Creato da: 1carinodolce il 08/06/2008
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(NOSTRI) PENSIERI LIBERI

Post n°491 pubblicato il 16 Giugno 2010 da 1carinodolce

 

(NOSTRI) PENSIERI E PENSIERINI 
 

IN LIBERTà   

 

   

 
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Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 21/06/10 alle 12:23 via WEB
....... sarebbe illusorio pensare, infatti, che basti condonare il debito estero dei Paesi poveri perché questo automaticamente generi sviluppo. Lo ricorda anche un’economista africana, Dambisa Moyo, nel suo sferzante studio dal titolo "Dead Aid". Di aiuti allo sviluppo si può morire – sostiene la giovane studiosa zambiana – laddove creano dipendenza e assistenzialismo invece di innescare relazioni nuove fra i Paesi. Un esempio? Nel 1987 Mobutu, padre-padrone dell’allora Zaire (oggi Repubblica democratica del Congo), chiese a Reagan condizioni più favorevoli per onorare il proprio debito con gli Usa, pari a 5 miliardi di dollari; ma subito dopo noleggiò un Concorde per trasportare la figlia a sposarsi in Costa d’Avorio. La cancellazione del debito dei Paesi poveri, negli intenti di quanti lanciarono la Campagna, voleva essere il preludio a un cambio di mentalità, l’avvio di un metodo nuovo, prima che una mera soluzione contabile. Del resto, come ricorda Benedetto XVI nella Caritas in veritate, «la solidarietà senza la sussidiarietà scade nell’assistenzialismo che umilia il portatore di bisogno. Gli aiuti internazionali allo sviluppo possono a volte mantenere un popolo in uno stato di dipendenza. Gli aiuti economici, per essere veramente tali, devono assumere in misura sempre maggiore le caratteristiche di programmi integrati e partecipati dal basso». Il punto focale della questione diventa allora il nesso fra giustizia e solidarietà. Non ci può essere aiuto reale se avviene a latere di rapporti economici non improntati a equità; in caso contrario, siamo in presenza di beneficenza avvelenata. Aiuti calati artificiosamente dall’alto, debiti cancellati più per calmare la coscienza che per attivare energie in loco non portano lontano.
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LICURSI.110
LICURSI.110 il 25/06/10 alle 12:46 via WEB
.... '''Contenti'''' Prandelli, Trapattoni, Donadoni .........
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Anonimo il 27/06/10 alle 14:12 via WEB
Essere realisti significa non dimenticare mai la concretezza esistenziale e intellettuale dell'"oggetto" che hai davanti: una persona con certe capacità, un carattere, una fisicità, dei desideri, degli aspetti di apatia, timidezza, istintività, narcisismo e dedizione, soprattutto un ragazzo con tre grandi veri bisogni: • capire chi è; • essere parte di qualcuno o di qualcosa, • iniziare a dare uno scopo, un senso alla propria vita.
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Anonimo il 30/06/10 alle 14:57 via WEB
http://www.allmusic.com/cg/amg.dll?p=amg&sql=10:3nfuxqqjldje
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Anonimo il 01/07/10 alle 16:06 via WEB
Ci aveva avvisati il poeta Eliot: se minate il fondamento di una cultura e di una storia, pensate che poi possano resistere a lungo i suoi frutti? Dall’avversità al cristianesimo potrebbero essere travolti i frutti di civiltà di cui tutti godono senza magari neanche saperne l’origine. Non sappiamo cosa succederà. Forse dovremo tornare a rigare un crocifisso sui muri di nascosto, vicino ai luoghi di preghiera o di sofferenza. La fede non teme la scomparsa dei crocifissi dai luoghi pubblici, perché tale scomparsa non è una sconfitta della fede, ma della storia e della laicità. Però sappiamo una cosa: come dicono i nostri fratelli in umanità di fede musulmana, Dio è davvero grande se oggi un ebreo ha autorevolmente e appassionatamente difeso il Crocifisso.
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Anonimo il 01/07/10 alle 16:10 via WEB
E questo per noi che abbiamo una fede semplice, laica, per noi che abbiamo un cuore lieto e in allerta è già una vittoria. Ne ringraziamo Dio, e il professor Weiler. Se non dà troppo fastidio a certi opinion leader ci permettiamo di chiamarlo "miracolo". Davide Rondoni
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Anonimo il 04/07/10 alle 14:28 via WEB
Primo passo del progetto Obama. L’Europa ferma al palo E se il capitalismo «umano» diventasse il modello americano? Pur indebolito agli occhi dell’opinione pubblica per non avere ancora sconfitto l’onda nera che sta devastando le coste del Golfo del Messico, il presidente Barack Obama è riuscito a portare a compimento un’impresa che, almeno sulla carta, si preannuncia storica: «La messa al guinzaglio degli speculatori di Wall Street». Semplificando all’estremo: dopo il voto della Camera, le regole del gioco nel tempio del capitalismo planetario saranno profondamente modificate. L’intento dichiarato è creare in seno alla Fed, l’Agenzia federale paragonabile alla Banca centrale europea, un organismo che tuteli risparmiatori e consumatori, fissando limiti invalicabili all’operato delle banche, che dovranno rivedere i comportamenti, giudicati da Obama «irresponsabili e spesso imprudenti». Ora, la riforma passerà al Senato (entro luglio), dove l’ultimo sì è dato per scontato. La decisione fortemente voluta da Obama merita un applauso a scena aperta. Con coraggio politico, ha posto un "alt!" categorico alla lunga stagione di ipercapitalismo selvaggio. Di riflesso, viene spontaneo chiedersi perché sulla nostra sponda dell’Atlantico – nell’Europa ove la crisi è altrettanto grave se non peggiore di quella Usa – tutto taccia. La Bce di Francoforte appare pietrificata, mentre ogni Paese di Eurolandia va per la sua strada. Solo misure-tampone, per salvare la Grecia dalla bancarotta, e scongiuri verbali nei confronti dei crac che si profilano in Portogallo e Spagna.
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Anonimo il 04/07/10 alle 14:31 via WEB
Riassumendo: Obama, sfidando i Poteri Forti, si muove. I «nostri» governanti e banchieri stanno alla finestra, forse in attesa che la tempesta passi. Conservando imperturbabili le loro poltrone. Eppure, non avevano né visto né previsto. Semmai hanno continuato a sostenere il «tutto sottocontrollo», a dispetto dei bilanci in profondo rosso, del crollo dei titoli in Borsa, della tosatura dei risparmiatori che nel volgere di un biennio hanno visto dimezzati i loro investimenti, propagandati (come nel caso dei Fondi) quale garanzia del futuro delle famiglie. Plaudire ad Obama, dunque, ma attenzione! Nell’economia moderna, universalmente capitalistica (persino la cinese lo è), il moralismo, da non confondere con l’etica, può essere pericoloso. Spiegazione in pillole: la finanza è il motore di un sistema basato sullo sviluppo ininterrotto alimentato dalla frenesia consumistica. Guardiamo al settore immobiliare. I costruttori lavorano con i soldi delle banche; e sono ancora le banche a concedere i prestiti per i mutui. Risultato finale: poiché la "bolla dei mutui fragili" è stata l’origine dell’attuale crisi – mediamente le banche prestano dieci volte, ed anche più dei capitali di cui dispongono – quando la catena si spezza, è il crac. Altrettanto vero però che se le banche si comportassero con prudenza anziché con avidità, dovrebbero centellinare i prestiti. Ai privati e alle aziende, pure indebitatissime. In questo modo frenerebbero lo sviluppo, e inevitabilmente si ridurrebbe il tenore di vita, oggi caratterizzato dal «passo più lungo della gamba». Poiché tutto si compra a credito. Gli americani hanno un record assoluto in materia: indebitati dalla culla alla bara. In un simile contesto, il risanamento dell’economia nei Paesi più avanzati, non può che passare dall’affermarsi di una nuova filosofia sociale basata sulla parsimonia nei consumi, il ridimensionamento del superfluo e la ricerca della crescita (con i suoi risvolti occupazionali), nella solidarietà con le Nazioni meno favorite del Pianeta. È questo che ha in testa Obama? C’è da augurarselo. Altrimenti, la riforma appena varata seguirà le sorti di quelle che l’hanno preceduta dall’Ottocento in poi, dopo ogni crac di Wall Street. Infatti la finanza, con i suoi diabolici comportamenti, sempre è riuscita, autentica fenice capace di risorgere dalle proprie ceneri, ad aggirare le leggi, per inseguire il mito del profitto. C’è pertanto da augurarsi che Obama, oltre a deprecare e punire, realizzi un nuovo modello di capitalismo. Dal volto umano e sociale. È una speranza, anche per l’Europa. Giancarlo Galli
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Anonimo il 04/07/10 alle 14:40 via WEB
http://www.avvenire.it/Commenti/maturità+editoriale+davenia_201006220638403170000.htm
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Anonimo il 05/07/10 alle 10:50 via WEB
..'Mettiamoci dunque anche noi alla scuola di san Tommaso e del suo capolavoro, la Summa Theologiae. [...] Si tratta di un ragionamento serrato, in cui l’applicazione dell’intelligenza umana ai misteri della fede procede con chiarezza e profondità, intrecciando domande e risposte [...] In questa riflessione, nell’incontro con vere domande del suo tempo, che sono anche spesso domande nostre, san Tommaso, utilizzando anche il metodo e il pensiero dei filosofi antichi ... arriva così a formulazioni precise, lucide e pertinenti delle verità di fede, dove la verità è dono della fede, risplende e diventa accessibile per noi, per la nostra riflessione'..
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Anonimo il 06/07/10 alle 16:18 via WEB
Un ''nemico'' vi fa un grande, grosso favore e scoprite che è un favore vero, gratis, gratuito, senza 'contropartita', senza interesse/i ........ ( !!!! )
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Anonimo il 09/07/10 alle 18:15 via WEB
Gianfranco Ravasi / L'ANGELO DELL'OBLIO / Nel Talmud è scritto che quando il bambino è nel corpo della donna una luce gli splende sul capo ed egli apprende tutta la Torah. Ma quando è giunto il momento di uscire all'aria del mondo, viene un angelo e gli posa le dita sulle labbra affinché dimentichi tutto. Come si deve intendere questo? Perché bisogna che impari prima tutto per poi dimenticare tutto? Abbiamo spesso esaltato la bellezza e l'importanza del ricordare, il "riportare al cuore". Essere smemorati non è solo una questione di Alzheimer, è spesso un male culturale di cui siamo tutti testimoni nei nostri giorni frenetici e distratti. Eppure è necessario anche dimenticare. Lo esige il perdono autentico, perché è solo un gioco di parole dire che si perdona ma non si dimentica: finché ricordi il male ricevuto, tu non hai pienamente perdonato. C'è, dunque, un oblio che è liberazione dalle catene della nostalgia, della recriminazione, del passato oscuro. Ma la bella parabola, sopra citata, dei Chassidim, gli Ebrei mitteleuropei, "i pii" per eccellenza, vuole suggerire un altro significato che lascio spiegare al prosieguo del testo: «Se ricordasse tutto, l'uomo penserebbe continuamente alla propria morte, non costruirebbe case, non intraprenderebbe nulla, non parlerebbe con gli altri, non amerebbe nessuno». Infatti, se noi avessimo già conosciuto tutti i segreti della vita nel grembo materno, sapremmo ogni successo e fallimento e soprattutto vedremmo già l'esito finale. Ecco, perché avere accanto anche l'angelo dell'oblio è un dono divino che ci permette di continuare a vivere, agire e sperare.
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Anonimo il 09/07/10 alle 18:21 via WEB
Il califfo Harun el-Rashid, trovandosi un giorno nella città di Rey, vide un tale che spacciava rimedi per tutti i mali. Di fronte a questo reagì esclamando: «Non credevo che nel mio regno si potesse uccidere impunemente!».Siamo nel VII sec., agli esordi dell-Islam, e la storia del califfato è spesso costellata di aneddoti riguardanti questo personaggio che amava travestirsi da semplice cittadino per andare a sentire il polso della società. Questa piccola parabola vuole evidentemente colpire una malattia sociale fin troppo coccolata anche ai nostri giorni, quella della ciarlataneria. Basta solo aprire la televisione di notte per incrociare gente che ha come missione (ben retribuita) l-inganno: maghi, "maestri", cartomanti, astrologhi e così via si contendono bacini enormi di stupidità e, purtroppo, anche di miserie e sofferenze, pronte a protendersi verso qualsiasi illusione.A quelli che riescono ad essere finalmente trascinati in tribunale si sostituiscono subito altri cialtroni e filibustieri ed è veramente ironico che giornali che si dichiarano altezzosamente "laici" e "illuministi" o "razionali" riservino spazio a quella buffonata che è l-oroscopo. Si pone, comunque, la necessità di evitare confusioni, in modo rigoroso, tra magia e fede, tra superstizione e devozione, tra illusione e speranza. In questa linea è rischioso indulgere a dimensioni troppo sentimentali o folcloristiche della religione, nella stessa maniera in cui si deve distinguere il (per altro rarissimo) "miracolo" da pratiche di guaritori e da rituali oracolari, destinati a turlupinare persone disperate. Ritorniamo, allora, alla serietà della scienza e alla purezza della religione, evitando di ricorrere a surrogati che rovinano spesso non solo l-anima ma anche la stessa esistenza concreta di chi vi si affida. Gianfranco Ravasi I CIARLATANI
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Anonimo il 10/07/10 alle 15:29 via WEB
SONO/SARANNO MINIMO 15 ANNI KE KIEDO _______ MA QUANDO CAkkVOLO FANNO UN FILM DECENTE (ALMENO DECENTE, MA MAGARI BELLISSSIMO..!) SU __ DYLAN DOG _______ ECC............. ??!!!!?!?????
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Anonimo il 10/07/10 alle 16:15 via WEB
http://it.wikipedia.org/wiki/Franz_Kafka
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Anonimo il 11/07/10 alle 01:24 via WEB
ASSOLUTAMENTE INTOLLERABILE, INSOPPORTABILE, INACCETTABILE UNA PERSONA MEDIOCRE O MOLTO MEN KE MEDIOCRE, IGNORANTE, STUPIDA, DI SCARSO / SCARSISSSSSIMO LIVELLO/VALORE SI POSSA PERMETTERE DI GIUDICARE ECC 1 OTTIMA PERSONA NETTAMENTE SUPERIORE
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Anonimo il 13/07/10 alle 13:58 via WEB
Amore L'amore è l'unico passaporto per l'Eternità. (François Favreau) È meglio aver amato, e perso che non aver mai amato. (A. Tennyson) La vita è una prefazione alla morte, la morte è una prefazione all'amore (M. Delbrel). Che il tempo non si perda per poco amor (Dante) ___________________________ Non parlate d'amore al vostro fratello: amatelo (Sant'Agostino) ___________________________ L'amore come la luna: se non cresce, cala. (anonimo) Amare qualcuno significa vederlo come era nelle intenzioni di Dio. (F. Dostoevskij) La sola verità e amarsi. (R. Follereau) Chi ha Dio per centro, ha l'universo per circonferenza (E. Fromm) Il più bel viaggio che si possa fare quaggiù, è quello che si fa andando l'uno verso l'altro. (P. Morand) Pensiamo meno all'umanità, e più agli uomini. (E. Leseur) La misura dell'amore è amare senza misura (Sant'Agostino) Ama e fai ciò che vuoi. Se taci, taci per amore; se parli, parla per amore; se correggi, correggi per amore;se perdoni, perdona per amore. (Sant'Agostino) Dove c'è amore non c'è sofferenza: o se c'è sofferenza, anch'essa è amata. (Sant'Agostino)
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Anonimo il 15/07/10 alle 13:37 via WEB
La lode di uno sciocco o di un ignorante, invece di incoraggiarci, ci dovrebbe mettere in sospetto di aver commesso un errore. Si narra che un giorno Socrate passeggiasse coi suoi discepoli lungo i portici di Atene. All'improvviso, si fece avanti uno dei più aspri avversari del filosofo per dirgli: «Socrate, mi sono convinto che tu hai veramente ragione rispetto a quanto io pensavo. Per questo ora ti ammiro». Socrate si fermò e, rivolgendosi ai discepoli, commentò lapidariamente: «In che cosa ho sbagliato perché un tipo come questo mi dia ragione e mi ammiri?».
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Anonimo il 15/07/10 alle 13:41 via WEB
In verità dobbiamo riconoscere invece che, di fronte a una lode, da chiunque provenga e comunque sia motivata, noi sentiamo nel nostro io profondo un dolce calore di soddisfazione. A non incappare in questa tentazione ci ammonisce una figura particolare, il pittore francese Jean-Auguste Dominique Ingres (1780-1867), il maestro dei "classicisti", nelle sue Note e pensieri, una raccolta di sue considerazioni che nei giorni scorsi ho ricevuto in dono proprio da un pittore italiano che conosco. Certo, gli artisti sono sensibilissimi alle lodi; se appena esprimi una riserva alla loro opera o ti permetti una comparazione, sono pronti a reazioni veementi e a sdegni omerici. Ma un po' tutti siamo così e in tal modo non ci accorgiamo che molti, per evitare diatribe, ci gratificano di lodi improbabili. C'è però qualcosa di più. Quando certe lodi vengono da persone dubbie, dovremmo in realtà metterci in allarme. Purtroppo, vale invece in qualche maniera sempre una variante del famoso detto di Voltaire sul calunniare: «Lodate, lodate sempre; qualcosa resterà». E non sarà certo né la verità del lodatore interessato né quella del lodato ingenuo e vanitoso. G Ravasi
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Anonimo il 15/07/10 alle 13:47 via WEB
Quattro sono le classi degli umani: 1. Gli intelligenti, che procurano vantaggi a se stessi e agli altri. 2. I banditi, che cercano solo il proprio utile. 3. Gli sprovveduti, che cercano il proprio vantaggio e poi invece avvantaggiano qualcun altro. 4. Gli stupidi, che danneggiano tutti, in modo imprevedibile e alla cieca.
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stellamarina_07
stellamarina_07 il 16/07/10 alle 22:18 via WEB
grazie del passaggio al mio blog buona serata fè:)
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Antologia2
Antologia2 il 26/07/10 alle 15:46 via WEB
LOVE PARADE / Giulia, vittima della Massa che vuol decidere il destino della vita Alessandro Banfi C’era anche una ragazza di Brescia, Giulia Minola, 21 anni, fra i morti della maledetta Love Parade di Duisburg, che sabato scorso ha sconvolto l’Europa. Era arrivata in Germania per partecipare a quello che è stato definito “uno dei pochi riti di massa della nostra epoca”. Nato con le migliori intenzioni vent’anni fa per celebrare la musica techno, secondo le parole del suo ideatore Matthias Roengh, detto il Dr. Motte, che lo definì “una dimostrazione a favore del rispetto, della tolleranza e della comprensione tra i popoli”, oggi è diventato un grande raduno di massa dove ci si può permettere ogni eccesso. Quarantottore fa il panico della folla ha scatenato un incidente orribile dove le vittime sono state calpestate. Un incidente che ha ricordato la tragedia allo stadio dell’Heysel. La folla impazzita e il terrore possono creare una miscela ad alto potenziale esplosivo che distrugge ogni cosa incontri sul suo cammino. La dinamica di questo tipo di cose è antica come antico è il mondo. Già Platone parlava della folla numerosa come di una bestia che rischia di diventare incontrollabile. E dunque nel 2010 si può ancora morire di intruppamento, di ingorgo umano, dove il cervello del singolo è scomparso, dove la persona è annientata e annegata nella massa, nella sua razionalità impazzita. Il potere ama la via facile della folla, e non solo nella sua forma populista, oggi tanto in voga in Italia. Ha ragione, su questo punto, Massimo Cacciari quando richiama la grande lezione di Karl Marx sulla massificazione della società borghese. Un Marx diremmo oggi “illuminato” dalla scuola di Francoforte. http://www.ilsussidiario.net/
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Antologia2
Antologia2 il 26/07/10 alle 15:49 via WEB
Purtroppo con la sacrosanta fine del comunismo nella forma del socialismo reale dell’Est, quella lezione rischia di andare perduta. La società di massa ha sempre adorato i raduni delle moltitudini dove i comportamenti della folla non sono più responsabilità del singolo. Se oggi interrogassimo ogni giovane individuo della tragedia di Duisburg non troveremmo neanche uno che si sente colpevole. In questo casi infatti l’io viene, anche fisicamente, anche psicologicamente, e come spiega bene il grande Alessandro Manzoni parlando dell’insorgenza di Milano nei Promessi Sposi, anche penalmente dissipato: il Renzo della folla meneghina commette misfatti che il Renzo persona consapevole non avrebbe mai immaginato. E allora la tragedia della Love Parade non è la particolare follia di un pezzo di generazione, poco comprensibile per chi abbia un’altra età o non sappia neanche che cosa sia la musica techno. È piuttosto il simbolo drammatico di una patologia che ci riguarda nella nostra vita quotidiana, molto più di quello che pensiamo. La logica della Massa tende a determinare le nostre scelte, il Potere se ne serve in modo assoluto e spietato. L’unica difesa del singolo, della persona, resta l’irriducibilità del proprio desiderio, del proprio cuore. Quanto a Giulia, il nostro pensiero vola a lei. Al mistero terribile della Morte, che spezza una vita giovane e una grande aspirazione alla felicità, travolgendola con una violenza che atterrisce. In queste ore pregheremo per i suoi occhi, perché vedano presto la luce. E per le persone care che ha lasciato.
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Antologia2
Antologia2 il 26/07/10 alle 15:54 via WEB
PAPA/ Ecco i nemici della Chiesa che "sperano" nello scandalo pedofilia Francesco Agnoli lunedì 26 luglio 2010 Non c’è menzogna più grande di una verità strumentalizzata. Mi riferisco all’ormai quotidiano dibattito sulla pedofilia nella Chiesa. Sì, è vero, si tratta di un fatto: vi sono sacerdoti e religiosi che si sono macchiati di azioni orribili, a danno di bambini o ragazzi innocenti, violati nel loro pudore, nella loro dignità, nella loro libertà. Però, questo fatto, come tutti, va compreso, inquadrato in un contesto, spiegato, e persino quantificato. Altrimenti non si capisce nulla. Per questo, insieme a Massimo Introvigne, Giuliano Guzzo, Lorenzo Bertocchi e Luca Volonté, capogruppo del Ppe al consiglio d’Europa, abbiamo curato un libretto intitolato “Indagine sulla pedofilia nella Chiesa” (Fede & Cultura, 2010; pagine 75, euro 6. Con uno scopo, appunto: capire veramente cosa è successo e cosa sta succedendo. Ebbene, in poche righe, i fatti, quelli importanti, mi sembrano questi. Anzitutto esiste da ormai parecchi anni, a partire dai mitici anni Sessanta, un aumento generale del fenomeno pedofilia, che è difficile non collegare con la cosiddetta “rivoluzione sessuale” esplosa nel 1968 e caratterizzata da slogans del tipo: “Il sesso è tuo, liberalo”; “Lotta dura contro natura”; “Abolisci ogni divieto” ecc. Sono gli anni della contestazione alla famiglia, dell’esplosione della pornografia, della cultura della droga e dell’“abolizione di ogni tabù”; gli anni in cui non pochi intellettuali e rivoluzionari, soprattutto a sinistra, parlano di “diritto alla sessualità dei bambini”, di liceità dell’incesto e amenità simili. Ne nasceranno elogi della pedofilia e manifesti pubblici in suo favore, ad esempio su Liberation, con firme eccellenti: Daniel Cohn Bendit, Paul Sartre, Simone de Beauvoir, Michel Foucault, Jack Lang… In Italia, negli anni Novanta, un editore vicino ai radicali, Stampa Alternativa, arriverà a pubblicare “Diario di un pedofilo” allo scopo dichiarato di «prendere di petto gli ultimi tabù, la pedofilia e l’incesto». Senza che ciò desti nessuno vero scandalo. Questo aumento della pedofilia, piuttosto sdoganata anche culturalmente, colpisce in particolare, la realtà più distrutta dalla cultura nichilista contemporanea: la famiglia. E’ qui, infatti, che si consumano la stragrande maggioranza degli abusi su minori, per opera di padri, patrigni, madri, zii, amici di famiglia, amanti, conviventi ecc…
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Antologia2
Antologia2 il 26/07/10 alle 15:56 via WEB
Tra gli abusatori, in percentuale molto minore, vi sono poi anche insegnanti, educatori, estranei, appartenenti a strane sette, e persino dei sacerdoti. Quanti sono quest’ultimi? Non è facile quantificarlo, certo non tanti come si vuole far credere. Il dossier pedofilia del Telefono Azzurro del maggio 2010 sottolineava proprio che i media creano una falsa percezione del problema, facendo credere che esso riguardi solo certe realtà, ad esempio la Chiesa, quando esso, al contrario, sarebbe “pervasivo”. Le statistiche migliori le abbiamo per gli Usa, cioè il paese in cui sono avvenuti la gran parte degli abusi da parte di religiosi cattolici, in particolare negli anni Sessanta e Settanta. Esse ci dicono ad esempio che il numero dei sacerdoti cattolici abusatori è sensibilmente inferiore a quello dei pastori protestanti che hanno subito la stessa accusa. Un dato importante, perché insieme a quello sulla maggioranza degli abusi che avvengono in famiglia, valido universalmente, dimostra che il problema non è il celibato. In secondo luogo sappiamo che circa l’80% dei religiosi colpevoli ha avuto rapporti omosessuali, soprattutto con adolescenti dai 15-16 anni. Infine non è secondario ricordare che in molti casi l’accusa di pedofilia, che è spesso anche un modo per rovinare una persona, per vendetta o altro, ha finito per divenire, negli Usa, un metodo per estorcere quattrini. Infatti in quel paese a pagare per la colpa del singolo sacerdote abusatore è l’intera diocesi: nascono così cause milionarie, talora di difficile valutazione (in quanto sovente testimone ed accusa coincidono e si parla di presunti fatti vecchi di 30 o 40 anni), in cui si finisce magari per arrivare ad una transazione. Avviene cioè che la diocesi, o una qualche altra realtà (celebre il caso del cantante Michael Jackson, che pagò milioni di dollari per una accusa rivelatasi fasulla dopo molti anni), paga, senza neppure che si arrivi ad accertamento dei fatti: ma questa procedura, ovviamente, invoglia a nuove cause e nuovi business. Studi legali americani si sono così specializzati alla caccia al pedofilo, guadagnando cifre esorbitanti. In questo momento sembra che a finire nel mirino degli affaristi siano anche le Associazioni di scout, già condannate a pagare anch’esse cifre milionarie, per centinaia di casi di abusi.
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Antologia2
Antologia2 il 26/07/10 alle 15:57 via WEB
http://www.ilsussidiario.net/
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Antologia2
Antologia2 il 26/07/10 alle 15:59 via WEB
http://www.ilsussidiario.net/mobile/page.aspx?aid=91976
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Antologia2
Antologia2 il 29/07/10 alle 09:27 via WEB
Ogniqualvolta si sentirà impaurita o preda di qualsivoglia ansia da prestazione, ripeterà a se stessa, come un mantra: vai bene così, piccola, non temere! Fai tesoro degli errori del passato e delle critiche costruttive che ricevi. Continua a voler imparare e migliorare sempre - senza fine. Per il resto, vai davvero bene così. E così sia.
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citazioni_bellisssss
citazioni_bellisssss il 29/07/10 alle 13:51 via WEB
Anna: "Hai paura?" Smilzo: "Sì." Anna: "Di me?" Smilzo: "Sì e nessun coraggio sarà bello come questa paura." (Il giorno prima della felicità - Erri De Luca)
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BELLOpsicologo
BELLOpsicologo il 16/08/10 alle 23:43 via WEB
credo che l'amore, nella sua accezione cristiana, nasca quando facciamo esperienza dell'amore di Cristo, non una esperienza di tipo intellettuale, ma concreta, esistenziale. L'amore di Cristo che ci avvolge e ci conquista suscita un moto di fiducia e di riconoscenza ed è questo il primo seme _ voler bene _ che lo Spirito fa crescere in noi Per la speranza che suscita il sentirsi amati, riusciamo a vincere il nostro egoismo ed il nostro pessimismo esistenziale....e ritenendoci ormai _ ricchi _ guardiamo al nostro prossimo con occhi diversi.
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Anonimo il 23/08/10 alle 23:07 via WEB
sempre più convinta del fatto - talvolta così chiaro e inequivocabile da fare quasi rabbia, o da strappare un sorriso, a seconda dello stato d'animo - che siamo noi, first, i fautori/responsabili di ciò che ci accade. O non ci accade, nel caso. E' più facile, e comodo anche, imputare ad altri ciò che non va nella no...stra vita. E noi dov'eramo, nel frattempo? Davvero non potevamo farci nulla?
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