Creato da globogol il 15/07/2006
I collaboratori di Globogol.com, la prima International Podcast Radio Soccer. Fabio Marracci ( Bastia Umbra ), Luca Sabatano ( Aversa ), Denise Civitella ( Genova ), Ilaria Gallione ( La Spezia ), David Birtolo, Gabriele Muzi e Alessandro Staiti ( da Roma ), Angela Clemente ( Napoli ) e Francesco Crociani ( Arezzo ) con i loro articoli per informare in maniera professionale e concreta tutti coloro che amano il calcio a 360°. Visita il resto dello staff su Globogol.com e ascolta tutte le trasmissioni sulla nazionale Italiana Campione del Mondo!

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Post N° 227

Post n°227 pubblicato il 25 Giugno 2007 da globogol
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SPEZIA, E’ ANCORA B! di Ilaria Gallione

Novanta minuti che separano l’inferno dal paradiso. Novanta minuti di sofferenza e tensione. Tutto questo è il match con il Verona. Troppo alta la posta in palio per permettersi degli errori. Gli scaligeri ci provano in tutti i modi, ma alla fine è lo Spezia, forte del risultato positivo dell’andata, a festeggiare. Ai veneti, che retrocedono in serie C1 dopo ben 64 anni,  rimane la delusione e il rammarico di non aver sfruttato al meglio le numerose azioni create. Certo sulla propria strada hanno trovato un super Santoni, pronto a riscattare una stagione altalenante. La squadra di Ventura si presenta nello stesso undici di partenza dell’andata, a differenza di quella di Soda, largamente rivoluzionata sia per motivi tattici che per infortuni. Difesa a cinque con l’innesto di Scarlato, centrocampo formato dalla coppia centrale Saverino - Confalone e dagli esterni Do Prado e Guzman, unica punta Colombo. Varricchio, Ponzo e Addona fanno una breve apparizione in campo, mentre Guidetti è il grande escluso. Chiare le intenzioni del mister aquilotto di arrivare al 90’ sul risultato di parità. La gara inizia all’insegna del razzismo, con riprovevoli insulti al brasiliano Do Prado. Ma si sa Verona è anche questo. Il “Bentegodi” invece fa la sua bella figura, non avendo niente da invidiare agli stadi della massima serie. 2600 tifosi bianconeri e 22000 gialloblu sono la giusta cornice di una gara dall’importanza vitale. Al 1’ primo pericolo per lo Spezia. Ferrarese crossa al centro verso la testa di Da Silva, ma Santoni è bravo a respingere la minaccia. Al 15’ il portiere spezzino si fa trovare pronto, impedendo a Cutolo di calciare a colpo sicuro. Al 35’ si registra una delle poche azioni degli aquilotti. Guzman guadagna e batte allo stesso tempo una punizione respinta con qualche difficoltà da Pegolo. Al 44’ William Da Silva ubriaca tre difensori avversari, serve in area Nieto, che prova l’incornata sulla quale Santoni compie un autentico miracolo. Nella ripresa al 54’ è ancora il centrocampista scaligero ad avere la possibilità di sbloccare il risultato, ma a tu per tu con l’estremo difensore bianconero spara alto. All’88’ è ancora Santoni a ergersi da protagonista, sventando l’ennesima minaccia di Da Silva. Dopo cinque minuti di recupero arriva il fischio finale ed esplode la gioia bianconera in campo e fuori dal campo. Il sogno può continuare. Troppa era la paura di abbandonarlo, dopo solo un anno. Sugli spalti un mix di euforia e di commozione, che esprime tutte le sensazioni provate da un popolo di tifosi che non hanno mai fatto mancare alla propria squadra il proprio supporto. Sotto la curva il primo a prendersi gli onori è mister Antonio Soda, che ha il merito di aver sempre creduto nelle possibilità dei suoi ragazzi, anche dopo la debacle con il Treviso e dopo le dichiarazioni del presidente. Anche alla Spezia esplode la festa, che dura fino a tarda notte quando al “Picco” arrivano i giocatori. L’ entusiasmo è alle stelle perché essere rimasti in questa serie B, la più difficile che ci sia mai stata, è quasi come averla conquistata per la prima volta. L’anno prossimo senza Juventus, Genoa e Napoli forse sarà tutto un po’ più semplice.

ILARIA GALLIONE (ilaria.gallione@libero.it )

 
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Post N° 226

Post n°226 pubblicato il 20 Giugno 2007 da globogol
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Liga: Tutto in dieci minuti ( G. Muzi - Roma )

 

            Eh già. Gli ultimi novanta minuti della Liga, quelli giocati contemporaneamente tra il Camp Nou ed il Santiago Bernabeu, sono stati sicuramente i più entusiasmanti nella storia della Liga Spagnola, e forse anche di tutto il calcio europeo più recente. Chi avrebbe mai immaginato che il frutto ed il lavoro di un’intera stagione sarebbero dipesi in un lasso di tempo compreso tra l’ottantesimo ed il novantesimo minuto dell’ultima partita di campionato? Ma, soprattutto, chi avrebbe mai immaginato che ci sarebbe stato un testa a testa finale per l’assegnazione del titolo, visti gli ultimi fasti del club blaugrana e l’inaffidabilità dei blancos? Certo rimane uno scudetto vinto a tavolino, o meglio assegnato grazie alla matematica e non per un verdetto indiscutibile che proviene dal rettangolo di gioco, ma a questo punto bisogna iniziare a riflettere molto, visto che, fino al minuto 80 il campione di Spagna era il Barcellona.

            Van Nistelrooy non vince la scarpa d’oro, titolo che quest’anno viene indiscutibilmente assegnato al capitano della Roma Francesco Totti, ma intanto il Real Madrid vince il titolo, anche se  in maniera molto rocambolesca; invece avere l’attacco che, stando ai nomi, tutti giudicano il più forte in circolazione, non è servito molto a Frankie Rijkaard: Messi, Eto’o e Ronaldinho tutti assieme non si sono rivelati una mossa vincente. Per ironia della sorte al Barcellona sembra essersi rotto l’incantesimo proprio nel momento in cui i catalani hanno alzato al cielo la Champions League, visto che da quel momento il Barça ha perso tutti gli scontri diretti (a partire proprio da quelli disputati contro il Real Madrid), non ha ben figurato in Europa ed è caduta alla corte degli andalusi del Siviglia nella finale di Supercoppa Europea.

            Pertanto non è bastato il 5 ad 1 contro il fanalino di coda Nastic (doppietta di Messi dopo il sigillo di Puyol, ed infine quelli di Ronaldinho e Zambrotta): a Madrid ci pensano Diarra e Reyes in doppietta  a recuperare il provvisorio vantaggio iniziale del Maiorca.

            Non si possono perdere 6 partite su 38 disputate e pretendere di vincere; è vero, il Real è uscito sconfitto dal terreno di gioco addirittura due volte in più, ma a fronte di 7 pareggi, contro i 10 dei catalani; così, in casa blau grana si parla di fuga di talenti, visto che Zambrotta è l’unico ad essersi integrato tra gli ultimi acquisti: Eto’o è sempre più vicino al Milan, Thuram, responsabile di molte reti subite, è contestatissimo così come Ronaldinho non è più il beniamino di casa.

            Ma andiamo oltre: se Nastic e Real Sociedad erano oramai già spacciate, a fare le spese della classifica avulsa è il Celta Vigo, condannato a retrocedere in virtù dei suoi 39 punti nonostante la vittoria per 2 ad 1 sul Getafe, mentre si salva in extremis l’Athletic de Bilbao, che trionfa sul già salvo Levante di Damiano Tommasi per 2 a 0. Inoltre, anche il Betis può tirare un sospiro di sollievo grazie alla doppietta di Edù contro un Racing Santander che, bloccato a metà classifica a 50 punti, aveva oramai davvero poco da dire al campionato.

            Chi invece ha un po’ deluso in questa fase finale è stato il Valencia di Quique Flores: anche se l’obiettivo quarto posto era da tempo acquisito, sarebbe stato bello chiudere in bellezza al Mestalla una stagione positiva; ma il rocambolesco 3 a 3 che ne è scaturito verrà ricordato semmai come la sagra delle autoreti, visto che di 6 gol, 3 sono stati proprio degli autogol: di seguito Lopez, Gerardo e Moretti ce l’hanno messa tutta per movimentare una partita che ha dimostrato quanto il Real Sociedad, benchè retorcesso da tempo, in realtà sia sempre duro a morire.

            Ma le squadre spagnole, si sa, non mollano mai, così l’Atletico Madrid non ci sta a vedere la sponda opposta alla propria festeggiare di gran carriera la vittoria del titolo: così passa fuori casa per 2 ad 1 contro l’Osasuna, quando a cadere sul più bello è il Siviglia, che cede ai canarini del Villareal per 0 ad 1; peccato aver perso proprio in casa nell’ultima giornata: i 5 punti di distacco dalla vetta non rendono onore ad un team che, fino all’ultimo, ha tenuto testa e non è mai stato propriamente a guardare dal basso le due capoliste. Infine Recreativo e Saragozza si accontentano di un 1 ad 1 che fa entrare Diego Milito nella storia del club aragonese visti i suoi 23 gol stagionali, secondo solo ai 25 di Van Nistelrooy, mentre Kanoutè e Ronaldinho rimangono ancorati a quota 21. Certo è impressionante la capacità realizzativa che produce il calcio al di là dei Pirenei, se si pensa che quattro giocatori hanno superato la soglia dei 20 gol e quindici sono oltre quella dei 10. Le difese, è vero,  non sono proprio impeccabili, ma ciò dispiace se si pensa che due difensori figli del calcio italiano come Thuram e Cannavaro abbiano ben poco figurato nonostante le premesse. Il fatto è che nel paese dei tori e delle corride si corre molto, si pensa poco, non si gioca con i numeri e con i calcoli e, soprattutto, nessuno getta mai la spugna prima del triplice fischio dell’arbitro. Ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti:

 

·        Real Madrid: 76

·        Barcellona: 76

·        Siviglia: 71

·        Valencia: 66

·        Villareal 62

·        Saragozza 60

·        Atletico Madrid 60

·        Recreativo Huelva 54

·        Getafe 52

·        Racing Santander 50

·        Maiorca 49

·        Espanyol 49

·        Deportivo La Coruna 47

·        Osasuna 46

·        Levante 42

·        Betis 40

·        Athletic de bilbao 40

·        Celta Vigo 39

·        Real Sociedad 35

·        Gimnastic 28.

 

Se si considera che, nonostante l’avvio disastroso, il Villareal si è aggiudicato la Coppa Uefa e che fino a tre giornate fà Deportivo e Mallorca erano in piena zona retrocessione, allora si capiscono molte cose, merito di un campionato che, quest’anno come non mai, è stato avvincente dall’inizio alla fine.

 

Gabriele Muzi – Roma

gabbro2006@libero.it

gabro1@jumpy.it

 

 
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Post N° 225

Post n°225 pubblicato il 12 Giugno 2007 da globogol
Foto di globogol

SPEZIA, A TORINO ARRIVA IL MIRACOLO di Ilaria Gallione

Cala il sipario sulla serie cadetta e arrivano i verdetti definitivi. Napoli e Genoa direttamente in serie A, insieme ovviamente alla Juventus, già promossa da tempo, e Arezzo in serie C con Crotone e Pescara. La retrocessione della squadra di Conte, in attesa comunque della sentenza del Tar, significa play-out per lo Spezia, che compie un autentico miracolo a Torino. Gli aquilotti, dati per spacciati alla vigilia, infliggono alla Juventus una sconfitta per 3-2 e conquistano la possibilità di disputare lo spareggio salvezza con il Verona.  I bianconeri, allenati per l’ultima volta da Corradini, entrano in campo largamente rimaneggiati, dando notevole spazio ai giovani, la maggior parte alla loro ultima apparizione all’ “Olimpico” e quindi vogliosi di dimostrare tutte le loro qualità. Di contro lo Spezia, dopo le polemiche settimanali, ha l’assoluto bisogno di riscattarsi e, vista la posta in palio, non può più commettere errori.

 Una partita emozionante, viva, non consigliabile ai deboli di cuore, che vede affrontarsi due squadre con motivazioni ben diverse. Alla fine ha la meglio la squadra di Antonio Soda, che dopo la sconfitta inaspettata con il Treviso, tira fuori la grinta e regala ai propri tifosi un successo cercato sin dal primo minuto, ma raggiunto solo nel finale, quando ormai il risultato sembrava stampato sul 2-2.

 La gara comincia sotto il segno dello Spezia, per l’occasione in maglia rossa, che al 26’ trova la rete grazie al colpo di testa di Pecorari, al suo primo sigillo in campionato. Passano soltanto due minuti e Trezeguet ristabilisce la parità, approfittando di un’ingenuità difensiva e siglando la sua ultima rete in bianconero.

 Tante le occasioni create dagli aquilotti, ma troppi gli errori sottoporta. Guidetti, nel finale del primo tempo, fallisce due gol facili, ma anche quando non sono gli attaccanti a sbagliare, come nel caso di Colombo, è un super Mirante a non far rimpiangere Buffon. Il bomber piemontese si riscatta però al 66’ firmando l’1-2 con un bellissimo pallonetto, su passaggio di Santoni, che non lascia scampo al portiere avversario. Neanche il tempo di gioire che la Juventus pareggia. Questa volta è il giovane Bianco a ribadire in rete una respinta dell’estremo difensore. I padroni di casa danno la sensazione di non voler far male agli avversari, concedono molti spazi, ma una volta provocati non esitano a rispondere in maniera ancora più pungente.

 Dopo questo batti e ribatti il destino dello Spezia appare segnato. Il palo esterno colpito da Confalone all’86’ sembra confermarlo.

A tempo ormai scaduto, invece, esplode la gioia dei 1500 tifosi spezzini presenti all’ “Olimpico” e della città intera incollata al televisore. Nicola Padoin al 90’ approfitta di una dormita della difesa avversaria e sigla la rete più importante, quella che tiene accese le speranze di salvezza.  E’ il riscatto di un giocatore, che, non avrà grandi doti tecniche, ma in fatto di umiltà e di voglia di sacrificarsi non ha di certo eguali.

 La Juventus però non si arrende e Giovinco, autore di una bella prestazione, costringe al 93’ Santoni all’ultima difficile parata. Al 94’ arriva il triplice fischio e entrambe le squadre iniziano i festeggiamenti. La Vecchia Signora perché abbandona ufficialmente la serie B, pronta a salire su un palcoscenico che le compete di più e che, per la straordinaria stagione, di certo merita. Lo Spezia perché prolunga la permanenza nella serie cadetta almeno di altre due settimane. La speranza è che il 22 giugno, gara di ritorno dei play-out, si possa scrivere una pagina ancora più bella della propria storia.

ILARIA GALLIONE (ilaria.gallione@libero.it)

 

 
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Post N° 224

Post n°224 pubblicato il 12 Giugno 2007 da globogol
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Ahi Ahi Ahi Barcelò Barcelò!

 

            Cari miei amici catalani, qui la questione si fa seria. E’ vero, vincere un derby non è mai facile, soprattutto se si è alla penultima di campionato e l’estate è già iniziata, con il caldo (e quello spagnolo è davvero tremendo) e la mente altrove. Ma qui c’è uno scudetto da giocarsi, e con il Real Madrid che ha dalla sua più scontri diretti, la faccenda si complica sul serio.

            Parallele le partite delle capoliste, perché se il Barça da un lato va in gol grazie alla doppietta di Messi che imita il suo beniamino connazionale Diego Armando Maradona con “la mano de dios”, a loro volta i catalani subiscono l’altrettanta doppietta di Tamudo, l’ariete dell’Espanyol, che porta l’altra sponda della Costa Brava al pareggio al 44 minuto del secondo tempo. La banda di Capello pertanto non può non fare altrettanto di fronte al Saragozza, mandando in gol per due volte Van Nistelrooy, ma subendo le offensive di Diego Milito, anch’egli, a sua volta, autore di una doppietta, anche se va detto che il Real Madrid ha riacciuffato in extremis il pareggio e non l’ha subito all’ultimo come è successo al Barcellona.

            E se il Siviglia si allontana definitivamente dalla vetta in virtù di uno scialbo 0 a 0 contro il Mallorca, stesso risultato, per altro, della sfida tra Real Sociedad e Racing Santander, anche il Valencia sembra non interessato più a vincere visto il matematico quarto posto: lontani dal Mestalla, gli uomini di Flores cadono contro il Levante ansioso di salvarsi per 4 a 2 ed a nulla valgono i sigilli di Joaquin e Baraja; chi sembra, invece, aver ritrovato quello sprint in più che significa zona Uefa è il Villareal, che batte 3 ad 1 l’Athletic de Bilbao, soprattutto se l’altra sponda del Manzanarre (l’Atletico Madrid) perde in Galizia per 2 a 3 contro un Celta Vigo bisognoso di punti preziosi.

            Il Nastic, ormai retrocesso, si toglie comunque la soddisfazione di battere per 0 ad 1 in estrerna il Getafe, così come lontano da casa l’Osasuna ne rifila addiritura 5 al Betis; infine, sempre 5 sono i gol che permettono al Recreativo Huelva di passare contro il Deportivo La Coruna, nonostante ne abbia comunque subiti 2 dai padroni di casa.

            Nella giornata in cui ben dieci giocatori sono stati autori di una doppietta (Tamudo, Messi, Rodriguez, Baiano, Sola, Riga, Forlan, Milito, Van Nistelrooy e Cazorla), nulla sembra essere cambiato in classifica: in 90 minuiti si vedrà chi, insieme a Nastic e Real Sociedad, scenderà nella serie cadetta tra Celta Vigo, a quota 36 punti, e Betis ed Athletic de Bilbao, che stanno solo un punto sopra; ma soprattutto, ora che Van Nistelrooy vede Totti con i suoi 25 gol, tallonato da Diego Milito (22 sigilli) e seguito da Kanuotè che di reti ne ha realizzate 21, speriamo che il titolo di Campione di Spagna venga assegnato sul campo ed in virtù di un verdetto proveniente dal rettangolo di gioco, senza dover ricorrere a classifiche avulse e conti numerici che poco rispecchiano il vero calcio giocato.

 

Gabriele Muzi – Roma

gabbro2006@libero.it 

gabro1@jumpy.it  

 

 

 

 

 
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Post N° 223

Post n°223 pubblicato il 06 Giugno 2007 da globogol
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Juventus: Ranieri il nuovo allenatore

di (Francesco Crociani Arezzo)

 

Claudio Ranieri è ufficialmente il nuovo allenatore della Juve. Di fatto è iniziato il dopo Deschamps, la dirigenza ha fatto le sue scelte. Un grosso impegno di sicuro non facile, per la persona che ha fatto un grosso miracolo ha salvato il Parma. In campo Internazionale ha lavorato con Inghilterra e in Spagna.

 

Nella spiegazione del progetto, ha detto: alla Juve non si può dire di no, queste sono state le sua prime parole, di riportare la squadra bianconera ai massimi livelli nel più breve tempo possibile compreso i campi europei,  per lo scudetto è ancora un’utopia. Palando hai tifosi chiede di stare tranquilli saranno sicuramente accontentati in tutto. La Juve è una squadra che ha vinto tanto, ma quest’anno in B ha sofferto tanto.

 

L’ex allenatore del Parma, spiega che la prossima stagione ci sarà molto da soffrire, l’importante è di essere orgogliosi, fieri per i nuovi trofei, ma soprattutto di essere Juventini, con tradizioni a suo stile vincenti, questa scelta  è pienamente sposata nello stile del nuovo allenatore. Ranieri è l’allenatore del momento, non passa mai di moda, il romano, con un carattere vincente, molto equilibrato e grandi tecniche da campione.

 

redazione@radioribelle.it 

 
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