Cronache di Toki

Review


Il Discorso Del Re (Tom Hooper, 2011)
Parlare a cuore aperto di un film candidato ad 11 premi oscar non è semplice. E quando ti ritrovi ad assaporare un'opera formalmente perfetta come questa che rifletti su cosa davvero dovrebbe rappresentare il cinema d'elite in tempi di tecnologia e videogames. Non sto parlando però solo a difesa del film dal momento che uscendo dalla sala, lo ammetto, ero leggermente annoiato. Probabilmente Hooper ha centrato tutti i bersagli tranne uno, o forse non ero entrato in sala adeguatamente predisposto alla fruizione di un'opera autorale e manieristica come Il Discorso Del Re. Capita anche ai migliori (viva la modestia) come me di non entrare "dentro" il film per semplici motivi di appeal verso la storia narrata, in questo caso quella del figlio di Re Giorgio V (1925 circa) che soffre di balbuzie e si trova in grave difficoltà, dovendo adempire ai compiti di un Duca tenendo colloqui e parlando alle radio al suo popolo in tempi di assenza d'immagine. Due cose sono spaventosamente belle in questo film: la regia ed il lavoro degli attori protagonisti. Sfoggiando una conoscenza di serie a della macchina da presa, il regista accompagna le gesta del giovane futuro re con autentico monumento alla professione, regalando scorci visivi che, complice un lavoro altrettanto maniacale di fotografia, racchiudono dentro una cornice quadri in movimento. Talmente perfetto da non emozionare, direbbe qualcuno. Va ad aggiungersi alle voci da dieci e lode l'interpretazione di un Colin Firth in odor di consacrazione (finalmente) dopo una serie di prove sempre d'altissimo livello. Eccellente la prova di Geoffrey Rush (finalmente slegato dal personaggio del pirata Barbossa) nei panni di Lionel, un eccentrico ed abile Logopedista che ricopre un ruolo di primaria importanza, lavorando con il futuro re sulle difficoltà di comunicazione con l'utilizzo di metodi poco avvezzi all'aristocrazia ma tremendamente efficaci. Entrambi candidati all'oscar come attore protagonista e non, sono il fulcro dell'esperienza, la rappresentazione di quello che il film esprime, ovvero la volontà di un nobile di comunicare apertamente in tempi pre-bellici antecedenti il "disastro" seconda guerra mondiale, fatti di totalitarismo e distacco tra le classi. Formalmente, sappiatelo, un film da 10 in pagella.Voto : 7.5