Grapewine

Stop agli sconti sui libri, pacchia finita!


Gongolavo il mese scorso quando ho acquistato su Amazon a 27€, spese di spedizioni incluse, un testo che nelle librerie ne costava ben 38. Tutta contenta ho sfogliato l'immenso catalogo del portale e già immaginavo di comprare quintalate di libri. Poi ho optato per un paio di Birkenstock a 32€ (nei negozi lo stesso modello arriva a 65!) e ho stupidamente rimandato il mio shopping culturale.
E ora, "grazie" alla «legge Levi» casualmente definita «provvedimento anti-Amazon», in vigore proprio da oggi, questi fantastici sconti non saranno più possibili in Italia.Paradossalmente la legge è stata promossa da un deputato dell'intellettualoide PD, Ricardo Franco Levi. L'obiettivo sulla carta è di garantire la ricchezza e il pluralismo dell’offerta culturale, beh, effettivamente ridurre gli sconti sui libri significa solo limitare il potere d'acquisto di un potenziale lettore. Siamo tutti d'accordo (spero) che la cultura debba avere un costo, c'è gente che mangia producendo contenuti culturali, però trovate giusta una legge che limiti un incentivo all'acquisto?Il testo stabilisce un tetto massimo del 15% allo sconto che tutti i venditori (dai piccoli librai, alla grande distribuzione, agli store online) possono applicare sul prezzo di copertina mentre gli stessi editori non devono superare il 25% e solo nell’ambito di promozioni che non devono superare la durata di un mese né possono tenersi a dicembre (insomma se volete regalare libri per Natale pensateci mooolto prima!). La legge è stata auspicata in particolar modo dalle librerie indipendenti e dai piccoli editori, forse quelli che più hanno sofferto la concorrenza dell’e-commerce mentre è stata contrastata dall'altro lato della barricata, ovvero chi i libri li acquista davvero...Nelle scorse settimane si è accesa la protesta sui blog e ha avuto un sorprendente successo (oltre 2.500 firme in tre giorni) la petizione online promossa dall’Istituto Bruno Leoni affinché il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano non firmasse la legge, in ogni caso già si mormora sull'«inefficacia» e la «pericolosità ideologica» della legge: «Basta registrare un sito di vendita all'estero per aggirarla - spiega la Sileoni -. Senza contare quanto anacronistico sia tentare di arginare l'e-commerce e lo sviluppo tecnologico». L'altro rovescio della medaglia invece è che la legge non si applica nel caso di libri digitali, che sono però penalizzati dall'Iva al 20% (contro il 4% dei volumi cartacei).Fonte.