Grapewine

Il mio universo, forse


Scrivere una nuova storia è difficile. Trovare nuovi personaggi, legami con persone totalmente sconosciute e scrivere alla cieca sulla tastiera alla ricerca di meccanismi inediti che potrebbero darmi nuove energie ed entusiasmo per dare un senso al mio presente e futuro. Spesso è forzato, a volte vien da sè.E scrivo davvero alla cieca, mentre poggio la testa sul cuscino, il pc davanti a me ed un sottofondo musicale composto da una compilation dei Cinematic Orchestra e dei Nouvelle Vague, diffuse dalle nuove casse del pc che mi sono regalata ieri pomeriggio. Nulla di pretenzioso ma mi stanno facendo riscoprire sonorità che solo la musica live mi sa dare.Rifletto su quello che oggi è emerso dalla conversazione con la dottoressa: la metacomunicazione. Tutto quello che fa di contorno ad una comunicazione, secondo il mio punto di vista strettamente personale, è molto più importante che il contenuto della comunicazione stessa, dunque una esitazione, uno sguardo, un gesto, il tono della voce, la modifica della distanza con cui si parla, la velocità della conversazione...insomma spesso mi perdo nei "dettagli" che fanno la differenza e mi perdo l'essenzialità di un discorso: il contenuto. Come i neonati che non sanno comunicare e si lasciano attrarre proprio dalle stesse cose: la cantilena del parlare, le espressioni del visto, la gestualità...è atroce tutto ciò! Leggere l'illegibile, assorbire il superfluo ma, peggio di tutto, dare una chiave di lettura personale a ciò che personale non è e dunque distorcere tutto ciò che mi passa davanti agli occhi. Un mastodontico circolo vizioso che alla base ha un ininterrotto lavoro di interpretazione, traduzione, risposta, ritraduzione, reinterpretazione...mi sono persa negli ermeneuticismi, ecco.Benvenuti nel mio universo, forse.