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Un blog creato da GiuseppeLivioL2 il 31/08/2014

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living on a prayer - bj :)

Post n°15 pubblicato il 07 Aprile 2015 da GiuseppeLivioL2


 

Dio, l'unico vero Dio, è con tutti i cristiani perseguitati,  questa è una cosa molto più vera del fatto che questa community si chiami libero.
 
i tanti martiri cristiani sono già nella pace, nella gioia, nella felicità, infinita ed eterna, senza limiti, senza fine.
   

voglio pregare per i persecutori dei cristiani, -- preghiamo tutti insieme ?? --
per i feroci, crudeli, violentissimi, disperati terroristi (musulmani) ,  affinchè il Signore, Padre di tutti, tocchi il loro cuore e renda utile la testimonianza, il martirio, la morte testimoniale, di tanti innocenti fratelli, cristiani,
ma  anche i feroci terroristi musulmani sono nostri fratelli, come Caino .........
   

Signore, ti prego, ti preghiamo, proteggi i tuoi figli ovunque dispersi da mani assassine, converti alla luce della Tua Parola quegli uomini che pensano di servirti uccidendo i tuoi figli, ed invece commettono abominio ai tuoi occhi.
manda in fumo i loro progetti di morte e distruzione.
venga, Signore, su tutta la terra il tuo Regno di pace, dove tutti si riconoscano fratelli tra fratelli.
Amen.

GiuseppeLivioL  (Gius)  ^____^
   
 
 
 
   

 
Rispondi al commento:
GiuseppeLivioL2
GiuseppeLivioL2 il 27/04/15 alle 22:57 via WEB
........ AMISTAD ........ Sulla morte in mare, provocata da esseri umani ad altri esseri umani, c’è una terribile scena nel film "Amistad" (1997) di Steven Spielberg. Ambientato nel 1839, esso narra l’ammutinamento di schiavi catturati in Africa e deportati in America dagli spagnoli in condizioni disumane sulla nave "Amistad", della quale, uccidendo i negrieri e i membri dell’equipaggio, prendono a un certo punto il controllo, senza saperla tuttavia governare, per cui vengono ricatturati dagli americani al largo delle coste statunitensi, imprigionati e processati. La terribile scena che provoca la rivolta è quella in cui il capo dei negrieri spagnoli si accorge che i viveri non bastano per tutti gli schiavi stivati sull’Amistad, per cui ne butta a mare alcune decine: quelli che hanno meno valore, i malati, le donne gravide, i feriti, i meno vendibili. Con questi atroci flash back, il film di Spielberg si svolge per tutta la sua durata come un legal thriller imperniato sul processo. ........... Siamo un quarto di secolo prima della guerra di secessione e dell’abolizione della schiavitù negli Usa, per cui il grido della verità, l’urlo della giustizia di questi infelici deve emergere attraverso le asfissianti pastoie processuali e l’ambiguità di una legge americana che contempla la schiavitù negli stessi Stati del Sud, legittimandone la pratica. È anche un processo di diritto internazionale, che vede contrapposta agli Stati Uniti la Corona di Spagna proprietaria della nave col suo carico; gli spagnoli producono documenti, ancorché falsificati, sul carico; protestano di aver titolo legale per reclamarlo. Gli ammutinati non hanno alcunché da produrre. Sono merce umana senza contrassegno – senza status, diremmo oggi – che li qualifichi come deprivati a forza della libertà. Il film si conclude con un colpo di scena in cui la prova d’essere stati ridotti in schiavitù è acquisita e i superstiti vengono riportati in Africa quali uomini liberi.
 
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