"Sapere aude"

AD ANTONIO DEL VECCHIO


   SU SOLLECITAZIONE DI ANTONIO DEL VECCHIOCaro Antonio, ho letto, l’altro giorno, il tuo interessante articolo sulla figura di un certo PETER PETRUCCELLI, artista assai noto in Australia e nei Paesi anglosassoni, prima che a San Marco in Lamis, sua terra d’origine. Ho apprezzato molto, come tu scrivi, la vasta ed “eclettica” produzione artistica, fatta di singolari creazioni in ceramica, incisioni, opere scultoree, architettoniche, e di pitture a soggetti tematici di varia ispirazione, quali i “dipinti su tela ad olio di lino o acrilico”. Mi sorprendo come a te risultano tutte queste belle informazioni, che, evidentemente, ti pervengano dalla tua amicizia con il fratello dell’artista, Nick, che anch’io ho avuto modo di conoscere, perché padre di una mia ex-alunna ed autore, anche lui, di molte opere d’arte, come la scultura lignea della Madonna del Carmine di Rignano.Se ho ben capito dal tuo articolo di giornale, starebbe per essere dato alla stampa un libro sulla figura dell’artista italo-australiano, che sarebbe già stato scritto da alcuni amici tuoi di San Marco. Suppongo che si tratti di diligenti segugi, che hanno, come al solito, fiutato la pista e la possibilità di attingere il finanziamento da qualche parte per la pubblicazione del libercolo, che mai nessuno leggerà. Si sperpera anche in questo modo denaro pubblico. Ma tutto è giustificato e perdonabile, quando è a rischio la vanità di costoro, protesi ad occupare un posto in vetrina per l’eternità. A me invece è bastato leggere il tuo breve scritto per rimanere informato sulla straordinaria personalità del Petruccelli, la cui fama si è espansa nel mondo, a differenza di tanti suoi concittadini sammarchesi, rimasti chiusi dentro gli orizzonti limitati dalle cime delle colline che circondano il paese. Questa è la ragione oggettivamente orografica, che ha determinato la nascita di tanti “poeti” in lingua, in dialetto, in vernacolo, fioriti, in tutti tempi, a San Marco in Lamis.Essi, infatti, non avendo la possibilità di spaziare con la mente e la speculazione sull’Infinito, se lo devono immaginare con il sentimento, che, come si sa, è la via più diretta per raggiungere l’Assoluto.Con la speranza che questa mia gratuita ma bonaria ironia non offenda la suscettibilità degli amici del mio amico, abbiti i miei saluti con vivissime cordialità.