lavapiatti

Lavare i piatti in ristorante


Il ristorante si trovava alla periferia di Milano.Ci arrivai in auto, curando di parcheggiarla lontano.Con il cuore in gola ed emozionatissimo con il mio corredo di grembiuloni mi avviai.La padrona mi accolse, dicendomi che mi aspettava, quindi mi indico il luogo ove avrei dovuto cambiarmi che era poi adiacente alla plonge.Mi cambiai in fretta, quindi con il grembiulone piu’ o meno della foto che mi frusciava tra le gambe, mi avviai deciso. Nella plonge mi attendeva Anna una cameriera. Questa, dopo avermi squadrato, mettendomi non poco in imbarazzo, mi indicò sbrigativamente come funzionava la lavastoviglie.Dal tono usato capii subito che non dovevo esserle simpatico.Mi misi al lavoro. Prima un carico, poi un secondo. Era appena finito il secondo, che sentii arrivare Anna da dietro. Avvicinatasi alla lavastoviglie, cominciò a borbottare a voce alta contro la gente che secondo lei non capiva un cazzo.Indubbiamente ce l'aveva con me.Mi senti squadrare con disprezzo. I piatti non si mettono così, lo vuoi capire una volta per tutte? Che lavapiatti sei?Non sapevo cosa fare. In quelle condizioni, con quel grembiulone che mi fasciava come un guanto, mi sentivo tremendamente in imbarazzo e mi pentii per un attimo amaramente di aver deciso di andare li.Ebbi comunque la prontezza di ribatterle alzando un po la voce:non ti sembra di "esagerare?Fu forse perché le avevo risposto con decisione, che cambiò atteggiamento. Ma no non ce l'avevo con te, ma con la proprietaria, che prima di assumere uno sguattero, dovrebbe almeno istruirlo. Non ti preoccupare, tu continua a lavare i piatti, e detto questo se ne andò nell' altra stanza, lasciandomi solo.Tirai un sospiro di sollievo. Adesso potevo godermi in santa pace il mio hobby.Il lavoro prosegui per circa un'oretta, mentre i piatti lavati si accatastavano sul bancone prospiciente l'altra saletta che dava sulla sala da pranzo.Da qui tutti mi potevano vedere.Non sentendomi sicuro, cercavo di rimanere sempre davanti al lavandino.Mi rendevo conto che la cosa non sarebbe durata a lungo, in quanto nell'altra stanza c'era una plonge per il lavaggio delle pentole.Difatti dopo qualche minuto senti la voce della cameriera che rivoltasi a me dall'altra stanza mi disse:Ugo, c 'è un bel mucchio di pentole che ti attendono.Vieni qua.Non mi rimaneva altra scelta che trasferirmi.Con il grembiulone grondante d'acqua, mi trasferii nell’altra plonge assumendo un aria molto disinvolta, ma con l'ansietà che ci potesse essere qualcuno che avrebbe potuto riconoscermi.Per fortuna non avvenne niente, sicchè mi ritrovai davanti ad un altro lavandino ingombro di padelle unte e bisunte da lavare a mano.Il lavoro proseguì per circa un'altra oretta e pur pesante mi piaceva sicuramente piu' del primo.Dopo circa un 'ora ritornai nell'altra plonge a lavare i piatti.Dimenticavo di dire che per andare alla toilette i clienti dovevano passare vicino alla plonge e quindi avevano la possibilità di vedermi intento al lavoro.Sicuramente è stata questa una delle esperienze più belle.