'infermiera lo fa di nuovo sostaresenza dirgli nemmeno il perchè... Intanto un medico escecon provocante flemmaper la pausa caffè...