Sono solo io

Post N° 151


<< [...] Lei legge il messaggio. E' vero. E' il nostro anniversario. Il primo. Cavoli. Ma stasera non possiamo fare tardi, domattina c'è il compito alla prima ora. Me lo sento, mi verrà sonno. Uffa. Oggi pomeriggio devo comprargli un regalo. Sonno? Devo? Un regalo? Ma che dici? Ehi, pssst, te lo ricordi, vero? E' quello per cui morivi l'anno scorso. Quello con le spalle larghe e gli occhi buoni. Quello che piace tanto a tua mamma e tua zia. Capito? E' quello... quello. E oggi è un anno che state insieme. Dovrebbe essere "voglio comprargli un regalo" anzi "il" regalo. E chi se ne frega se facciamo le sei del mattino? Già, dovrebbe essere così. Tutto un chi se ne frega. E felicità e follia e voglia di correre, di gridare... E di straamare. E invece no. Ma perchè sto così? Penso a dormire invece di essere contenta di uscire. Lo voglio amare. Ma no, no. Non si dice così. Si dice "lo amo" e basta. La ragazza corre nella sua stanza e apre l'armadio. Uno, due, tre, quattro stampelle con sopra degli abiti corti e carini. Ma quello che manca non è la scelta. E' il desiderio di essere bella per lui. Poi li guarda a uno a uno. Li sfiora con la mano. Si sofferma un po’ su quello grigio e blu, a piccoli disegni orientali. Quello che preferisce. Prova a immaginarsi vestita così davanti a lui, al ristorante. Prova a scovare nella sua fantasia un regalo da comprare. Ma non c’è gioia. Non c’è brivido. Non c’è nulla. Silenzio. Paura. Buio. E allora piange di rabbia. Piange perché non prova quello che vorrebbe. Piange perché a volte non c’è colpa e non vorresti far soffrire nessuno ma ti senti cattiva, irriconoscente. Domande, troppe domande per nascondere l’unica verità che già conosce. Ma ammetterla è un’altra cosa. Ammetterla significa girare l’angolo e cambiare strada. Poi si cerca. Si guarda allo specchio. Ma non si trova. C’è un’altra. >>tratto da "Scusa ma ti chiamo Amore" di Federico MocciaE questo non sarebbe il mio libro? Questo è in tutto e x tutto il MIO libro. E' esattamente così che mi sentivo, è esattamente così che si sta. Ed è veramente orribile.