Grapewine

In analisi


Fermarmi ancora una volta, provare ad individuare se c’è qualcosa che funziona davvero nella vita.Capire i mille meccanismi che parimenti non funzionano.Imparare ad ascoltare, a rispondere, ad essere me stessa. A non avere paura delle conseguenze.E soprattutto, ad imparare dai miei errori, riconoscerli e ancora una volta rialzarmi.Quando ti cade addosso la piramide più alta dei tuoi pensieri, quando si sbriciola il castello di sabbia costruito sulle nuvole, più bello e maestoso di tutti, quello che ha pesantemente condizionato la vita, arriva purtroppo il momento in cui la terra sotto ai piedi non ce l’hai più. La stessa terra che vorresti ti sommergesse tutta fino a toglierti tutta l’aria in corpo e farti smettere realmente di respirare.Sprofondare. È questo quello che vorrei davvero. Evaporare, dileguarmi, sparire, cadere nell’oblio, non essere mai esistita. Non aver mai vissuto tutto ciò. Cancellare dieci anni, definiti cazzata, che mi hanno totalmente cambiato la vita, nel bene e nel male.Il mio tallone d’Achille è stato colpito e mi ha totalmente devastato. L’ho stupidamente celato per anni, ma forse sarebbe stato meglio scoprirlo subito ed evitare di procrastinare la cruda messa in scena della mia paura più grande: realizzare che la persona a cui tenevo di più al mondo, quella che ho idealizzato per anni sia la più spietata di tutte. Sono stata colpita nel pieno la mia fragilità. Una sentenza unilaterale che non ammette spiegazioni, nonostante non ci sia mai stata la minima intenzione di fare male, di “giocare”, di prendere in giro. Carnefice di me stessa. Per la prima volta nella mia vita posso dire di sentirmi davvero sola perché chi conta mi disprezza ed è l’unico giudizio che per me ha valore. Sono io quella che non “capisce un cazzo del prossimo” o che lo sa ma lo ignora perché stupidamente pensa che certe cose non possano succedere. Sono io quella persona che dà per scontato il prossimo, sono io quella presuntuosa che sa, sono io quella persona che crede di poter dare più degli altri ma alla fine appare come egoista, egocentrica, menefreghista.Sono e sono stata solamente una illusa.Di certo non hai mai capito nulla di me, se non come farmi pesantemente male. Ancora non riesco a realizzare quanto discosti da te quell’immagine che mi ha rubato l’anima e che avrei voluto conservare gelosamente nei miei ricordi più segreti, fino alla fine dei miei giorni. Eh già, perché il messaggio che non sono stata in grado di comunicare è proprio questo: amore platonico. Il primo. L’unico. L’ultimo. Quello vero, puro, che non si tocca. Il mio ideale, il mio punto di riferimento. Quello a cui non avrei mai potuto fare male e che se mi avesse chiesto l’anima gliel’avrei data senza chiedere il perché.Ho studiato comunicazione ma non so comunicare me stessa, né i libri né la vita me lo hanno insegnato. Nell’ultimo anno e mezzo ho perso le persone che erano più importanti e non me lo perdono, è come se dire “ti voglio bene” sia come condannare a morte un rapporto sociale. È una paura, un nuovo tabù, una maledizione che intendo spezzare il prima possibile.