Sono solo io

4 Febbraio 2009


4 Febbraio 2009Quando passai dalle medie al liceo successe la stessa identica cosa.. Mi sembrava talmente inconcepibile e irreale quella situazione che ero convinta che quello fosse una specie di.. “campo estivo”.. Quella non era la mia scuola.. non aveva le pareti della mia scuola.. non aveva le sue aule.. non aveva il suo infinito corridoio a vetri, la sua enorme palestra, l’auditorium. Non aveva NULLA dell’accoglienza della MIA scuola. Era anonima.. e.. austera. Fredda. NON POTEVA ESSERE LA MIA NUOVA SCUOLA. La mia scuola era tutta un’altra cosa!!! Ricordo che passai circa sei mesi in quella specie di “limbo”.. dove ero certa che quella fosse soltanto una parentesi e che poi sarei tornata alla mia vera scuola. All’unica che consideravo “mia”. Poi i mesi sono diventati anni.. e l’idea del “momentaneo campo estivo” risultava difficile da tenere ancora in piedi anche solo nella mia testa. Ma il liceo non divenne mai la “mia” scuola. Ero troppo legata all’altra, troppo affezionata ad ogni centimetro di muro, pavimento e soffitto perché mi potessi affezionare ad altrettanto spazio. Così.. mi adattai a vivere lì.. delusa e sconfitta e con il rimpianto di non poter restare per sempre dove volevo rimanere. Questa volta sarà peggiore. Infinitamente e drammaticamente peggiore. Tragicamente peggiore. Perché in una scuola si vive il tempo di una mattinata.. e raramente si sviluppano pensieri ed emozioni propri. Spesso si socializza e si sta attenti.. nulla più. In una casa si.. cresce. Si matura. Si vivono momenti.. situazioni.. emozioni.. che non si possono vivere in nessun altro luogo. Tra qualche mese mi trasferisco. E so già che quel senso di “parentesi momentanea” non sparirà mai più. Perché quella non sarà mai casa MIA. Camminerò per quelle stanze e mi chiederò perché mi trovo lì.. inzupperò il mio nuovo cuscino di lacrime, la notte (e anche il giorno quando i miei saranno fuori casa).. Guarderò una sala estranea.. e mi chiederò il perché nella mia su 6 metri di sala 4 sono di finestre.. e lì su 7 metri ce ne saranno solo 2 di luce.. QUESTA è la vera tragedia.. la mancanza di luce.. La MIA casa è tutta una finestra.. è tutta una luce che entra da dovunque anche da dove non dovrebbe. E questa è la cosa più bella che ha, unita alle stanze grandi, ai soffitti alti, ai mobili che si incastrano perfettamente con il perimetro.. e anche i piccoli difetti che ha non riescono a intaccarne minimamente la bellezza.. i minuscoli buchini in qualche zona del muro (intonaco venuto male), la vernice della finestra del bagno che in un angolo si scrosta e viene via, il riscaldamento che attacca quando gli pare.. eppure è casa mia. Lo è con tutti i pregi e i difetti esattamente come quando ami una persona e lo fai per quella che è, nel bene e nel male. Non si può scegliere chi amare… Io amo questa casa, la amo con tutta me stessa.. è la casa del mio primo bacio, è dove sono saliti tutti i miei fidanzati (con la lingua di fuori dopo 82 scalini senza ascensore!), è dove ho superato tutti i miei traguardi più importanti, a partire dai 18 anni, all’esame di maturità, alla laurea… e non avrei voluto viverli in nessun altro posto perché QUESTO è il mio posto! Non me ne voglio andare… Passerò i prossimi anni a… cercare di realizzare che quella NON E’ UNA CASA MOMENTANEA, che  NON E’ l’alloggio di una notte, né di un mese, né di un anno. Vi siete mai chiesti perché la prima notte che passate in qualsiasi posto che non sia casa vostra la passate a rotolarvi nel letto, tentando di dormire? Perché il posto in cui siete, il letto in cui dormite… non è il vostro… non è quello a cui siete abituati, non è quello che il vostro corpo conosce come “suo”. Quella casa non è riconosciuta come “mia”. E non lo sarà mai perché la MIA è quella in cui vivo adesso. Come farò a vivere lì sapendo che la mia casa è un’altra? Sapendo che è abitata da chissà chi altro, da qualcuno che forse non la tratterà come casa sua? Non è fattibile. Non è concepibile, ecco. E’ questa la parola giusta… questa non è una cosa che riesco a concepire. E’ innaturale. E’… non lo so, non è possibile…E nessuno nessuno nessuno riesce a capire questa cosa!!! Ma è così complicato?? A me non sembra!! Ami qualcosa più di quanto riesci ad esprimere a parole e non vuoi lasciarlo andare e non vuoi che sia di nessun’altro! E’ un concetto elementare. E’ un concetto elementare mamma… Mamma proprio tu… che hai lottato con le unghie e con i denti per questa casa… che l’hai rivoluzionata e l’hai resa una reggia… L’altra non potrà mai essere così, possibile che tu non te ne renda conto?????? E tu, babbo, perché non fai niente? Tutti sappiamo che anche tu non te ne vuoi andare, che anche tu consideri questa casa come l’unica veramente nostra! Eppure non dici niente… perché le scale ti fanno fatica e arrivi in cima stremato… basterebbe che le salissi più piano invece di correre. E il problema non si porrebbe. Invece avete scelto entrambi la via più facile. Due stanze in più e un ascensore. E metri e metri di finestre in meno… zero luce. ZERO LUCE mamma. Te, che senza luce non ci sai stare. Proprio come me.