Creato da: 1carinodolce il 08/06/2008
NATO PSICOLOGO! ^__^
 

I miei link preferiti

 

 
« .....SMS.......Televideo.Rai.it »

TROPPO TROPPO BELLO E VEROO

Post n°508 pubblicato il 31 Ottobre 2010 da 1carinodolce

  

http://www.avvenire.it/Commenti/rondoni+trionfo+cuore_201008270804192900000.htm

  

http://blog.libero.it/gratitudine/9611543.html

 

http://www.google.it/search?as_q=AVVENIRE+COMMENTI+RONDONI&hl=it&num=100&btnG=Cerca+con+Google&as_epq=&as_oq=&as_eq=&lr=&cr=&as_ft=i&as_filetype=&as_qdr=all&as_occt=any&as_dt=i&as_sitesearch=avvenire.it&as_rights=&safe=images 

 


 
http://www.avvenire.it/Commenti/antireligione+seme+forte+corradi_201011240802063930000.htm
 
http://www.avvenire.it/Commenti/Una+lenta+scia+di+tenace+tristezza_201011180749313330000.htm
 
http://www.avvenire.it/Commenti/LO+SCANDALO+E+IL+TAB_201011220827426470000.htm
 
http://www.avvenire.it/Commenti/PUBBLICIT+MORTALE_201011100820417600000.htm
 
http://www.avvenire.it/Commenti/editoriale+rondoni+tv+tribunizia+chiesa_201011170812232500000.htm
 
  

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Commenti al Post:
lascrivana
lascrivana il 31/10/10 alle 06:57 via WEB
Ho letto e condivido. Si ha molta paura di amare per non soffrire ... e quando invece lasci il cuore libero e manifesti il tuo affetto,la gente non ti crede. Perché è così?
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/11/10 alle 07:48 via WEB
IL CRISTIANESIMO, LE CRISI, LA CERTEZZA DEL PAPA L'antireligione e il seme forte «C’è il pericolo che la ragione, la cosiddetta ragione occidentale, sostenga di avere finalmente riconosciuto ciò che è giusto e avanzi una pretesa di totalità che è nemica della libertà. Credo necessario denunciare con forza questa minaccia. Nessuno è costretto a essere cristiano. Ma nessuno deve essere costretto a vivere secondo la "nuova religione", come fosse l’unica vera, vincolante per tutta l’umanità». Del rischio di una dittatura del relativismo Benedetto XVI parla da tempo, ma il bello di <+corsivo>Luce del mondo<+tondo> è che le domande di Peter Seewald somigliano a quelle che molti di noi farebbero, se potessero, al Papa. La pressione perché «si pensi come tutti, si agisca come agiscono tutti», evocata da Seewald, quanto la sentiamo, anche in un Paese di tradizione cristiana come il nostro. È, risponde Benedetto XVI, una «pressione di intolleranza» che si esercita presentando il cristianesimo come un modo di pensare «sbagliato», e ridicolizzandolo; privandolo, in nome della «ragionevolezza», dello spazio per vivere.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/11/10 alle 07:50 via WEB
E fin qui è la lucida analisi di qualcosa che sperimentiamo ogni giorno. Ma provocante è la questione posta da Seewald: com’è che, anche in Paesi in cui quasi tutti sono battezzati, «una maggioranza accetta di essere dominata da una minoranza di opinion leader?». E il Papa, in risposta, si domanda: in che misura queste persone sono ancora parte della Chiesa? Da un lato, dice, non vogliono perdere questo fondamento, dall’altro «è chiaro che sono interiormente plasmate dal pensiero moderno». Insomma, l’avvento di una dittatura del relativismo è possibile per una «schizofrenia» dei cristiani, un ridurre la fede a un vecchio substrato che vive «parallelamente» alla modernità, ma non la contagia e non la fermenta. A fronte di questa realtà, Benedetto XVI afferma l’urgenza della «nuova evangelizzazione» recentemente annunciata – di un nuovo inizio, che susciti un cristianesimo capace di distinguersi alla "controreligione" avanzante. ***** E il denso dialogo del libro, nella asciuttezza della forma giornalistica, interpella profondamente noi cristiani insofferenti di tirannie mediatiche, politiche ed economiche, giustamente ribelli al conformismo cui ci viene chiesto di allinearci. Perché certo, le forze della «antireligione obbligatoria» sono ampie e attrezzate; ma Benedetto XVI non guarda a loro, guarda ai suoi, e (ci) domanda: in che cosa realmente credete, in chi davvero riponete la vostra speranza? In un Dio che si mette da parte, finita la messa della domenica; o in Cristo che "c’entra" con tutto, e trasforma ogni cosa? La questione posta da Benedetto XVI dice una volta di più del suo coraggio, quando afferma in sostanza che alla prima radice della crisi presente c’è una fede spesso astratta, "divisa", incapace di fecondare di sé la realtà. Il problema, insomma, prima che gli avversari siamo noi – e questa è sempre una cosa scomoda da dire.
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 25/11/10 alle 07:54 via WEB
Non si potrebbe semplicemente pensare, domanda molto laicamente a questo punto l’intervistatore, che dopo duemila anni il cristianesimo si è esaurito, come è accaduto a tante altre culture? Ma qui il Papa rivela, dopo la severa lucidità dell’analisi, un ottimismo che potrebbe apparire illogico. Dice del germogliare di movimenti in America latina, della fedeltà della Chiesa d’Africa ai poveri, di un "fiorire", in Occidente, di iniziative poco visibili, ma che nascono «dal di dentro, dalla gioia dei giovani». Parla, il Papa, del cristianesimo come di una forza vitale, di un seme che, apparentemente annichilito, comunque rinasce, là dove non te lo saresti immaginato, e nuovamente cresce. Seme che, estirpato, ritorna; perseguitato, risorge. Radicale differenza: le culture e le ideologie nascono, trionfano e declinano. Ma Cristo nato nella carne, morto e risorto, uomo e non dottrina, tenacemente resta dentro la storia degli uomini; negato, dimenticato, ritorna. E la granitica benigna certezza di Benedetto ci solleva, larga come un gesto di benedizione. Il destino della Chiesa è nelle mani di Cristo – non solo nelle povere nostre. ********** Marina Corradi
(Rispondi)
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 10/12/10 alle 21:22 via WEB
Il volto non ha forma, propriamente parlando, cioè va sempre oltre, sfugge. Nessun contorno lo definisce adeguatamente. Il volto non è la configurazione facciale. L’esperienza di ogni giorno ci dice che il volto non è semplicemente l’accostamento di due occhi, un naso, una bocca. Sappiamo che i tratti che lo rinchiudono in contorni non sono mai soddisfacenti, non rendono mai pienamente la presenza, il mistero. Perché il volto non ha forma? Perché è essenzialmente aperto, è una finestra imprevedibile che suggerisce paesaggi ignoti. Il volto, detto altrimenti, è strappo nella continuità dell’essere, mentre invece, la forma rende rigido, fermo, chiuso... Ed ecco che l’incontro di un volto viene ad aprire il mondo, poiché è esso stesso incontro di un mondo.
(Rispondi)
 
Gli Ospiti sono gli utenti non iscritti alla Community di Libero.
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963