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miracolo italiano!!!! :)

Post n°53 pubblicato il 10 Giugno 2016 da GiuseppeLivioL2

 

 

 

L'uomo dell'anno, del 2016, nel mondo, probabilmente è un italiano,  Claudio Ranieri, che, anche per merito dei suoi calciatori ovviamente, si è reso protagonista di una delle imprese sportive in assoluto più grandi di sempre, di tutti i tempi,   qualcosa che definire eccezionale, straordinario o incredibile  è riduttivo....!!!! 

Pazzesco Ranieri, è riuscito a vincere lo scudetto, o meglio il titolo, del campionato di calcio in assoluto più grande, bello e difficile del mondo, quello inglese, con una squadretta!!!!! 

è come se, in assoluto, in generale, una società, una squadra come la Reggina vincesse lo scudetto, il campionato italiano!!!!! o meglio, è come se il prossimo campionato italiano venisse vinto dal Palermo, o dal Cagliari ......  un evento, una eventualità  assolutamente impossibile!!!!! 

Inoltre, il Leicester ha ampiamente meritato questo incredibile ed irripetibile trionfo, dominando il campionato, la Premier!!  

   

Questa storia bellissima, e quasi sicuramente irripetibile, incredibile ma vera e reale, è la dimostrazione pratica che  NIENTE E' IMPOSSIBILE !!!  :)   


   

    

 

 

 
Rispondi al commento:
GiuseppeLivioL2
GiuseppeLivioL2 il 10/06/16 alle 15:54 via WEB
Senza reteA cura di Mauro Berruto 13/04/2016          Il sogno di Ranieri, la fatica come una forma di bellezza   _____   «We do not dream». Sembra l'antitesi del famoso discorso di Martin Luther King, ma a scrivere questo proclama è stato Claudio Ranieri, l'allenatore del Leicester trionfalmente in testa alla Premier League con sette punti di vantaggio a cinque giornate dalla fine del campionato.  La più bella riproposizione sportiva moderna del racconto biblico di Davide e Golia si è arricchita di un altro capitolo che ha voluto siglare, di proprio pugno, proprio l'allenatore italiano. Claudio Ranieri, in un'accorata lettera ai suoi tifosi, scrive: «Noi non sogniamo. Sognate voi per noi. Noi, semplicemente, lavoriamo duro». Una promessa per i fan del Leicester, come se volesse loro dire: «Noi non sogniamo perché non ne abbiamo il tempo. Dobbiamo lavorare duro per realizzare i vostri sogni». Claudio Ranieri conclude: «Comunque vada a finire, la nostra storia offre speranza». In realtà, il Leicester di questa stagione è un crogiuolo di storie che neanche uno sceneggiatore geniale avrebbe saputo mettere insieme in questo modo. Wes Morgan, difensore di origine giamaicana e oggi capitano della squadra (per capirci colui che potrebbe alzare il trofeo fra qualche settimana), era definito un «mammone, depresso e ciccione» e fu acquistato dal Nottingham Forest a un prezzo da discount.  Jamie Vardy, ex operaio metalmeccanico, acquistato da una squadra di dilettanti, ha segnato, a tutt'oggi, 21 gol in campionato, ha esordito in nazionale e, con la maglia dell'Inghilterra, si è tolto lo sfizio di segnare un gol di tacco, al volo, ai campioni del mondo della Germania. N'Golo Kantè, invece, giocava in 3° divisione francese e la sua più grande qualità, dice Ranieri, è quella di correre sempre. «Come se tu avessi le pile nascoste nei pantaloncini – gli dice con affetto il suo allenatore –, tanto che presto ti vedrò crossare e andare anche a colpire di testa».  Corre Kantè e passa la palla a Riyad Mahrez, algerino nato e cresciuto nella banlieu di Sarcelles, uno dei posti più multi-etnici d'Europa che, fino a una manciata di anni fa, giocava nella 4° divisione francese. Maherez sembra la sintesi della stessa squadra: minuto, quasi fragile in questo calcio di colossi, ma capace di gesti tecnici meravigliosi. Il Leicester non è una squadra di fenomeni, ma di fenomenali lavoratori che hanno deciso che la fatica può essere una forma di bellezza. Una specie di "sporca dozzina" di uomini che hanno fatto un "giro lungo" prima di incrociare le loro incredibili storie, trovandosi nel posto giusto, al momento giusto, con il direttore d'orchestra giusto.  Già, perché in tutta questa fiabesca vicenda è bello che ci sia un italiano a fare il maestro di un gruppo di uomini che hanno deciso di consegnargli il proprio cuore. Lui li ha portati in testa alla Premier League dopo che all'inizio della stagione, in tempi non sospetti, li aveva invitati in pizzeria. Era un premio, ma arrivati lì... aveva chiesto loro di cucinarsi la pizza! Un piccolo richiamo, l'ennesimo, alla bellezza della fatica. Già, la pizza: da stereotipo a simbolo. Manca il mandolino. Non chiediamo tanto a Ranieri, proprio perché in questa storia anche il direttore d'orchestra vive il suo grande riscatto. Proprio lui, quello cacciato con infamia dalla Grecia dopo aver perso contro le Isole Far Øer, li sta "suonando" tutti. Facciamo il tifo per lui, sognando che possa completare il suo lavoro e comporre una delle più grandi sinfonie del calcio moderno.  Senza stupore se, addirittura, un paio di quotidiani sportivi italiani hanno aperto, lunedì, con Ranieri in prima pagina: quanto servirebbe a noi e al nostro calcio una fiaba bella come quella del Leicester.
 
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