The Good Wife

Si scrive Natale, si legge... si legge e basta!


Il solito dramma. Hai un bel dire ogni anno “stavolta li compro a ottobre”, va a finire sempre che il 24 mattina rimbalzi fra i negozi come la pallina di un flipper, alla ricerca dell’ultimo regalo, quello più difficile. Di solito per un maschio.Se escludiamo i due mici, ai quali del natale non può fregare di meno se non per l’irresistibile tentazione di tirare giù a zampate gli addobbi dell’albero, i maschi di casa mia sono ossi duri. L’abbigliamento è area proibita, perché il più vecchio dei due deve avere parte attiva nella scelta, pena la fine ignominiosa del capo nell’angolo più oscuro e dimenticato dell’armadio; il più giovane sostiene invece che “i vestiti mica sono un regalo, sono una cosa indispensabile” (l’ho sfidato a ripeterlo davanti a un CPA o a un accampamento rom abusivo). In più, giustamente, i miei due amati (76 anni in due) adorano scartare la “sorpresa”, come quando avevano sei anni. Indispensabile quindi scorticarsi il cervello e riuscire a “sorprenderli”, perché questo è ciò che fanno loro con me, e questo è ciò che si fa per chi si ama. Il fatto è che i loro interessi, peraltro costosi (informatica, fotografia, attrezzatura hi-fi, orologi, tecnologia varia ed eventuale), sono per me un universo sconosciuto e, in certi casi, addirittura repellente. Io ho problemi a far funzionare qualunque cosa che abbia più di un pulsante, ci ho messo tre anni a capire come funziona il T9, litigo con il decoder, mi sono fatta spiegare sei volte da mio figlio alcune funzioni di Photoshop andando in palla per sei volte già al secondo clic. Ma ogni anno cerco di raggiungere il massimo, chiedendo consigli al padre per il regalo del figlio e viceversa, ed entrando nei negozi con lo stesso atteggiamento del buon selvaggio, pronto a farsi spiegare dai nuovi conquistatori – insopportabili e sussiegosi commessi depositari del Verbo – cose che non capirò mai neppure con un corso al Cepu. Alla fine ne esco frustrata, ma con il regalo giusto. E ogni anno, stupiti, i miei due maschietti, felici, si illudono che un ritorno inaspettato dello Spirito(so) Santo abbia finalmente illuminato la mia mente limitata. Ma quest’anno ho deciso di giocare sul mio territorio. L’amore per la lettura ci accomuna e, loro lo sanno, qui la faccio da padrona.  Il marito divora libri durante i viaggi settimanali e finiamo per passare il sabato mattina a rifornirlo di carburante narrativo;  il figlio sta lentamente saccheggiando la mia libreria, facendo trasmigrare i miei adorati volumi nel buco nero della sua stanza. Così ho deciso, quest’anno si regala cultura. E la Feltrinelli potrà aprire una nuova sede con il mio contributo.