"Sapere aude"

La Politica come ricerca razionale del benessere dei cittadini


LA POLITICA E’ LA RICERCA RAZIONALE DEL BENESSERE DEI CITTADINIRiceviamo e pubblichiamo, per dovere di cronaca e a garanzia della libertà di opinione. la presente lettera aperta, inviataci dal Professore Giulio Stilla, già docente di Storia e Filosofia al Liceo Classico. Carissimo Direttore, a breve commento dell’articolo di venerdì, 18 maggio 2012, “La maledizione dei cretini”, firmato da Gianpietro Ricci, sento il bisogno di fare alcune disinteressate osservazioni. D’altronde, è opportuno che la riflessione di tutti prenda il posto della chiassosità di una stravagante competizione elettorale, il cui epilogo ha dato luogo ad una vittoria con il trucco. Senza, però, entrare nel merito della polemica politica nostrana, sempre rischiosa e tendenzialmente suscettibile di offese personali, desidero affermare che la Ragione di Hegel, a cui fa riferimento il signor Ricci nel suo articolo, non ha nulla a che fare con la cronaca inusitata di un piccolo paese sperduto di provincia. La Ragione infinita di Hegel, infatti, si cura della Storia, in cui si fa Realtà, e non della “cronaca”, che il filosofo di Stuttgart scarica nella “pattumiera” del sistema, cioè fuori della Realtà, nell’apparenza, nel contingente, nell’accidentale. Ma anche per lo stesso intelletto finito dell’essere determinato e concreto, per il comune cittadino che ha votato, questa bizzarra competizione elettorale è stata la diretta emanazione della irrealtà, filosoficamente intesa, e cioè della irrazionalità dei soggetti agenti in una sorta di libanizzazione della politica locale: gruppi “armati” di tutti contro tutti, senza simboli politici di riferimento. Sia detto per inciso, il simbolo è importante e nella vita privata e nella vita pubblica, perché racchiude in sé la storia, l’etica, la religione, la spiritualità, la civiltà e, quindi, anche la politica della persona che intenda tutelare la sua moralità, la sua coerenza, la sua capacità critica nel consorzio delle genti e dei costumi, senza salti di qualità ovvero senza becero opportunismo. Non parliamo ancor più del Croce - a cui fa pure riferimento il signor Ricci - il quale in “Ciò che è vivo e ciò che morto della filosofia di Hegel” (1906) spiega i motivi per cui non ama le abusate costruzioni dialettiche del filosofo tedesco, ma, affermando con forza argomentativa la “Unità” dello Spirito, privilegia la categoria della “Distinzione” tra le forme e i gradi dello Spirito stesso. Vale a dire: l’arte e la filosofia, l’economia e l’etica. Ora, la politica per il filosofo di Pescasseroli cade nell’ambito del terzo grado dello Spirito, cioè dell’economia, all’interno della quale si svolge l’opposizione dialettica dell’utile e dell’inutile. Questa competizione elettorale, appena terminata con grida e fuochi di artificio, a mio modesto parere, è la più diretta concertazione dell’”Inutile” che continua la tradizione amministrativa del paese , avviata da oltre quarant’anni, sempre con gli stessi uomini che si riciclano alla bisogna, in ogni tornata elettorale, come homines novi, senza simboli e senza vessilli, , addebitando agli altri ovvero a se stessi, di volta in volta, la mancanza di lungimiranza, di avvedutezza, di capacità profetica, che sono le necessarie “virtu”, direbbe il Machiavelli, dell’eminente uomo politico, vir peritus rerum civilium. La politica è la ricerca razionale del benessere dei cittadini. Nasce essa dalla forza del consenso prima che possa diventare diritto, argomenta ancora il Croce, ma se non persegue l’economia, cioè l’utile e il benessere dei cittadini, non è politica, è impolitica, è scambio di favori, è compromesso, è transazione, è maggioranza bulgara ovvero comunista, senza opposizione e senza democrazia. Quella di oggi è una vittoria sleale, ottenuta con il trucco, simulando la realtà e la razionalità, caro signor Ricci. Ti saluto, ringraziandoti per l’ospitalità.GIULIO STILLALetto 114 volte Ultima modifica il Domenica, 21 Settembre 2014 07:28 Vota questo articolo