"Sapere aude"

Hans Jonas, Giuseppe Conte e il Principio Responsanilita' 2


 HANS JONAS, GIUSEPPE CONTE E IL PRINCIPIO RESPONSABILITA’   (2) Jonas è fortemente preoccupato per la sopravvivenza delle generazioni future sulla Terra, è preoccupato per la continuità della vita dei nostri figli e per quella dei figli dei nostri figli, è preoccupato per le sorti dell’umanità. All’auto-obiezione che affiora dal nostro egoismo, il quale, in ultima istanza, ci potrebbe consigliare di non preavvertire angosce esagerate per delle generazioni che non ci sono ancora, il filosofo della responsabilità risponde che la vita persegue lo scopo della vita a prescindere dalla nostra individuale volontà suicida. Risiede nell’essere della nostra esistenza e, quindi, nell’essere della natura salvaguardare ontologicamente l’umanità. Jonas ancorava così la sua Etica alla Metafisica. Bravo! al filosofo, che non può far finta che tutto vada bene e scordarsi di denunciare che gli sforzi prometeici delle ultime scienze tecnologiche devono essere contenuti dal senso di responsabilità dell’uomo stesso, perché queste tecniche e queste scienze non conducono alla felicità ma alla distruzione dell’Umanità. “Il fare dell'uomo è oggi in grado di distruggere l'essere del mondo",  scrive il filosofo, al principio della sua opera sulla nuova morale della responsabilità, pubblica e privata, che deve controllare lo sviluppo delle scienze e delle tecniche  postmoderne, che possono mettere a rischio la Natura e l’Umanità.  Si pensi allo sviluppo dell’eugenetica, alla clonazione mostruosa degli uomini e degli animali  -   di cui, proprio ieri, all’Esame di Maturità, è stato proposto il tema sul dibattito bioetico sulla clonazione  -    alla procreazione assistita, all’eutanasia che pure è considerata lecita ed opportuna, quando viene praticata come interruzione dell’accanimento terapeutico. La deontologia del medico non è quella di dare la morte, ma quella di curare la vita.Si pensi alla violenza sistematica ed incessante che viene praticata dall’uomo sulla Terra, ai danni incalcolabili che insorgono all’interno della nostra biosfera, al riscaldamento del pianeta, allo scioglimento dei ghiacciai polari, alla mancanza dell’acqua potabile che sarà la causa, nei prossimi decenni, di guerre fratricide, all’inquinamento dei mari. Una recente ricerca scientifica sulla salubrità degli oceani ha documentato che nei mari del pianeta ci sono più rifiuti di plastica che pesci. Si pensi alla povertà diffusa nel mondo che è la causa diretta delle grandi ondate migratorie di cui proprio noi in Italia e in Europa stiamo drammaticamente sperimentando, in questi giorni, gli effetti raccapriccianti che contraddicono i nostri costumi, le nostre abitudini, le nostre ricchezze e la nostra civiltà del profitto e dei consumi. Non basta l’azione di questo o di quell’atro governo nazionale ad arrestare, oggi e domani, il sopraggiungere di migliaia, di milioni di persone affamate, assetate, ammalate, diseredate dalle guerre, dalla prepotenza di altri uomini e dallo sfruttamento sistematico e criminale delle risorse vitali della Natura.Il secolare Impero di Roma crollò miseramente sotto la pressione delle incessanti invasioni dei barbari, che soprattutto sulla penisola italica per altri lunghi secoli, nell'alto Medioevo, si fusero con le popolazioni autoctone, dando origine ad altri popoli, ad altri costumi, ad altre lingue, ad altre civiltà.Di qui l’urgenza di commisurare ai nuovi problemi una nuova Etica della Responsabilità, che guidi noi tutti ad una radicale revisione del concetto di natura, che abbiamo avuto fino adesso, e ad un controllo o meglio ad un impegnativo autocontrollo della libertà della ricerca scientifica. Il filosofo Jonas crede nell’assoluta libertà della ricerca, ma si appella anche alle capacità autoregolative della ragione dello scienziato, che non può soccombere all’egoismo irresponsabile di un’epoca e alla stupidità di alcune generazioni.La libertà è il dono più grande e più nobile che il Signore Iddio abbia fatto all’uomo. La libertà è l’essenza, è il marchio distintivo dell’uomo. Per questa libertà concessa all’uomo Dio rinunziò alla sua onnipotenza. E’ questo il tema di un’altra rilevante opera di Jonas, “Il concetto di Dio dopo Auschwitz”, nella quale tenta di dare una spiegazione razionale  -   ripeto: assolutamente razionale e plausibile  -   alla disperazione dei martiri che nei lager di sterminio nazisti, pur invocando il Dio dell’Amore, gridavano alla sua assurda, apparente latitanza, consentendo ai carnefici lo scempio preordinato, demoniaco, folle, dell’Umanità.  Certamente, Dio avrebbe potuto inabissare i carnefici, ma non lo fece, perché, se lo avesse fatto, avrebbe violentato la libertà costitutiva dell’essere dell’uomo.“Concedendo all’uomo la libertà, Dio ha rinunziato alla sua potenza” scrive Ionas a pag. 36 della sua opera cit. (. Il Melangolo, Genova 1990, p.36 ).Per tutti questi motivi, sopra additati, non possiamo permettere che si compia, quasi silenziosamente un altro grave scempio, questa volta, a danno o meglio a distruzione dell’Essere della Natura, con una irresponsabile, incessante e crescente alterazione degli ecosistemi, che non potranno che reagire con gli unici mezzi a loro disposizione: la distruzione dell’Essere dell’Uomo e delle altre Creature.Bravo!, quindi al Santo Padre FRANCESCO  -   che il filosofo Jonas non ha mai conosciuto,  essendo morto nel 1993  -   quando scrive nella sua Enciclica “Laudato si’… che l’uomo deve operare per sé e per tutti “una conversione ecologica globale…… un’autentica ecologia umana…. un’ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità” ( Laudato si', Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo srl, 2015) per proteggere “la casa comune”.Bravo!, quindi, al Presidente del Consiglio dei Ministri del governo italiano, Prof. GIUSEPPE CONTE, quando, all’inizio del suo discorso programmatico al Senato della Repubblica per ottenere la fiducia parlamentare, fa riferimento all’Etica della Responsabilità di Hans Jonas, sottolineando che il suo esecutivo si caratterizzerà per l’attenzione costante alla sanità dell’ambiente, per la vicinanza operativa alle persone più deboli, alla realizzazione di importanti riforme sociali, alla cura e alla protezione della casa comune. Si farà guidare dal principio di responsabilità, teorizzato dall’Etica del filosofo, per la conservazione dell’Essere della Natura, per la difesa dell’Essere dell’Uomo e la continuità della Vita in ogni parte del Creato.Sarà capace il Nostro Presidente del Consiglio a conciliare la sua filosofia con la politica dei gruppi parlamentari della Camera e del Senato. Max Weber, definito il Marx della borghesia, sosteneva, sulla scia del pensiero del Machiavelli, che la politica è sempre una forma di violenza, che mal si adegua a farsi condizionare dall’Etica. Riuscirà il Prof. Giuseppe Conte   -     vaso  di terra cotta, di manzoniana memoria, costretto a viaggiare in mezzo a tanti vasi di ferro  -  a conciliare la Filosofia con la Politica, l’Etica con l’Economia, la difesa del Diritto con la Rivoluzione del buon Governo?