The Good Wife

La durata del tempo


Qualcosa nel cromosoma Y della Wonderfamily sfasa la percezione del tempo. Come unica proprietaria dell’accoppiata vincente XX (e quando mi riesce, pure della tripletta XXX …)   mi tocca vivere con l’occhio al quadrante, giusto per mantenere una parvenza di vita normale.Per il pranzo del sabato o della domenica, se stiamo in casa, ci si mette a tavola secondo il fuso orario di Capo Verde, quando il resto della città è alla fine dell’abbiocco postprandiale, e i più temerari sono già in fila al cinema. Una regolata riusciamo a darcela solo se arrivano a pranzo le wondernonne, che altrimenti ci svengono sulla tovaglia.Questo accade non perché i due XY si alzino  tardi, ma perché nella wonderhome germinano in continuazione urgenze tecnologiche inderogabili, più o meno come nel laboratorio di Archimede Pitagorico.Così i due si attivano con grande profusione di porco qui e porco là… mi ha perso tutti i file… perché ‘sta presa non funziona… com’è che non si resetta… dove è finita la bustina dei cacciaviti piccoli…, e altre comunicazioni che ho imparato a ignorare. Mi riconnetto solo all’immancabile okfattotuttoapostofunziona, il corrispettivo del butta la pasta dell’era pre-tecnologica.Ultimamente, anche La Suocera  ci ha messo del suo, con il videoregistratore nuovo incautamente regalatole per Natale.  Ok, mi dice W.h., ci andiamo sabato mattina. Ma scusa, dico io, perché non di pomeriggio,  così c’è più tempo? Ma no, risponde lui, tanto in un’ora andiamo e torniamo. Ok, partiamo (e qui riconosco il mio errore: aver seguito W.h. nella missione di salvataggio, previo l’inserimento in forno – spento – di una teglia di lasagne).Ormai anche per far funzionare un cellulare bisogna avere meno di venticinque anni e/o possedere minimo una laurea in ingegneria spaziale,  quindi passati gli ottant’anni imparare ad usare un qualsiasi apparecchio richiede molto più che un’orandiamoetorniamo. Dopo l’ennesimo tentativo di spiegare quale fosse il pulsante da premere per accendere il videoregistratore, abbiamo concordato di posticipare la lezione, La Suocera ha smesso di maneggiare i tre telecomandi come un apprendista giocoliere del circo Medrano, e siamo tornati tutti alla wonderhouse per pranzare prima che la civetta cominciasse a stridire.Tanto, ho pensato, vedendo che tardiamo Wonderson avrà preparato la tavola e acceso il forno. Illusa… Aprendo la porta, scopro che la zona pranzo si è trasformata in teatro di posa. Vedo nell’ordine, due cavalletti con flash, treppiede con macchina fotografica, puntata sul tavolo da gioco con partita di poker in corso, due tonnellate di fiches multicolori. E su tutto, W.s. che inquadra il tappeto verde.Raggiunto dal mio sguardo omicida, dichiara: un minuto, tolgo e preparo la tavola.Mentre accendo il forno a manetta e lavo l’insalata, W.h. mi si avvicina e con l’innocenza di un bambino propone: che dici, guardo adesso il tubo del lavandino che perde? Bergson, prima di elaborare le sue teorie sulla durata del tempo, deve essere passato di qua. Ma io ero troppo impegnata a tener d’occhio l’orologio per accorgermene…