Cronache di Toki

Review


127 Ore (Danny Boyle, 2011)
Dopo il premio oscar per la regia di The Millionaire, Boyle torna al cinema che a mio avviso sa fare meglio ovvero quello d'impatto diretto, quello dei suoi primi film. Si tratta della storia vera di tale Aron Ralston, appassionato di trekking e free climber estremo che, avventurandosi in una sperduta e bellissima landa di canyon, resta intrappolato in un crepaccio a seguito di una brutta caduta rimanendo bloccato per 127 ore appunto, privo di telefono cellulare o radiotrasmittente. Una storia di sopravvivenza, violenza e di delirio che vede nell'interprete James Franco l'assoluto protagonista, autore di una performance eccellente che gli è valsa la meritata candidatura all'oscar come miglior attore (cerimonia appena terminata con la vittoria di Colin Firth per  Il Discorso Del Re). Danny Boyle dirige il film come meglio sa fare ovvero tramite l'uso di un frenetico montaggio, di una regia dinamica fatta di split screen ed effetti da videoclip di serie A e di un'accompagnamento sonoro che rimanda ai fasti di Trainspotting, arricchito da suoni ambientali perfettamente efficaci nel calare lo spettatore all'interno del crepaccio sperduto nello utah. Un riuscitissimo esperimento basato sull'inusuale connubio fra azione frenetica ed irrimediabile immobilità, con un paio di scene di fortissimo impatto che mi sento di sconsigliare caldamente ai soggetti impressionabili, tuttavia vi raccomando la visione del film senza dubbio alcuno, non ci si annoia un nanosecondo ed è possibile assistere a sprazzi di regia davvero sensazionali come quelli della scena del temporale (vedrete).Voto : 8