The Good Wife

Crisi lastmìnut e istinti omicidi


Dopo tanti mesi, un pomeriggio tranquillo, anche se prigioniera in agenzia. Almeno il conforto dell'aria condizionata contro i 39 gradi percepiti lungo il viale milanese dello sciòpping. Fino ad ora (ma la giornata è ancora lunga) nessun individuo dallo sguardo bovino mi ha ancora sputato in faccia la parola lastmìnut con un punto interrogativo alla fine. Un dono del cielo. Perché non appena quella parola colpisce i miei graziosi padiglioni auricolari, dentro il mio involucro sorridente e cortese sento agitarsi la versione un po' agée della feroce Sposa di Kill Bill. Potrei mozzare teste con la biro, come fosse la più affilata delle katane.Perché noi Italioti, non appena captiamo la più scema delle espressioni anglosassoni, ce ne appropriamo e la usiamo trasversalmente come le massaie pugliesi usano l'olio extravergine?Tutti alla ricerca dell'occasione dell'ultimo momento, che sia l'acquisto di un aspirapolvere o di un viaggio. E nel caso di quest'ultimo, disposti solo a spendere due lire, ma pronti a incazzarsi come scimmie se il charter cambia l'orario di partenza, o il villaggio non ha una spiaggia di sabbia bianca di 2 chilometri quadri. Il lastmìnut ha sdoganato i desideri più perversi, facendo credere che tutto sia alla portata di tutti. E' la quintessenza di tutte le balle con cui ci hanno narcotizzato per decenni. La crisi tanto negata dai nostri pagliacci istituzionali ha colpito i portafogli, ma non ha ancora raggiunto le sinapsi degli italiani.Una bellissima coppia (gay) che ho spedito a Dubai e a Mauritius, prenotando con mesi di anticipo, mi ha portato in regalo un Dodo con la bandierina di Mauritius perché, dicono, grazie a me, hanno fatto una vacanza splendida.La guardo ogni volta che entra qualcuno con la parola lastminut appoggiata sulla lingua. Chi l'avrebbe detto che un pennuto ormai estinto mi avrebbe aiutato a non trasformarmi in un serial killer?