Gira vota e firria

L'INVIDIA


L'invidia è un sentimento che divora chi lo nutre. Morandotti, Alessandro L'invidia è anzitutto un sentimento doloroso, che si impone spesso contro la propria volontà e del quale è difficile liberarsi attraverso riflessioni di tipo razionale. L'invidia comporta infatti sentimenti negativi, che sfiorano il rancore, l'odio, l'ostilità verso chi possiede qualcosa che l'invidioso non ha. L'invidia agisce allora come un meccanismo di difesa, come un tentativo di recuperare la fiducia e la stima di sé stessi, attraverso la svalutazione di chi ha di più: in termini di fortuna, di successi personali, di possibilità economiche ecc. Che cosa avviene allora quando una persona che vive nel suo ambiente, fra i suoi pari, vede che uno di loro, magari un collega o addirittura un amico, a un certo punto ha successo, balza a un livello superiore, guadagna miliardi, viene ammirato, elogiato, applaudito?Poiché si è sempre confrontato con lui si sente diminuito, inferiore. Qualcuno può cercare di spiegargli che, in realtà, non ha perso niente, che è rimasto esattamente quello di prima. Ma è falso perché noi ci valutiamo comparativamente e lui, dopo il successo del conoscente, è sceso nella gerarchia sociale. Non solo, a ogni successo dell’altro scende ancora di più. Allora, non potendo salire al suo livello vuole trascinarlo verso in basso: cerca di dimostrare che è un incapace, che non merita. E, nei limiti in cui gli è possibile, fa di tutto per rendergli difficile la strada, di danneggiarlo. È questa l’invidia. Tutti coloro che salgono in alto sono perciò oggetto d’invidia. Il sentimento dell'invidia è sempre stato condannato dalla società, tanto che essa è considerata, dal punto di vista morale, un 'vizio'. L'invidioso infatti ha il 'vizio' di svalutare le persone che percepisce come 'migliori' di sé e spesso non si limita al pensiero o alle fantasticherie di tipo aggressivo e distruttivo, ma cerca di danneggiare oggettivamente l'invidiato, ostacolandolo in ogni suo progetto o iniziativa. Egli infatti è 'colpevole', agli occhi dell'invidioso, per essere apprezzato e stimato dalla società più del dovuto, e comunque più di quello che l'invidioso desidererebbe, anche in confronto a sé stesso. La consapevolezza che il soggetto odiato a causa dell'invidia non nutra alcun sentimento negativo nei confronti dell'invidioso non migliora in quest'ultimo il rancore e l'ostilità provata. Quasi nessuno ammette di essere invidioso. Pochissime persone ne parlano apertamente, perché svelare questo sentimento è come rivelare al mondo la parte più meschina e vulnerabile di sé stessi, cosa che non fa piacere a nessuno, nemmeno a chi tende ad autodenigrarsi o a svalorizzarsi continuamente. Per questo motivo è più frequente osservare e analizzare l'invidia negli altri, piuttosto che nei propri pensieri e comportamenti.Solo la miseria è senza invidia (Giovanni Boccaccio)