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LAPIS - Una recensione amica - di "Stefano"


La recensionedi *stefano*LapisIl centro gravitazionale di questo libro è il lago che influenza eventi e personaggi vicini e lontani. La sua atmosfera, i suoi misteri pacati penetrano nei personaggi e raggiungono il lettore attraverso le descrizioni e i dialoghi. Il libro presenta una copertina pertinente e ben fatta anche se realizzata con criteri compositivi classici. L’immagine, una traccia nella sabbia che forma la parola lapis, porta subito indietro nel tempo quando, a differenza di oggi, era una parola di uso comune. E’ proprio il sentore del passato non visibile che pervade la storia attuale narrata dandole un sapore tiepido e piacevole. Citazioni colte, pertinenti e ben innescate compaiono a tratti definendo bene il contesto in cui sono inserite. Angelo e Marco, i due personaggi principali, non hanno volto e contemporaneamente il volto di tutti. I volti delle donne di fiume e di lago, i volti degli uomini delle sponde di acqua dolce, i volti dei pescatori. Gli eventi odierni descritti sono un pretesto per creare uno sfondo, un riferimento storico a quella che è una trattazione di alcuni aspetti importanti della vita. Uno stile fresco, ordinato, asciutto aiuta il lettore a riflettere insieme ai personaggi, a rilassarsi e godere di alcune splendide descrizioni. Letteratura di alto livello che prende subito le distanze da quel mare di parole confuse e aggrovigliate che spesso imbottigliano come libro.  Grazie, Stefano! Vorrei precisare che "lapis", parola che solo gli insegnanti degli insegnanti usavano, originariamente vuol dire "pietra" e, per la trasformazione in volgare con scelta dell'ablativo, porta a "lapide". Insomma, questo è un dialogo platonico in sedicesimo su amore e morte. Per l'immagine unificante del lago, vi invito a dare uno sguardo al video < Gabriella Zevi, "lago di bolsena, conzone stregata">  graphitis