Creato da ingrembiulato il 04/02/2013
la passione per i grembiuloni

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una vacanza indimenticabile

Post n°2 pubblicato il 28 Settembre 2013 da ingrembiulato

A 18 anni i miei genitori mi mandarono sulla riviera adriatica dalla zia Rosa a trascorrere i mesi di villeggiatura nel suo hotel/ristorante sul mare. L’albergo si chiamava Ottocento e tutto il personale era vestito con la moda dell’epoca. Quando arrivai fui letteralmente folgorato dalle due sguattere che lavoravano nella plonge e che indossavano un grembiulone stile vittoriano. La cucina era completamente visibile dall’esterno. I clienti per entrare nel ristorante passavano davanti alla plonge e quindi viravano in un corridoio a destra. Chi lavava i piatti era quindi visto davanti, di fianco e di dietro. Quanto avrei desiderato essere al loro posto! Per circa una settimana non successe nulla. Dopo pranzo, quasi calamitato dal grembiulone delle due sguattere, mi intrattenevo nella cucina, cercando per quanto è possibile di sbirciarle. Un giorno addirittura riusci a parlare con quella piu’ carina, che invitai la sera a bere qualcosa insieme. Elisa, questo era il suo nome, aveva la mia età e veniva dall’Olanda. In Italia era venuta per imparare la lingua, poi aveva conosciuto mia zia e si era fatta convincere a lavorare come aiuto-cuoca nel suo ristorante. In un primo tempo aveva svolto questa mansione, poi aveva accettato di fare la sguattera. La cosa non le era dispiaciuta, anche perché il fare da mangiare non le interessava affatto. Elisa era molto civettuola e il grembiulone lo indossava sempre come se fosse un vestito da sera. Qualche volta mi ero fermato fino a tardi ad osservarla da lontano, quando ingrembiulata a dovere, ancheggiando faceva intravvedere una gonna molto corta. Passarono alcuni giorni.Una domenica si verifico' quello che mai avrei potuto sognare che si verificasse. Era circa mezzogiorno e mi trovavo a mangiare con mia zia le due sguattere e le cameriere. Mia zia comincio’ a rimproverare la sguattera Erica , dicendole che se la prendeva comoda e che se non cambiava registro, lei di sguattere ne avrebbe trovate a decine. La reazione di Erica fu inaspettata e decisa. Sig.ra Rosa, disse lei, mi ha rotto i coglioni, d’ora in poi i piatti se li laverà lei e detto questo si sfilo il grembiulone e se ne ando via. Non vi dico la reazione di mia zia Rosa che, sconvolta come non l'avevo mai vista, si alzo adirata e rivolgendosi ad Erica le grido’ Tu qui hai chiuso. Vattene via, sei una ingrata. Detto questo se ne andò. La mia mente era in subbuglio. E se mi fossi offerto io? L' idea mi solleticava. Fino a quel momento avevo al massimo lavato i piatti a casa, ma mai in pubblico. Ma ora avevo un pretesto plausibile e che pretesto: aiutare la zia. Era venuto il momento di fare il grande gesto. Mi sarei offerto io. Pregustavo già la gioia di stare per ore ingrembiulato davanti al lavandino con un grembiulone che era si femminile, ma tremendamente bello e che ora era inesorabilmente appeso al muro. Se qualcuno si fosse messo a ridere? Non riuscivo a decidermi. Terminammo di mangiare ed Elisa si rimise al lavoro e non ci volle molto tempo per rendersi conto non ce la faceva più a stare al ritmo e i piatti e le pentole si accumulavano inesorabili. Elisa sbrigati, le facevano le cameriere, ma la poveretta nonostante ce la mettesse tutta, rimaneva indietro. Ora o mai più dissi fra di me. Ma per quanto mi forzassi non riusci a compiere quel breve percorso che mi separava dalla plonge e dai grembiuloni. La sera stessa , quando oramai non c’era piu’ nessuno ritornai in cucina. La mia intenzione era quella di mimare la scena che avrei dovuto recitare l’indomani. Presi il grembiulone di Erica e me lo strinsi stretto stretto ai fianchi. Vicino c’era uno specchio che mi restitui l’immagine che avevo sempre desiderato di vedere: io addobbato da sguattero con un ampio grembiulone ai fianchi. . Non vi dico la sensazione. Mentre mi stavo rimirando allo specchio, la luce improvvisamente si accese. Oramai era troppo tardi per sfilarmelo. Ah sei qui fece Elise, poi quasi non credendo ai suoi occchi mi guardo attonita e sorpresa. Ma che ci fai qui a quest’ora con quel grembiulone addosso? Diventai paonazzo e cominciai a farfugliare qualcosa. Ma sai che stai veramente bene. Ma perchè, se ti piace metterti il grembiule delle sguattere, non mi aiuti domani? Pensa stai vicino a me a fare ,come dice tua zia, la sguattera. Detto questo mi si avvicino' e mi butto le braccia al collo: se fai il bravo Dario, vedrai che sorpresa ti faccio. Me la ritrovai con la bocca aperta davanti, anche lei ingrembiulata come me. Cominciammo a limonare selvaggiamente. Era passato qualche minuto e senti in corridoio un rumore, ma fui abbastanza letto di svincolarmi. In quel preciso momento la porta si spalanco e ed entro la cuoca Heidi. Elise, che ci fai qui? ci sei anche tu Dario, Qualcuno mi vuol spiegare che ci state a fare ingrembiulati tutti e due? Elise non ne hai avuto abbastanza a lavare i piatti oggi. E tu Dario, quale è il senso di questa mascherata? Niente , niente Heidi passavo di qui e mi è venuta la voglia di aiutare Elise. E quindi mi allontanai imbarazzatissimo, tremando al pensiero che Heidi riferisse a mia zia l’accaduto Elisa mi raggiunse piu’ tardi. Dario, penso che tu non vedi l’ora di stringerti intorno alla vita un bel grembiulone da donna. Non è che tu sia gay? No Elisa non sono gay, ma mi piacciono i grembiuli. Da quando sono bambino mi eccita da morire ingrembiularmi e lavare i piatti, soltanto che mi vergogno a dirlo. La mattina dopo alle 8.00 mi ritrovai a fare colazione come al solito. Come avrebbe reagito mia zia alla performance di ieri sera? Mentre non sapevo che cosa fare, mia zia sopraggiunse mi fece segno che mi voleva parlare. La segui nella stanza vicino, dove era situato il guardaroba. Qui c’era anche Heidi. Dario, fece mia zia, Heidi mi ha riferito che ieri in tarda serata eri qui fasciato dal grembiulone di Erica davanti al lavandino. Se non avessi saputo da tua mamma, che spesso e volentieri le chiedi di lavare i piatti a casa vostra ingrembiulato per bene, non mi sarei sognato di chiedertelo. Mettiamola cosi’ : ho bisogno di te e soltanto tu mi puoi aiutare. Ti do la possibilità di sostituire Erica e di poterti finalmente ingrembiulare come tu sicuramente desideri. A questo punto da un cassetto della sala da pranzo, prese un grembiulone simile a quello di Elise e me lo allaccio’ ai fianchi, dicendomi: Questa è la tua misura. Te lo regalo, se accetti la mia proposta. Qui ce ne sono altri per te. Li avevo comperati per una sguattera piu’ robusta e adesso la sguattera sei tu. Scusa se uso il femminile, ma per me il lavoro di lavare i piatti riguarda le donne. Mia zia era stata cosi’ rapida che non avevo avuto la forza di reagire. Ora mi trovavo con un grembiulone stretto ai fianchi davanti a lei e ad Heidi che sorrideva maliziosamente. Ero letteralmente stordito e rosso come un pomodoro,abbassai gli occhi in segno di imbarazzo. Ma zia, cosa dici, a me i piatti lavarli piace, ma…. Ma cosa? , fece mia zia. Non scherziamo. Qui hai la possibilitä di farlo alla luce del sole, senza doverti nascondere come ieri sera. O forse il grembiule non ti piace? Non so zia veramente, dissi. Aspetta ne ho un altro un po abbondante e spero che ti piacererà. Detto questo si misi a frugare di nuovo. Accidenti non lo trovo. Ma dove lo messo? Un po femminile lo so, ma ti piacerà. Dopo una decina di minuti di ricerca, finalmente emise un grido di gioia. Eccolo qui, non mi sbagliavo. Vieni e te lo metto. Rassegnato mi avvicinai. Mia zia mi infilo la pettorina e subito dopo me lo allaccio stretto ai fianchi. Devi avere il vitino da vespa. Questo fa per te. Guardati allo specchio e non dirmi che non ti piace. Mi avvicinai allo specchio e rimasi come abbagliato. Bello zia, feci, ma non è un po da donna? Come da donna? Certo che è a donna, ma tu fai la sguattera non l’operaio e questa è la tua uniforme. Basta decido io per te fece a questo punto Heidi. Bando agli indugi, fila ad aiutare Elise. Non siamo qui a perdere del tempo. Oramai il tuo lavoro è quello di una sguattera, e detto questo , per non darmi la possibilità di reagire aperse di scatto la porta della cucina esclamando a voce alta in modo che tutti la potessero sentire: Dario sostituisce Erica a lavare i piatti. Molto bene Heidi, fece mia zia, adesso sarai tu a curare mio nipote. Mi raccomando fallo filare diritto. Ad eccezione di Carla che disse :Ma davvero a Dario va di fare lo sguattero e con quel grembiulone da donna? Nessuno fece una piega. Tirai un sospiro di sollievo, anche se mi sentivo terribilmente imbarazzato con quel grembiulone che mi frusciava tra le gambe. Mi avvicinai quasi correndo ad Elisa. Non vedevo l’ora di cominciare. Ma quanto sei carino Dario, cinguettò Elisa. Sei veramente un tesoro. Grazie di cuore. E mi diede un bacino vicino alla bocca. E poi sai con quel grembiulone stai da figo. Lascia che ti spiego cosa fare. Sorrisi e la lasciai che mi insegnasse, ma la mia mente era altrove. Quel grembiulone mi stava stregando. Lo sentivo aderire e stringermi ai fianchi. A fianco della plonge c’era uno specchio e mi vidi ingrembiulato come mai lo ero stato neanche a casa. Non sapevo piu’ dove mi trovavo. Mia zia intanto era sopraggiunta. Bravo Dario, adesso puoi cominciare, questi sono i guanti che devi metterti. Mi misi i guanti lunghi fino al gomito. Con il corpo completamente avvolto dal grembiulone iniziai a lavare i piatti non senza notare che ero eccitato. L’eccitazione mi derivava dalla piacevole sensazione del grembiulone strettamente annodato ai fianchi che mi fasciava come un guanto e dal fatto che piu’ si bagnava per gli schizzi dagli schizzi d’acqua provenienti dai piatti che lavavo, piu’ mi aderiva ai fianchi. L’odore del detersivo mi riportava alla mente altre occasioni in cui mi ero trovato ingrembiulato a fare il lavapiatti. Mi guardavo, partendo dalla pettorina e scendendo fino ai piedi. Ogni tanto sbiarciavo dietro ove era situato lo specchio che mi restituiva l’immagine mia con il la gonna del grembiulone stretta attorno alla vita e allacciata a fiocco dagli ampi volants che mi fasciava e mi scendeva fino alle caviglie.Provai un’eccitazione bestiale. I clienti avevavo cominiciato a sopraggiungere e talvolta si fermavano incuriositi proprio davanti a me, che ero dall’altra parte del vetro davanti alla plonge intento a lavare i piatti. Sentivo che dicevano: ma Erica non c’è piu’. C’è un ragazzo e guarda come lo hanno agghindato. D'altronde quale grembiule avresti potuto mettergli se non uno femminile, visto che lavare i piatti è un lavoro da donne. A sentire queste cose mi sentivo da un lato imbarazzato, dall’altra anche a mio agio avvolto da quel magnifico grembiulone, che mi nascondeva. Lavai piatti e pentole per circa 4 ore, senza mai stancarmi. Mi sentivo benissimo in quel ruolo e mi domandavo perchè non avessi deciso prima di fare lo sguattero. Quando quel giorno finii verso le 15, Heidi dando per scontato che avrei continuato anche dopo, mi disse: Non mi sono sbagliata, questo lavoro proprio ti piace. Se non hai cambiato idea, puoi continuare a farlo. Poi, senza aspettare nemmeno la mia risposta, continuo: Riceverai uno stipendio, ma prima devi cambiare camera e andare a dormire con il personale e non nella camera che ti ho dato che possiamo affittare.La stanza di Elise è vicino alla tua. stasera dopo la cena, si comincia e si va fino alle 22. Ceniamo tutti alle 18.45.Devi scendere in cucina già ingrembiulato. Sai questa è l'abitudine qui. Sono sicura che non hai niente in contrario a non essere diverso da noi e farti vedere dai clienti con questo magnifico grembiulone.Ricordati che tutto il personale è sempre in grembiule nell’orario di lavoro. Ti cambi e poi inizi. Anche qui da notare che Heidi dava per implicito sia che durante la cena avrei dovuto indossare il grembiule, sia che la cosa non mi disturbasse affatto. Non sapendo che atteggiamento adottare feci un sorriso atono: va bene Heidi, a stasera. Non Heidi, Dario, ma Capo Chef adesso sei la sguattera, anzî lo sguattero. Alle 18.30 si presentò lei stessa da me. Non voglio che tu ti trovi a disagio e per questo sono venuta per darti lo stesso grembiule che avevi oggi. Lo so è un po femminile, ma ti sta molto bene e il personale qui deve avere la stessa tenuta. Girati che te lo allaccio poi scendiamo insieme. Non aspettando neanche la mia risposta, me lo mise ai fianchi stretto stretto.L’unica cosa che seppi dire fu: Grazie Sig.ra Chef lei è veramente gentile. Per arrivare in cucina c’era un tratto di strada che percorremmo insieme, mentre i clienti rientravano all’albergo per prepararsi alla cena e non vi dico il mio imbarazzo, quando vedendomi così abbigliato dissero ad Heidi. Vediamo che ha risolto il suo problema con questo bel giovane. Dovrà averne di passione per lavare tutti i pentoloni dell’albergo. Ha fatto bene a dargli quel bel grembiulone, almeno non si sporcherà. E si fece Heidi, siamo stati veramente fortunate. Questo giovane è il nipote della proprietaria. Ha tanto insistito che ho dovuto accettare, ma subito sono stata chiara con lui e gli ho detto: Dario se vuoi lavare i piatti devi lavorare sul serio. Ditegli che sta bene con questo grembiulone. Dopo qualche minuto proseguimmo e raggiungemmo finalmente la cucina. Dopo aver cenato mi ritrovai nuovamente davanti alla plonge, mentre i clienti cominciavano a venire. I piatti erano aumentati rispetto a mazzogiorno e andavano lavati a mano, in quanto mia zia non voleva la lavastoviglie. Ad un certo punto, mentre stavo parlando con una cameriera sento che Heidi che mi fa: Dario che cosa stai aspettando, fila a raggiungere Elise. Non sei pagato per fare un cazzo. Mi precipitai e ripresi il lavoro. Heidi mi raggiunse subito dopo. Dario hai scelto tu di fare questo lavoro che finora veniva svolto sempre da sguattere. Se intendi farlo, fallo bene, perchè se no, è meglio che smetti subito. La serata non era iniziata sotto i migliori auspici. Verso le 22 quando il ristorante era zeppo di clienti, vedo Heidi avvicinarsi furibonda e dirmi infuriata: Dario ancora una volta te la stai prendendo comoda. Elise diglielo tu. Non ti paghiamo perchè stai in panciolle davanti alla plonge. e a questo punto mi assesto’ uno schiaffo. Come si permette, Heidi. Non sono il suo servo. No ascolta bene:tu non sei il mio servo, perchè tu sei la sguattera e d’ora in avanti pulirai i cessi. Per cominciare per punizione stasera lavorerai fino a mezzanotte. Ci sono un bel numero di pentoloni da scrostare.Hai capito o no? No feci io a queste condizioni non ci sto e qui feci il gesto di sfilarmi il grembiulone e di andarmene. Heidi si avvicino di nuovo e mi assesto’ un altro ceffone. Dario, non mi far incazzare. Questo è il tuo posto a fare la sguattera, spintonandomi davanti al lavandino. Non ti muovere da qui fino a quando hai lavato tutto alla perfezione. Non sto scherzando. Rimasi come intontito e mi rimisi davanti al lavandino. Bene disse Heidi, vedo che hai capito, non ti azzardare piu’ a disobbedire, perchè altrimenti ……. E lascio la frase in sospeso. Tutti uguali voi maschietti, ma adesso la musica è cambiata. Ricordati sguattera che il tuo posto qui è di fare la lavapiatti. Non risposi, non so se per vigliaccheria, o per opportunismo. Fino a mezzanotte mi ritrovai a lavare di fino grossi pentoloni che da tempo non si usavano e la fortuna fu che Elise decise di stare con me. Quando finii, ero stravolto. Il grembiulone quasi non riuscivo a togliermelo di dosso, tanto era aderente alle gambe. Me ne andai a letto comunque contento per quella esperienza cosi' affascinante. Il giorno dopo Heidi proprio quando stavo iniziando, in presenza di tutto il personale mi disse che voleva parlarmi. Mi avvicinai a lei, ma mi mise subito in riga. Non devi lasciare mai la plonge, che è il tuo posto di lavoro. Quando voglio parlarti vengo io qui ,ma tu continui il lavaggio dei piatti. Hai capito ragazzo che qui si lavora.. Tu sei l’ultimo della squadra. La prossima volta ti mando a pulire il cesso, cosi’ impari. Questo è il tuo nuovo grembiulone, che d’ra in avanti indosserai quando lavi i piatti. È da donna ,ma a te va bene lo stesso. Messaggio chiarissimo. Rimasi in silenzio e ripresi il lavoro, mentre Heidi a voce alta diceva: questi ragazzi devono essere messi in riga. Passarono alcuni giorni tranquilli. Io lavoravo come meglio potevo e Heidi se ne stava tranquilla. Un giorno , erano piu’ o meno le 10 di mattina, mentre stavo lavando le tazze della prima colazione mi si avvicino’Heidi e a voce alta disse: vedo che te la stai prendendo comoda ancora una volta. Quante volte te lo devo dire che qui devi rigare dritto sguattera dei mei stivali e in quel mentre alzo nuovamente il braccio per assestarmi uno schiaffo. Non ci vidi piu’. Bloccai il suo braccio e le assestai un ceffone in pieno volto. Heidi barcollo’ stupita , ma non fece in tempo ad evitare l’altro ceffone che la getto’ al suolo. Fece per alzarsi efferrndo un matterello, ma si prese un calcio in piena schiena. Meno male che Elise ed altre cameriere intervennero a questo punto, se non me la sarei finita. Fu da quel momento che Heidi cambio’ completamente atteggimento Le settimane seguenti furono per me un sogno. Mia zia di grembiuloni me li diede sempre di nuovi , perchè come mi disse non devi mai avere il grembiule in disordine. Verso la fine del periodo , mia zia mi disse che tutti i grembiuloni che avevo indossato erano miei e me li sarei ritrovati quando avessi deciso di ritornare a fare il lavapiatti.

 
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Lavare i piatti in ristorante

Post n°1 pubblicato il 04 Febbraio 2013 da ingrembiulato

Il ristorante si trovava alla periferia di Milano.Ci arrivai in auto, curando di parcheggiarla lontano.Con il cuore in gola ed emozionatissimo con il mio corredo di grembiuloni mi avviai.La padrona mi accolse, dicendomi che mi aspettava, quindi mi indico il luogo ove avrei dovuto cambiarmi che era poi adiacente alla plonge.Mi cambiai in fretta, quindi con il grembiulone piu’ o meno della foto che mi frusciava tra le gambe, mi avviai deciso. Nella plonge mi attendeva Anna una cameriera. Questa, dopo avermi squadrato, mettendomi non poco in imbarazzo, mi indicò sbrigativamente come funzionava la lavastoviglie.Dal tono usato capii subito che non dovevo esserle simpatico.Mi misi al lavoro. Prima un carico, poi un secondo. Era appena finito il secondo, che sentii arrivare Anna da dietro. Avvicinatasi alla lavastoviglie, cominciò a borbottare a voce alta contro la gente che secondo lei non capiva un cazzo.Indubbiamente ce l'aveva con me.Mi senti squadrare con disprezzo. I piatti non si mettono così, lo vuoi capire una volta per tutte? Che lavapiatti sei?Non sapevo cosa fare. In quelle condizioni, con quel grembiulone che mi fasciava come un guanto, mi sentivo tremendamente in imbarazzo e mi pentii per un attimo amaramente di aver deciso di andare li.Ebbi comunque la prontezza di ribatterle alzando un po la voce:non ti sembra di "esagerare?Fu forse perché le avevo risposto con decisione, che cambiò atteggiamento. Ma no non ce l'avevo con te, ma con la proprietaria, che prima di assumere uno sguattero, dovrebbe almeno istruirlo. Non ti preoccupare, tu continua a lavare i piatti, e detto questo se ne andò nell' altra stanza, lasciandomi solo.Tirai un sospiro di sollievo. Adesso potevo godermi in santa pace il mio hobby.Il lavoro prosegui per circa un'oretta, mentre i piatti lavati si accatastavano sul bancone prospiciente l'altra saletta che dava sulla sala da pranzo.Da qui tutti mi potevano vedere.Non sentendomi sicuro, cercavo di rimanere sempre davanti al lavandino.Mi rendevo conto che la cosa non sarebbe durata a lungo, in quanto nell'altra stanza c'era una plonge per il lavaggio delle pentole.Difatti dopo qualche minuto senti la voce della cameriera che rivoltasi a me dall'altra stanza mi disse:Ugo, c 'è un bel mucchio di pentole che ti attendono.Vieni qua.Non mi rimaneva altra scelta che trasferirmi.Con il grembiulone grondante d'acqua, mi trasferii nell’altra plonge assumendo un aria molto disinvolta, ma con l'ansietà che ci potesse essere qualcuno che avrebbe potuto riconoscermi.Per fortuna non avvenne niente, sicchè mi ritrovai davanti ad un altro lavandino ingombro di padelle unte e bisunte da lavare a mano.Il lavoro proseguì per circa un'altra oretta e pur pesante mi piaceva sicuramente piu' del primo.Dopo circa un 'ora ritornai nell'altra plonge a lavare i piatti.Dimenticavo di dire che per andare alla toilette i clienti dovevano passare vicino alla plonge e quindi avevano la possibilità di vedermi intento al lavoro.Sicuramente è stata questa una delle esperienze più belle.

 
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