Piaceri e felicità
Felicità deriva da fertile ed una pianta per essere fertile, per dare frutto, presuppone un itinerario, un processo: la semina, la coltivazione, lo sviluppo, la potatura e la raccolta.
Per un uomo essere fertile significa vivere in armonia con le leggi fondamentali della realtà e con la propria natura: cioè in armonia con tutte le componenti della propria personalità. Questo presuppone un cammino perfettibile e mai perfetto attraverso il quale l’uomo cerca di conoscere sempre meglio la verità e di metterla in pratica e presuppone un itinerario attraverso il quale la persona cerca di riportare ad unità e secondo un ordinamento gerarchico le potenze dell’anima che sono entrate in conflitto a causa del peccato originale: in ogni uomo c’è il bisogno di integrare e coordinare le passioni con la volontà, la volontà con la ragione e la ragione con la verità e da questo processo, che intende ordinare tutte le potenze dell’anima fra di loro e nei confronti della verità, nasce propriamente la condizione che chiamiamo felicità. San Tommaso d’Aquino spiega che la felicità consiste primariamente nell’attività intellettuale - che è propria dell’essere umano - e risulta soprattutto dalla contemplazione della verità: secondariamente la felicità ha carattere affettivo perché rendendo l’uomo felice in ciò che gli è essenziale, tutto l’uomo diventa felice in ogni sua dimensione ed attività ( cfr San Tommaso d’Aquino, II Sent. d. 4, q. 1, a. 1; Summa Teologica I- II, q. 3, a. 4).
La felicità – fertilità è dunque uno stato, una condizione incipiente e perfettibile fondata su un processo che si concluderà in Paradiso, con uno stato di felicità perfetta.
I piaceri sono buoni solo quando sono il risultato e la conseguenza della realizzazione di obbiettivi giusti ed adeguati: il piacere ed il desiderio sono fattori da ordinare e da vivere all’interno di un processo che intende integrare e coordinare gerarchicamente le potenze dell’anima fra di loro e nei confronti della verità.
Il piacere disordinato è il piacere momentaneo di una facoltà che entra in contrasto con le altre componenti della personalità, con i bisogni di natura spirituale che, nell’uomo, si trovano sempre mescolati con forme inferiori e biologiche di bisogni ed entra in conflitto con le leggi fondamentali della natura che l’uomo è in grado di conoscere mediante la sua ragione (vedi paragrafo su istinti e bisogni umani ). |