"Sapere aude"

La società aperta (2)


“LA SOCIETA’ APERTA E I SUOI NEMICI”        (2)              ( HEGEL)            di  K.R. POPPER Le filosofie essenzialistiche e finalistiche di Platone e di Aristotele, oltre a bloccare lo sviluppo della ricerca scientifica, avviata dalla filosofia meccanicistica e causalistica di Democrito, gettavano le premesse teoriche, perché dopo venti secoli si affermasse la possente filosofia storicistica di Hegel, concepita dal filosofo tedesco per finalità anche queste politiche, per giustificare l’autoritarismo totalitario dello Stato Prussiano.Ancora una volta, secondo Karl Popper, la filosofia si metteva al servizio dell’autocrazia per impedire la nascita della democrazia e delle libertà critiche ed arrestare lo sviluppo delle scienze, che come metodi di indagine hanno sempre bisogno di confutazioni e congetture, di correzioni ed interpretazioni, perseguibili ed inevitabili nel progresso delle conoscenze. La ricerca non ha mai fine e non può mai essere limitata da regole predeterminate che guiderebbero il divenire storico, sempre imprevedibile e non definibile da filosofie storicistiche, che erano state prima di Platone e di Aristotele e poi di Hegel.Karl Popper, infatti, nella prima parte del secondo tomo della sua opera “La società aperta e i suoi nemici” conduce una critica serrata e sprezzante contro Hegel, che avrebbe costruito una sistematica filosofica ingegnosa per delineare una visione storicistica della realtà, che con le capacità e le funzioni della effettiva conoscenza della storia non ha nulla a che fare. Lo storicismo di Hegel, dimostra Popper per lunghe e dettagliate analisi, è il progenitore responsabile di tutti i totalitarismi contemporanei.  Mosso da interessi spiccatamente politici, il filosofo di Stoccarda ripescò le idee e i pensieri che erano stati propri di Eraclito, di Platone e di Aristotele, nel senso che il Logos di Eraclito, le Sostanze ideali di Platone e le Essenze con le cause finali ricercate da Aristotele, diventati “Ragione” con Hegel, governerebbero il Mondo e traccerebbero i percorsi lungo i quali si svolgerebbero gli eventi storici. L’autocrazia di Federico Guglielmo III, re di Prussia, aveva sempre manifestato l’esigenza di trovare una ideologia che servisse a giustificare la sua idea di Stato. Hegel rispose in misura brillante a questa richiesta, teorizzando la Idea di Stato come la Essenza Divina che entra nel Mondo. Lo Stato è la idea Etica che non scaturisce né dalla volontà dei cittadini né dal popolo, in quanto i cittadini e il popolo nascono all’interno dello Stato e dopo lo Stato. Senza Stato non ci sarebbero né cittadini, come soggetti di diritti, ma singoli, né popolo, come sovranità, ma una moltitudine informe. In altri termini, viene prima lo Stato, sia sul piano storico-temporale sia sul piano assiologico, e poi i cittadini e il popolo, la cui sostanza etica si esprimerebbe soltanto attraverso lo Stato. Si è molto discusso sulla natura peculiare dello Stato hegeliano; basti ricordare gli studi specifici condotti dal filosofo torinese Noberto Bobbio, che ha particolarmente illustrato la concezione organica dello Stato di Hegel, nel senso che esso non è da considerarsi né uno Stato liberale né uno Stato democratico, ma uno Stato sovrano, che tuttavia governa attraverso le leggi.Popper ritiene, invece, che lo Stato di Hegel sia uno Stato dispotico, concepito a giustificazione dello statalismo prussiano, racchiudente in sé il Bene supremo dei sudditi e l’organizzazione tribale della società, contro le libertà fondamentali dell’uomo e del cittadino e contro la conoscenza razionale dei problemi della storia.L’Idea di Stato deriva da se medesima, cioè dalla sua Essenza, che diventa Esistenza nel divenire della Storia. E’ la Ragione che si fa Realtà, donde l’equazione: Ragione = Realtà. Tutto ciò che è razionale è reale, e tutto ciò che è reale e razionale. Lo Spirito Assoluto s’incarna nello Stato e si serve delle passioni degli uomini per realizzarsi attraverso gli avvenimenti storici. Contro questo storicismo si rivolta la ragione scientifica di Popper, accusando Hegel, alla stessa stregua di Schopenauer, di cialtroneria e di ciarlataneria. Vale la pena riportare alcuni rilievi scritti da Schopenauer e riportati da Popper a pag. 48 de “La società aperta e i suoi nemici” (Op. cit.) : “Hegel, insediato dall’alto, dalle forze del potere, come il Grande Filosofo autentico, fu un ciarlatano di mente ottusa, insipido, nauseabondo, illetterato che raggiunse il colmo dell’audacia scarabocchiando e scodellando i più pazzi e mistificanti non-sensi.  [….]  Doveva anche la filosofia, dopo che Kant l’ebbe rimessa in onore, ben presto diventare lo strumento di secondi fini; fini di stato dall’alto, fini personali dal basso…..il vero primum mobile, l’ascosa molla di tal movimento, malgrado tutte le solenni arie e atteggiamenti, è unicamente un fine positivo, non ideale; che cioè sono interessi personali, d’ufficio, di Chiesa, di stato, in breve materiali”. Insomma, anche per Popper, Hegel è il classico intellettuale, ingegnoso e fantasioso quanto si voglia, che suona il piffero sotto il Palazzo di Cesare, mistificando la realtà e perseguendo volgari fini personali, che distolgono dalla corretta ricerca razionale della verità.Hegel non sarebbe nemmeno un filosofo originale, perché, utilizzando gli schemi mentali degli antichi nemici della società aperta, avrebbe concepito l’Essenza dello Spirito Oggettivo che si concretizza nello Stato per regolare il corso del Mondo, cosi come Eraclito aveva concepito il Logos inteso come Legge universale che governa il divenire e l’unità degli opposti. “Tutto muta, ma vi è una legge del mutamento che non muta”, Il suo Logos o Ragione sarebbe, dunque, in anteprima di 23 secoli – essendo Eraclito vissuto tra il VI e il V secolo a,C. -  la Ragione hegeliana o Spirito Assoluto, che attraverso lo Spirito prima Soggettivo e poi Oggettivo assicurerebbe l’armonia universale. Lo Storicismo eracliteo sarebbe, pertanto, un degno e lontano precorritore dello Storicismo hegeliano.Lo stesso movimento di pensiero, con ininfluenti varianti, esprimerebbe, secondo Popper, la Dottrina delle Idee di Platone, che avrebbe “fantasticato” una piramide metafisica di modelli ideali, riflessi poi nelle esistenze di questo mondo, con il vertice coronato dalla Idea del Bene, a cui partecipano, in particolare, le Idee-Valori della Bellezza e della Giustizia.Questa trama metafisica di Sostanze Ideali assicurerebbe la scienza – epistéme -  stabile e immutabile, perché la conoscenza delle Idee  -  stabili, immutabili, perfette  - è la scienza, riservata in modo sapiente soltanto ai Filosofi- Governanti.Questo concetto della stabilità e immutabilità della scienza è l’esatto contrario di ciò che afferma la epistemologia di Karl Popper, per il quale il carattere fondamentale della scienza è quello della provvisorietà e della mutabilità, costantemente regolato dal principio della fallibilità. Le Idee di Platone imporrebbero, quindi, un corso obbligato agli avvenimenti storici, catturando la libertà degli uomini, imprigionando il libero pensiero critico e riservando alla ragione al potere la saggezza di governare la Città. Una concezione tribale e mostruosa  -  analizza Popper  -  sarebbe stata ereditata anche da Aristotele, il quale, pur avendo fatto scendere le Sostanze-ideali dall’Iperuranio di Platone sulla Terra, avrebbe fatto di esse l’oggetto specifico della Scienza, senza mai riuscire a spiegare in che cosa consistessero, arrestando la ricerca scientifica, avviata da Democrito di Abdera, per molti secoli, fino a Galileo Galilei e ai filosofi empiristi, i quali decretarono che la ”Sostanza” di Aristotele, semplicemente, non esiste.Il filosofo di Stagira avrebbe, per molti aspetti, peggiorato la visione epistemologica di Platone, perché di ogni esistenza si sarebbe dovuto trovare non solo la “sostanza” ma anche la causa finale, percorrendo il passaggio dalla potenza all’atto e dall’atto a potenza, ovvero dalla materia alla forma, fino alla “entelechia” suprema, perfezione ultima, senza più materia, atto puro, cioè Dio, lo scopo del movimento, lo scopo del divenire e del processo storico in questo mondo. Si capisce subito che la “scienza” per Aristotele era la sua “Metafisica” o “Filosofia Prima” in cui parla dell’Essere e della Sostanza. La metafisica a fondamento della fisica e della biologia, la sua Ontologia a fondamento della Logica. Essere=Pensiero. E’ lo stesso movimento di pensiero di Hegel, per il quale, posta la identità tra Ragione e Realtà,  tra Logica (o studio del pensiero) e Metafisica (o studio dell’essere), era ovvio che  i concetti o i pensieri fossero ad un tempo anche i “concetti” della realtà. Leges mentis e leges entis. “Essenzialismo e  Finalismo, quindi, oltre ad impedire la insorgenza della logica delle scoperte scientifiche,  in senso moderno e galileiano nonché popperiano, erano chiamati da Aristotele a regolare la vita dei cittadini nella comunità attraverso un programma politico strettamente correlato a quello etico-educativo, nel senso che anche per Aristotele lo Stato non poteva non essere il depositario di tutti i Valori per la realizzazione del buon governo e della giustizia, finalizzati all’ordine e alla felicità dei suoi cittadini. Uno Stato etico che escludeva dalla politìa gli individui schiavi per natura e che tutti i cittadini liberi, per così dire, fossero distribuiti in tre classi sociali a seconda delle loro attitudini e funzioni ad essi assegnate, sull’esempio del progetto della “Repubblica” di Platone. Non era di certo una democrazia, ma tutto doveva concorrere a magnificare le Virtù dello Stato, il cui fine sarebbe stato la felicità dei cittadini, fondata sulla Giustizia, intesa quest’ultima come conformità alle Leggi.Severo, pertanto, è il giudizio di Popper anche sullo statalismo di Aristotele, al quale attinge, oltre che a Platone, il genio menzognero di Hegel. “La loro dottrina è che lo Stato è tutto e l’individuo nulla; infatti quest’ultimo deve tutto allo stato, sia la sua esistenza fisica che la sua esistenza spirituale. Questo è il messaggio di Platone, del prussianesimo di Federico Guglielmo e di Hegel”. (Op. cit., pag. 46).           (Continua)